Allacciate le cinture! Gli esperti prevedono che il cambiamento climatico aumenterà la frequenza e l'intensità delle turbolenze

Qualche turbolenza durante il volo è esperienza comune per chi viaggia in aereo. Sebbene gli incidenti gravi siano rari, quando si verificano possono essere fatali. Un esempio recente è rappresentato dal volo SQ321 della Singapore Airlines da Londra a Singapore, che ha incontrato una turbolenza estrema durante il tragitto. Questo evento, purtroppo, ha causato la morte di una persona, presumibilmente a causa di un attacco cardiaco, e il ferimento (anche di grave entità) di molti altri passeggeri. Il volo è stato dirottato per atterrare a Bangkok, dove i passeggeri gravemente feriti hanno potuto ricevere cure ospedaliere.
Le turbolenze aeree possono verificarsi ovunque, ma sono più comuni su determinate rotte. Purtroppo, gli esperti prevedono che il cambiamento climatico aumenterà la frequenza e l’intensità delle turbolenze. In effetti, studi recenti indicano che le turbolenze sono già peggiorate negli ultimi decenni. Ma dove e perché si verificano?
Come dicevamo, quasi tutti i voli sperimentano turbolenze in una forma o nell’altra. Durante il decollo o l’atterraggio, l’aereo può essere influenzato dalle “turbolenze di scia”, causate dal motore e dalle estremità delle ali di un velivolo che lo precede. Al livello del suolo, forti venti associati a fenomeni meteorologici possono generare turbolenze nelle vicinanze dell’aeroporto. Ad altitudini più elevate, le turbolenze possono derivare da correnti ascendenti o discendenti di temporali, o ancora da turbolenze di scia se si vola vicino ad altri aerei.
Un altro tipo di turbolenza che si verifica ad alta quota è la cosiddetta “turbolenza in aria libera”. Invisibile (come suggerisce il nome), è spesso causata dall’interazione tra aria calda e fredda. Con il cambiamento climatico, si prevede che questo tipo di turbolenza diventerà più frequente e intensa. La turbolenza è essenzialmente il risultato di due o più correnti d’aria che si scontrano, creando vortici di flusso d’aria perturbato. Questo fenomeno è comune vicino a catene montuose, dove il vento accelera verso l’alto, e ai margini delle correnti a getto, strette bande di venti forti ad alta quota che circondano il globo.
Le compagnie aeree utilizzano mappe di turbolenza per pianificare i voli e prepararsi a eventuali imprevisti. Sebbene le condizioni meteorologiche influenzino le turbolenze, alcune rotte sono notoriamente più soggette a questi fenomeni. In Australia, ad esempio, la rotta Brisbane-Sydney ha registrato il più alto livello di turbolenza media nel 2023, seguita dalle rotte Melbourne-Sydney e Brisbane-Melbourne.
Il cambiamento climatico sta influenzando significativamente le condizioni di volo. Un recente studio (pubblicato su “AGU. Advancing Earth and Space Sciences”) ha evidenziato un forte aumento della turbolenza in aria libera tra il 1979 e il 2020, con un incremento fino al 55% in alcune aree. Un altro studio del 2017 ha utilizzato modelli climatici per prevedere che, entro il 2050, la turbolenza in aria libera potrebbe diventare quattro volte più comune rispetto al passato.
Cosa si può fare per mitigare le turbolenze? Una tecnologia specifica per rilevare le turbolenze è ancora in fase di sviluppo; perciò, i piloti utilizzano radar meteorologici per evitare aree con alti livelli di umidità, che possono indicare turbolenze. In caso di turbolenze inaspettate, i piloti accendono il segnale “allacciate le cinture” e riducono la velocità dell’aereo. Ovviamente, collaborano in tempo reale anche con il controllo del traffico aereo per trovare rotte alternative con condizioni di volo più tranquille. I centri meteorologici a terra, poi, monitorano il tempo con satelliti e inviano queste informazioni agli equipaggi di volo in tempo reale, fornendo dati che includono previsioni di turbolenze e altre condizioni meteorologiche rilevanti lungo la rotta di volo.