Direttorio per la catechesi. A ogni età della vita la sua catechesi

Direttorio per la catechesi Gli scenari culturali odierni – in cui la popolazione è in prevalenza anziana e gli impegni della vita adulta allontano dalla parrocchia – sollecitano la catechesi. Alla catechesi per gli anziani forse potrebbe bastare un rinnovamento dei contenuti, mentre quella con gli adulti richiederebbe anche lo sforzo di un cambio di linguaggio

Direttorio per la catechesi. A ogni età della vita la sua catechesi

Una fotografia panoramica del presente ci mostra una popolazione in prevalenza anziana. Alla catechesi questo aspetto
potrebbe suggerire una rivitalizzazione del contenuto dell’annuncio. Non sempre l’immagine di Dio interiorizzata dagli anziani corrisponde a quella del Padre misericordioso e dalla croce di Cristo si determina spesso una dinamica meritocratica, dove il patire è la moneta di scambio per il paradiso. La catechesi di Simeone e Anna, che avanzati negli anni vivono lieti attendendo l’incontro con Dio, potrebbe aiutare gli anziani fedeli a risignificare la propria fede e di conseguenza la propria vita con i suoi nuovi ritmi e le sue nuove fragilità. Potrebbe pacificare gli animi tra i valori professati e la pratica del mondo. Permettere ai parrocchiani della terza età di relazionarsi con il Dio del cristianesimo consentirebbe di dare un valore al dolore e alla malattia, di non cedere allo sconforto e all’egoismo, di gestire la solitudine nella compagnia del Padre e infine di prepararsi serenamente al passaggio nella vita nuova. Cristo è venuto perché tutti abbiano la gioia e l’abbiano in abbondanza, l’annuncio di questa gioia non ha tempo da perdere per i credenti che hanno trascorso una vita priva della gioia del Vangelo. La maggior parte dei bambini con dei riferimenti di fede in famiglia, si rifà all’esperienza dei nonni, più che dei genitori. Questo dato lo si riscontra ancor più nei giovani, dove la testimonianza di fede legata all’affetto permette di custodire un ricordo caldo della relazione con Dio, di mantenere un legame con la fede consegnata e testimoniata. La pratica religiosa dei nonni è per i nipoti testimonianza evidente della loro appartenenza alla Chiesa e quindi diventano gli osservati speciali per intuirne l’utilità nella vita. Continuando a usare il grandangolo, si nota come gli impegni della vita adulta allontanano dalla frequenza alla parrocchia e, se non si trovano nuove oasi, vengono a mancare tempi e spazi di “aggiornamento” della fede. Fede non sempre gettata via, ma messa da parte e che attende di essere riscoperta. Forse è limitante pensare alla catechesi per gli adulti intesi solo come genitori di bambini che devono ricevere i sacramenti. Potrebbe essere più includente considerare le persone adulte in quanto tali e porsi in relazione paritaria. Abbiamo bisogno di una catechesi che illumini la vita sociale, le questioni etiche, il lavoro, lo scambio interculturale, le relazioni affettive, la genitorialità.
Certo, se per la catechesi agli anziani potrebbe bastare un rinnovamento dei contenuti, la catechesi con gli adulti richiederebbe anche lo sforzo di un cambio di linguaggio. E forse anche di “annunciatori” che portino la Buona Novella con semplicità nei contesti di vita, per testimoniare che la Chiesa ha tempo per chi non ne ha e oltrepassa i suoi confini per incontrare con gratuità. Questa è la catechesi di san Giuseppe umile compagno di strada e di lavoro, che fa sperimentare la presenza del Regno in ogni luogo.

suor Francesca Fiorese
Direttrice dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro

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