Coltivazione di canapa light ammessa dalla legge
Approvata la norma, la quantità Thc nelle piante può oscillare dallo 0,2 allo 0,6 per cento senza problemi per l’agricoltore.
La canapa che poco più di mezzo secolo fa era ampiamente coltivata nelle campagne venete, ora è tornata in auge. Nella nostra provincia, negli ultimi tre anni, da pochi ettari di terreno è ora presente in oltre 100 ettari. La canapa, ricorda Coldiretti Padova, è utilizzata anche per esperienze innovative, con produzioni che vanno dalle farine agli ecomattoni, dall’olio antinfiammatorio alle bioplastiche fino a pasta, biscotti e cosmetici.
Ora, continua Coldiretti Padova, dopo il parere formulato dal Consiglio superiore di sanità sulla cannabis light, è necessario fare chiarezza da subito per tutelare i cittadini che possono beneficiare di prodotti a base di canapa e le aziende agricole che ne hanno avviato la coltivazione per usi alimentari.
Proprio a Padova ha debuttato la prima pizza con farina di canapa del campione del mondo Gianni Calaon. Va ricordato che i cannabinoidi della pianta non contemplano solo il principio attivo Thc, quello al centro delle discussioni, ma soprattutto altri come il contenuto di Cbd e Cbc, riconosciuti benefici per la salute come anti infiammatorio, ansiolitico, antidepressivo, antiossidante, antidiabetico, anti ischemico, ideale per la cura dell’appetito e della digestione e molto altro ancora.
Per la coltivazione e vendita di piante, fiori e semi a basso contenuto di principio psicotropo (Thc), con la nuova norma non è, dunque, più necessaria alcuna autorizzazione per la semina di varietà di canapa certificate con contenuto di Thc al massimo dello 0,2 per cento, fatto salvo l’obbligo di conservare per almeno dodici mesi i cartellini delle sementi utilizzate.