Alano di Piave. La parrocchiale è tornata a splendere grazie ai fondi dell'8xmille

Alano di Piave Grazie ai fondi dell’8 x mille, ma anche al contributo dei parrocchiani, è stato possibile eseguire una serie di interventi alla chiesa dedicata a sant’Antonio

Alano di Piave. La parrocchiale è tornata a splendere grazie ai fondi dell'8xmille

L’8 x mille alla Chiesa cattolica sostiene i restauri dei beni e delle strutture comunitarie, chiese e patronati, in particolare per quanto riguarda la messa in sicurezza e gli adeguamenti impiantistici. Si tratta per lo più di interventi rivolti a sanare criticità importanti delle opere parrocchiali: questa la linea guida scelta in particolare dalla Diocesi padovana. A beneficiare del contributo dei fondi Cei provenienti dall’8 x mille è stata, tra le altre, anche la parrocchiale di Sant’Antonio abate ad Alano di Piave (in provincia di Belluno), eretta in stile neoclassico tra 1760 e 1778. La storica chiesa era già stata danneggiata durante il primo conflitto mondiale e subito ripristinata. Nel 1938 tuttavia cedette parte del soffitto, che fu messo allora in sicurezza grazie a un filo di ferro appeso, tramite fori passanti attraverso l’intonaco, ad appositi murali in legno posizionati nella parte superiore della volta, poi stuccati e ricoperti da una malta. A distanza di anni i problemi di sicurezza si erano riproposti ed è stato necessario intervenire. Il restauro ha quindi riguardato in primis la messa in sicurezza di parte della volta, il consolidamento e la rimozione delle stuccature e del filo di ferro, la fresatura e pulizia dell’intonaco, con stuccatura e rasatura per rendere la volta pronta alla successiva tinteggiatura. La comunità non è stata a guardare e ha colto l’occasione, facendosene carico, di un intervento sulla zona affrescata per riportare all’originale splendore i dipinti della volta – culminanti nella grande scena centrale di Sant’Antonio in Gloria – eseguiti tra 1922 e 1924 dal friulano Giovanni Moro. Il restauro conservativo ha toccato anche le cornici degli affreschi, dei capitelli e delle varie modanature, nonché le basi lapidee delle lesene della navata centrale e gli altari marmorei, oggetto di una completa pulizia generale, per finire con la cornice della porta della sacrestia, fessurata dal terremoto del 1976. La tinteggiatura degli interni ha infine cercato di riportare all’origine il colore della navata settecentesca. Poco dopo è toccato agli esterni, grazie in questo caso al cosiddetto “bonus facciate” governativo. «Il contributo Cei è stato di circa centomila euro – racconta l’architetto Mauro Miuzzi che ha seguito i lavori – e ha finanziato la parte di messa in sicurezza della chiesa e del soffitto, esclusi gli interventi sui dipinti e gli esterni. Ma è stato un apporto fondamentale senza il quale difficilmente una comunità piccola come Alano di Piave avrebbe potuto procedere a tutto questo. Credo che una delle sfide del futuro sia proprio quella di conservare il grande patrimonio delle nostre comunità e senza l’aiuto esterno diventa difficile. Comunità piccole come la nostra, che non hanno grandi aziende nel territorio che possano fare da mecenati, quando mai riuscirebbero ad affrontare impegni di questo tipo?». Da parte sua, il parroco don Giuseppe Bertin, arrivato da poco e a interventi di fatto conclusi, conferma il buono stato sia della chiesa che del saldo dei lavori, ma sottolinea le condizioni precarie di molti altri edifici religiosi del territorio dell’unità pastorale di Quero. Non solo restauri: vi sono altri ambiti in cui, pure se in misura minore, la Cei interviene grazie ai fondi dell’8 x mille. Tra questi ci sono alcuni interventi annuali di antintrusione e videosorveglianza, mentre un altro importante capitolo riguarda il restauro degli organi storici. L’ultimo ambito di sostegno della Cei nel settore beni culturali riguarda musei, archivi e biblioteche: attraverso questi fondi viene finanziato anche il restauro di opere, codici e manoscritti.

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