Camponogara. Finiti i restauri al campanile
Camponogara La torre campanaria necessitava di una pulizia esterna. Importante soprattutto l’intervento di rifacimento al castello delle campane. La fine dei lavori è stata celebrata a gennaio e ora l’impianto è rinnovato e sicuro e suona sia con sistema elettrico che a corda, come facevano i campanari di un tempo
Sono stati inaugurati a gennaio i lavori di restauro del campanile della chiesa di Camponogara: un intervento che non ha riguardato solo la struttura architettonica ma anche le campane e il modo di suonarle: le cinque campane, dal suono bilanciato a bicchiere, possono ora infatti essere suonate anche “a corda”. I lavori, iniziati in autunno, hanno riguardato sia la parte interna che esterna della torre, eretta nel 1888 con mattoni fatti a mano e restaurata già nel 1983. All’esterno si è trattato di rimuovere parte dell’intonaco a base cemento e del suo ripristino con malta a base di calce, dopo l’intervento di bonifica delle superfici con antialga e idrolavaggio a bassa presa. Nel contempo si è provveduto alla protezione degli elementi lapidei e delle cornici esterne con profili di rame e piombo. L’intervento più impegnativo ha però riguardato la sostituzione completa del castello delle campane con uno di nuova concezione, e l’inserimento di speciali ammortizzatori, in modo da evitare che spinte e vibrazioni vengano trasmesse al campanile causando danni alla struttura, come sgretolamenti e dissesti. La nuova incastellatura garantisce l’insonorizzazione del sistema. Parte dell’incastellatura in ferro e dei giunti presentava problemi di corrosione, alcune campane erano consumate nel punto di percussione del battaglio e necessitavano di essere girate, modificando il ceppo; anche alcuni battagli erano consumati. C’era poi da intervenire sui motori delle campane e sulla centrale elettrica nel sottocella, ora sostituiti. È stato infine installato un nuovo programmatore di campane. Con l’occasione è stata predisposta la possibilità di suonare le campane anche tramite corde. «Quest’opera – racconta il parroco, don Alberto Peron – ha unito insieme i ricordi degli anziani e dei vecchi campanari con l’entusiasmo dei giovani, provenienti anche da altri paesi Anche in tal modo cresce il senso e il valore dell’essere comunità». I lavori sono stati eseguiti dalla ditta Elettrocampane Giacometti di Enzo Danieletto, la direzione dei lavori a cura dell’architetto Denis Compagno. Il costo dei lavori di circa 150 mila euro ha beneficiato di un contributo regionale di 70 mila euro.
Le campane suonano anche a corda
Alcuni giovani appassionati hanno seguito un corso per “campanari”, dando vita a un gruppo che può suonare le campane in importanti occasioni della vita parrocchiale.