Comunità vive e vicine. Come si muovono le parrocchie della Diocesi di Padova nel tempo di Pasqua
Anche nel tempo di Pasqua le parrocchie si stanno muovendo perché non venga meno il “senso di comunità”. Sfruttando tutti i mezzi possibili
#iostoconte: in questo slogan, lanciato dalla parrocchia di Cazzago, è racchiuso il senso di tante proposte che educatori, catechisti, parroci... stanno ideando per rimanere in contatto con la propria comunità, con i ragazzi, le famiglie, i giovani in questo tempo di Pasqua. «Iniziative molto semplici – racconta don Davide Zaffin, parroco di Cazzago – ma curate, fatte bene, perché l’obiettivo è mantenere il contatto con la comunità, ma anche dare l’opportunità di riflettere».
La proposta #iostoconte è un insieme di video di pochi minuti in cui i diversi gruppi parrocchiali di Cazzago si raccontano, propongono un momento di preghiera e lanciano un messaggio attinente alla loro attività. «Oltre a questo – racconta Leonardo Milan, animatore – abbiamo iniziato delle video-dirette su Youtube per i ragazzi con piccoli giochi. Abbiamo parlato di tante cose... Il riscontro è sempre molto positivo. Nel fine settimana interviene anche il parroco ed è un momento particolarmente seguito. Cerchiamo di utilizzare tutti i canali social, ma anche il sito e la newsletter».
Ci sono poi dei percorsi specifici pensati per offrire un momento di preghiera a chi ha un po’ più di tempo disponibile. Nella parrocchia di Conselve vengono proposti cinque incontri on line sul battesimo: «Partendo dal tema dell’anno pastorale – chiarisce don Nicolò Rocelli, vicario parrocchiale – e dal tempo della Pasqua, che è tempo battesimale e di rinascita della fede, abbiamo ripreso un percorso già proposto dal seminario maggiore nel 2012. Si parte dal nome, poi l’olio dei catecumeni, l’immersione nell’acqua, l’unzione del crisma e il rito dell’Effatà. Sono incontri molto semplici con una prima parte dedicata alla Parola e poi un’adorazione silenziosa. La partecipazione è stata una bella sorpresa per la buona “affluenza”. Vuol dire che la proposta è ben formulata, e che risponde a un bisogno profondo».
Le diverse fasce d’età, poi, richiedono un’attenzione specifica. Difficile agganciare in tempi normali i quattordicenni, ad esempio, in quarantena bisogna pensare a qualcosa di originale. «È un’età particolare – spiega Marco Guzzo, animatore di Este Santa Maria delle Grazie – possono sembrare grandi e non sono sicuramente bambini. Cerchiamo quindi di accompagnarli in questo passaggio. Fino a febbraio abbiamo lavorato molto bene, con fatica, impegno, ma molte soddisfazioni. Volevamo continuare a mantenere questo bel clima. Abbiamo riorganizzato gli incontri su piattaforma e chiamato tutti i genitori per mantenere un filo diretto con le famiglie». Il tema dell’anno era proprio il gruppo, che poi è stato declinato nel tempo della quarantena: come viverlo a distanza? Come trasferirlo in una piattaforma? Come viverlo se si è separati?
Nelle parrocchie di Mandria e Voltabrusegana ci sono proposte spirituale, ma anche molto concrete. Si va dal fondo famiglie in difficoltà, “dove si può donare, ma anche attingere”, alla “spesa mia a casa tua”, fino alla distribuzione gratuita di mascherine e la raccolta di computer o tablet usati ma in buone condizioni da regalare a famiglie che ne necessitano per i propri figli. «Per far sentire la chiesa in casa – sottolinea don Lorenzo Voltolin, il parroco – abbiamo pensato a una proposta molto semplice, una pastorale che possa essere condotta in casa. Con le meditazioni artistiche, ad esempio, partiamo dalle opere d’arte che ci sono nelle nostre due chiese, qualcosa quindi di conosciuto e familiare, e portiamo così la chiesa in casa. Le opere sono spunto per leggere un brano del Vangelo, poi un breve commento, molto semplice, e alcune nozioni storico-artistiche. Con lo stesso intento abbiamo ripreso la Liturgia delle ore, proponendo tre volte a settimana la compieta e due volte la “Buonanotte Gesù”. Raccontiamo il significato di alcuni piccoli segni, come spezzare il pane, invitando poi i genitori a ripeterli in casa. Costruire una piccola ritualità in casa per prolungare e continuare il rito della vita comunitaria in quella domestica e mantenere così un legame con la propria comunità».
Up Vigonza
Nell’unità pastorale di Vigonza le attività dei gruppi continuano sulle piattaforme on line. «Fino a Pasqua – racconta don Mattia Bozzolan, vicario parrocchiale – si è cercato di aiutare i ragazzi a cogliere le fatiche e le mancanze ma anche le riscoperte e la bellezza del periodo. Adesso si riprende con le tematiche specifiche per ogni gruppo». I giovani dai 19 ai 26 anni invece hanno chiesto di attivare un cammino di fede online. «Ci si ritrova con una ventina di loro il mercoledì sera per un confronto e un dialogo su temi di spiritualità. È un appuntamento molto atteso e sentito. Un lavoro molto personale, che esula dalla quarantena». Al lunedì arriva una provocazione/domanda su cui verterà l’incontro, che si conclude poi con la preghiera.