B come bisogno. Incommensurabilmente più di ogni altro essere vivente, l'uomo ha bisogno di relazione
Non esiste chi non abbia bisogno di nessuno, ma è possibile vivere senza aver bisogno di nulla di superfluo.
L’amore immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. L’amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo. (Erich Fromm)
B come bisogno. La nostra vita, fin dal suo primo istante, fin dal concepimento è una costellazione di bisogni. Bisogno di ossigeno, di acqua, di nutrimento e ancora di calore, di luce e di tutte le condizioni ambientali più favorevoli. I “bisogni” sono qualcosa che per antonomasia non possiamo del tutto controllare, fanno parte del nostro funzionamento fisico. E poi, una volta risolta la sfera dei bisogni primari e fisiologici, l’uomo, animale sociale, ha un infinito bisogno di relazionarsi agli altri e ricevere da loro attenzione, stima, affetto, amore.
Incommensurabilmente più di ogni altro essere vivente, l’uomo ha bisogno di relazione e oserei dire che su questo fronte si gioca una buona dose delle sue possibilità di vivere una vita buona, bella e felice. L’infanzia è già decisiva. Un bambino a cui genitori e parenti non prestano la dovuta attenzione fin dai primi anni di vita è candidato a dover compensare questa mancanza con una grande forza di volontà. La sua autostima rischia di essere ferita in partenza con danni che si trascinano anche in età adulta. Eppure questa fame d’essere ascoltati che tutti abbiamo, spesso è difficile da saziare anche con le migliori intenzioni: ho in mente la madre di quattro figli che a sera cerca di lasciar parlare tutti (se possibile anche il marito) e assomiglia a una chioccia che nutre i pulcini. Lei cerca equanime di spendersi in egual modo e dedicare a ciascuno la stessa attenzione, eppure i piccoli sgomitano e si lamentano ad ogni interruzione perché vorrebbero il canale tutto esclusivamente per sé. Se questa scuola di vita tipica delle famiglie numerose fortifichi o indebolisca lo lascio al giudizio del lettore, quello che so è che anche nella esclusività della vita coniugale la parola “bisogno” necessita di essere in parte svelata. Come dice Fromm, non basta aver bisogno dell’altro per dire di amarlo. Ha bisogno appunto un cucciolo della madre, ha bisogno chi si appoggia senza mai ricambiare, ha bisogno continuo e non si sazia chi non sa unire sessualità ed amore. Ma chi antepone sempre il suo bisogno di ricevere rispetto alla necessità di dare è destinato ad una vita faticosa per sé e chi gli sta accanto. In condizioni ideali, quando la salute fisica e psichica li assiste, i coniugi maturi, come due alberi robusti uno di fronte all’altro stanno in piedi autonomamente e il loro abbraccio – salvo situazioni di emergenza più o meno protratte nel tempo – li sostiene reciprocamente in un equilibrio che si fonda proprio sul loro amore. Poi, si sa, le condizioni ideali sono rare e molto più spesso la normalità si presenta diversificata e complessa. Per tutto questo ci sono le parole delle promesse matrimoniali che, con la Grazia del sacramento, contemplano tutte le più varie e anche avverse situazioni. Non esiste chi non abbia bisogno di nessuno, ma è possibile vivere senza aver bisogno di nulla di superfluo, solo il necessario: un viaggio che può durare tutta la vita fino a spogliarci di tutto per morire nudi come siamo nati.