Chi elegge il Presidente? Guida essenziale all'elezione del prossimo Capo dello Stato
Chi elegge il Presidente?
Il Capo dello Stato viene votato dai cosiddetti “grandi elettori”, che si riuniscono nell’aula di Montecitorio. In totale i “grandi elettori” saranno così composti: 321 senatori (315 eletti e 6 “a vita”), 630 deputati, 58 delegati regionali. I delegati regionali vengono scelti dai rispettivi Consigli regionali (dove attualmente prevale il centrodestra).
Quando e dove di vota?
L’assemblea dei “grandi elettori” è convocata per lunedì 24 gennaio alle ore 15, nell’aula di Montecitorio, sede della Camera dei deputati, sotto la presidenza di Roberto Fico, presidente della Camera, per la prima votazione. La presenza del Covid-19, con esigenze di sanificazione dopo ogni votazione, rallenterà le operazioni di voto, già di per se stesse abbastanza laboriose (ogni elettore viene chiamato per nome ed esprime il voto passando sotto il banco della presidenza, e c’è la cosiddetta “seconda chiama” per chi non si presenta la prima volta). Perciò, si prevede una votazione al giorno.
Le incognite del Covid
L’alto numero di contagi rischia di condizionare pesantemente l’elezione del Presidente della Repubblica. Anzitutto, perché presumibilmente ci sarà un numero di grandi elettori positivo al Covid nel momento dell’elezione, e dunque questi saranno impossibilitati a recarsi a Montecitorio. Ciò rischia di creare un problema di non poco conto, rispetto all’integrità dell’assemblea: sia di tipo sostanziale, sia di tipo “numerico” (sarà più difficile superare i quorum previsti). C’è chi ha proposto di consentire il voto a distanza, qualcun altro di allestire sedi di voto lontane dall’aula. Molto probabilmente vedremo sparire il “catafalco” apparso nelle elezioni presidenziali del 1992, allestito per assicurare la segretezza del voto, ma possibile vettore di contagi. In questi giorni si sono studiate soluzioni più compatibili con l’attuale situazione.
Quale maggioranza serve?
La maggioranza dei due terzi, valida nei primi tre scrutini, sarà di 672 voti, a partire dal quarto scrutinio servirà la maggioranza assoluta dell’assemblea (cioè degli aventi diritto, non di coloro che sono presenti alla votazione), che è di 505 voti.
Perché tanta incertezza?
Qualsiasi elezione del Presidente della Repubblica, nella storia repubblicana, è stata caratterizzata da passaggi non facili e, spesso, da bocciature clamorose. Difficilmente sono emersi i maggiori leader, per lasciare il posto a figure più sfumate e di garanzia. In questo caso, l’ulteriore incertezza è data dal fatto che, sulla carta, non esistono maggioranze pre-costituite per poter arrivare alla scelta dell’inquilino del Colle, e neppure un chiaro “regista”. La leggera teorica prevalenza del “campo largo” del centrosinistra (Movimento 5 Stelle, Partito democratico, Sinistra italiana e Italia Viva) è vanificata dalla sua spaccatura (Renzi si muove come “battitore libero) e dalla poca tenuta dei gruppi del M5S. Inoltre, i numeri vengono ulteriormente bilanciati dalla prevalenza del centrodestra tra gli elettori regionali. Per questo motivo, in questo momento, il centrodestra (ammesso e non concesso che mantenga la sua unità d’intenti) appare leggermente avvantaggiato. Difficile, però, che uno schieramento possa prevalere sull’altro. Bisognerà che gli schieramenti si mettano d’accordo. Ma non è facile in un Parlamento così frammentato, che è stato incapace, in piena pandemia, di assicurare un Governo al Paese, prima che Mattarella “imponesse” Mario Draghi. Eppure, l’accordo ampio pare l’unica via percorribile. (B.D.)