Coronavirus. Don Cappellari, Unitalsi: "L'obbedienza di questi giorni ci aiuti a riscoprire la speranza"
Partendo dal Vangelo di domenica scorsa sulla trasfigurazione, don Marco Cappellari, assistente spirituale dell'Unitalsi di Padova, offre una riflessione sul valore dell'obbedienza che rimotiva la speranza nel Signore, soprattutto in questo difficile frangente di vita che stiamo tutti attraversando. La figura della santa Bernadette è dunque più che calzante.
La trasfigurazione nasce dall’obbedienza a un disegno preciso del Padre, ma anche coloro assistito a tale evento, e hanno esclamato: «È bello per noi essere qui» lo hanno potuto fare in virtù di un’obbedienza ad una chiamata precisa da parte di Gesù: «Venite vi farò diventare pescatori di uomini… ed essi lasciate le reti lo seguirono». Così è stato e continuerà ad essere nella vita dei santi, lo stesso vale per santa Bernadette Soubirous.
Quanta difficoltà per la gente, per le autorità civili e religiose dell’epoca a obbedire ad una poverella, ad una contadina analfabeta. Dietro al rifiuto delle affermazioni di Bernardette si cela una disobbedienza, a mio avviso, più ampia: la disobbedienza alla Speranza.
Una piccola sorgente d’acqua con l’invito da parte della Vergine Maria a “lavarsi e dissetarsi” farà di Lourdes uno dei luoghi della speranza per eccellenza. Una duplice dimensione allora, anzi un duplice movimento: bere, cioè lasciare che la Speranza ci nutra diventando l’habitus, o meglio, la virtù identificativa della vita cristiana.
C’è poi il secondo movimento: lavarsi, immergersi nella fonte diventa simbolo efficace e forte richiamo al Battesimo e di conseguenza a una testimonianza radicale: il cristiano è chiamato a rendere testimonianza della speranza che lo abita.
Oggi più che mai, animati anche dalle condizioni straordinarie che l’emergenza del Corona virus ci impone, siamo invitati in maniera forte a non perdere la speranza, ma attraverso l’esempi dei santi e dello stesso Signore, rimotivarci nell’esercizio dell’obbedienza, anche se questa ci crea disorientamento e talvolta irritazione.
Obbedire alla nostra vocazione significa anche esercitare uno stile di abnegazione interiore, significa pensare in grande e saper leggere anche i segni della società civile come opportunità per un bene più grande, per sforzarci di ricalibrare anche le nostre scale valoriali.
Forse anche l’esperienza di Lourdes ha qualcosa da insegnarci in questo tempo: Bernadette è passata dall’incomprensione alla gioia piena e tutto questo non senza difficoltà e grazie alla fedele obbedienza ad un grandioso progetto di Dio, lo stesso progetto di cui milioni di persone ancora oggi possono beneficiare. “Andiamo avanti nel Signore” si sente spesso dire di questi tempi, ma aggiungerei anche, ridestiamo in noi l’obbedienza, ritorniamo alla Fonte per dissetarci e lavarci e rindossare l’habitus o meglio la virtù della speranza! Per concludere riporto un breve dialogo tra Bernardette e l’abate Fonteneau: «Non vi obbligo a credermi, ma non posso che rispondervi dicendo quello che ho visto e udito». «Allora, Bernadette, poiché la Vergine santa ti ha promesso il cielo, tu non ti devi più occupare dell’anima tua?». «Oh, padre, non andrò in cielo che comportandomi come si deve». In altre parole, l’obbedienza apre alla speranza, la speranza ci ri-motiva nella vita quotidiana e nell’esercizio difficile ma realizzante del bene… così anche ai nostri giorni possiamo vedere i miracoli di una umanità trasfigurata!
don Marco Cappellari