Comunicare storie vere. La responsabilità di comunicare a partire dal messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali
È importante curare e custodire un senso di consapevolezza e di responsabilità per saper valutare le conseguenze di quanto condividiamo.
Nel periodo che abbiamo trascorso in clausura e con il procedere delle attenzioni per mantenere il distanziamento abbiamo scoperto o riscoperto le tante strade per comunicare che la tecnologia ci offre.
Tutti siamo entrati con entrambi i piedi negli ambienti digitali e ci siamo accorti che non sono poi così virtuali, perché intrecciano relazioni tra persone: abbiamo imparato a partecipare alle riunioni di lavoro online, abbiamo sperimentato le forme di didattica a distanza, ci testiamo sulle possibilità di collaborare senza incontrarci fisicamente. Siamo diventati esperti per mantenerci in contatto tra noi: parenti, amici, colleghi di lavoro e compagni di scuola.
I nostri profili, le immagini, i video e le frasi che abbiamo depositato-postato sulle varie piattaforme, durante il lockdown, hanno provato a raccontare le nostre storie agli altri per sentirli vicini.
È stata riscoperta anche la voglia di informazione, perché ci siamo sentiti – e ci sentiamo ancora – coinvolti in un percorso comune. Allora siamo andati alla ricerca di notizie. Quelle credibili, convincenti e quelle più carine le abbiamo condivise. Qualche volta abbiamo scoperto a posteriori che alcune notizie erano aderenti alla realtà, altre false.
Postare, condividere, taggare: con queste azioni diventiamo protagonisti di un racconto, anzi di tanti racconti che riguardano le nostre vite, le vite di altri e la storia del nostro paese e della nostra comunità. È importante, allora, curare e custodire un senso di consapevolezza e di responsabilità per saper valutare le conseguenze di quanto condividiamo e per riconoscerne la validità.
Nel messaggio per la 54 Giornata mondiale delle comunicazioni sociali intitolato: “Perché tu possa raccontare e fissare alla memoria. La vita si fa storia” Papa Francesco evidenzia l’importanza di condividere la bellezza, di contribuire attraverso i nostri messaggi e i nostri racconti a costruire ed evitare di distruggere attraverso atteggiamenti, parole e opinioni di odio, di rabbia, di invidia.
Scrive il Papa che “abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri. […] abbiamo bisogno di sapienza per accogliere e creare racconti belli, veri e buoni. Abbiamo bisogno di coraggio per respingere quelli falsi e malvagi”. Così sapremo scegliere di condividere storie vere per costruire società.