Carlo Acutis: intervista alla mamma Antonia Salzano, a pochi giorni dalla notizia della canonizzazione

Carlo Acutis diventerà santo. Lo ha deciso Papa Francesco lo scorso 23 maggio riconoscendo il miracolo con il quale ha autorizzato il dicastero per le cause dei santi a pubblicare un decreto di canonizzazione. Abbiamo incontrato qualche giorno fa a Roma la mamma di Carlo, Antonia Salzano.

Carlo Acutis: intervista alla mamma Antonia Salzano, a pochi giorni dalla notizia della canonizzazione

Qual è stato il primo pensiero quando ha saputo del decreto firmato dal papa che riconosceva il secondo miracolo ufficiale perché Carlo sia santo?
«Certamente è stata una grande notizia, ne siamo felici. Rappresenta un segno di speranza perché Carlo si è fatto santo oggi, ci dice che anche noi siamo chiamati a esserlo. Mi raccomando, la santità è per ognuno di noi, non è solo per padre Pio, Carlo Acutis, san Francesco d'Assisi, sant'Antonio da Padova. Tra l’altro Carlo era molto legato a sant'Antonio, era uno dei santi a cui si riferiva».

Qual è stato l’ultimo miracolo riconosciuto a Carlo?
«Ricordiamo che il primo – con cui è stato beatificato – ha visto protagonista un bambino brasiliano con il pancreas deformato; le preghiere a Carlo hanno fatto sì che il pancreas si sia riassestato perfettamente. Il secondo miracolo attribuitogli è quello testimoniato da una ragazza della Costa Rica, nata nel 2001, che si era trasferita per gli studi a Firenze. Nell’estate del 2022 era caduta dalla bicicletta e la sua vita era in bilico tra la vita e la morte, con possibili gravissime menomazioni (aveva un trauma cranico molto importante). Dalle sue condizioni disperate è uscita, grazie all’intercessione del beato invocato dalla mamma; ora sta per laurearsi».

Carlo cercava di vivere una vita in pienezza, cosa pensava della felicità?
«Diceva che il segreto della felicità è amare Dio e il prossimo. Dobbiamo essere amore, perché essere amore significa essere santi. E così non ci saranno più guerre, non più divisioni e tutti andranno d’accordo».

Una parola che può riassumere la vita di Carlo?
«"Non io ma Dio", questa è stata la forza e la felicità di Carlo».

Quando viveva con lui cosa percepiva dalla sua vita?
«Sentivo che era speciale, perché la bontà, la generosità, l’amore che aveva per Dio erano straordinari. Già da bambino manifestava questo attaccamento al Signore, voleva sempre entrare nelle chiese, stare davanti alla croce».

Quanto era importante per lui Assisi, dove ha chiesto di essere sepolto?
«Molto, perché era molto devoto a san Francesco che, non per niente, era una grande anima eucaristica, andava due volte al giorno a messa. Non scordiamoci che, come per san Francesco la forza è stata l’eucarestia, così lo è stata per Carlo, che chiamava "l’autostrada per il cielo". Come san Francesco, Carlo ha vissuto la bontà, l’amore per i poveri, gli ultimi. Anche santa Chiara è stata per mio figlio un punto di riferimento cristiano, anch’essa era una donna eucaristica. Santa Chiara ha scacciato le truppe saracene con l’ostensorio; pensate che forza, che fede ha avuto questa donna. Carlo poi amava Assisi anche perché ne vedeva la bellezza, la pace».

Sente la mancanza di suo figlio?
«Lo sento vicino; sta aiutando dal cielo tantissime anime sparse in tutto il mondo. Nella speranza cristiana il nostro non è un addio ma un arrivederci».

(foto Calvarese/Sir)

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