Al centro è l'uomo: l'Ucid riflette a 70 anni dalla firma della Dichiarazione universale dei diritti umani
Da sabato 27 ottobre riprendono gli incontri formativi dell'Ucid Padova che, quest'anno, a 70 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, ne approfondisce i contenuti alla luce dell'attualità che stiamo vivendo.
Nel 1948 il mondo intero, appena uscito dalla tragica seconda guerra mondiale, sentì forte l’esigenza di redigere un documento che tutelasse la dignità umana. Il tema è attuale e quanto mai controverso in una società globale in continuo mutamento.
I presupposti ci sono, ma le condizioni sociali, economiche e politiche che l’hanno tenuto a battesimo 70 anni fa sono profondamente mutate. La carta dei diritti universali, oggi, mantiene tutta la sua pregnanza?
È dedicato ai 70 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo il ciclo di incontri 2018/19 organizzati dall’Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti) sezione di Padova. Nel 1948 il mondo intero, appena uscito dalla tragica seconda guerra mondiale, sentì forte l’esigenza di redigere un documento che tutelasse la dignità umana.
Il tema è attuale e quanto mai controverso in una società globale in continuo mutamento. Punto focale delle riflessioni che animeranno il convegno di apertura in programma all’auditorium Antonianum, sabato 27 ottobre (dalle ore 10), sarà proprio l’analisi sull'attualità del documento.
I presupposti ci sono, ma le condizioni sociali, economiche e politiche che l’hanno tenuto a battesimo 70 anni fa sono profondamente mutate. La carta dei diritti universali, oggi, mantiene tutta la sua pregnanza?
«Ho pochi dubbi – spiega don Marco Cagol, vicario episcopale per le relazioni con il territorio della Diocesi di Padova – Sicuramente la Carta è stata una sintesi culturale, filosofica e politica, che segna tuttora uno dei passaggi più luminosi della storia dell’umanità: tutte le nazioni e le culture hanno cercato di trovare un punto di convergenza che sancisse la difesa dell’uomo. La Dichiarazione rimane punto di riferimento con il quale è inevitabile ancora oggi confrontarsi; anche quelle culture, quei paesi e quei soggetti che non la rispettano, non si mettono frontalmente in contrasto con l’idea di diritti umani. È un paradigma che mantiene intatta tutta la sua validità. Certo, è un documento intriso di cristianesimo concepito in una determinata e particolare stagione storica, anche con la preponderanza di alcune categorie tipiche dell’Occidente: probabilmente oggi alcune dinamiche andrebbero aggiornate e ampliate, sarebbe necessario includervi sensibilità che in quel momento non erano state considerate. La Carta può essere sottoposta a critiche ed è necessario un confronto con altre culture e dimensioni che in quell’epoca non erano apparse del tutto. Ma resta indiscutibilmente un punto di non ritorno ancora valido che chiede di essere meditato, approfondito e certamente aggiornato».
Concorda con l’attualità del documento anche Enzo Pace, docente di sociologia generale e di sociologia della religione alla facoltà di scienze politiche dell’Università di Padova: «Nonostante tutto la Dichiarazione è attuale. Certo, se ci si guarda attorno il panorama è desolante: subiamo gli effetti indotti dalla globalizzazione grazie alla quale sono cresciute alcune zone del mondo, ma a costi elevati per quanto riguarda la tutela di quella parte di diritti fondamentali della Carta del 1948».
Ci si deve però interrogare su cosa si intenda oggi per diritti umani. «Il secondo fronte da considerare – prosegue Pace – è dato dal fatto che questa fase della storia è connotata da una grande quantità di guerre e conflitti. La storia contemporanea sembra smentire quei diritti che avevano la loro espressione somma in ciò che Papisca definiva “il diritto alla pace”. Ma, ciò nonostante, la battaglia sui diritti umani è importantissima e attuale perché è molto presente nonostante le divisioni storiche, culturali e religiose oggi molto evidenti in altre realtà (penso al mondo musulmano, a quello indiano, o induista o buddista) le quali, al di là delle questioni religiose, agitano questa bandiera per contrastare tutte le pericolosissime forme di attacco ai diritti della persona fatte in nome della stessa religione di appartenenza».
Concordano don Marco Cagol ed Enzo Pace che la nuova frontiera per attualizzare la Carta è il rispetto dell’ambiente. «La Laudato si' di papa Francesco – precisa don Cagol – dimostra come la relazione con la terra e la natura sarà decisiva per il futuro dell’umanità e del rispetto della dignità delle persone».
«Dopo la grande stagione dell’ecumenismo storico qualcosa si muove – chiosa Enzo Pace – La chiesa cattolica si è esposta molto con l'enciclica di Bergoglio. La speranza è che una grande istituzione religiosa trascini le altre e si crei un fronte mondiale come è avvenuto in passato».
a cura di Ucid Padova