Adorazione Eucaristica. Vivere e morire nell’amore di Cristo
La tremenda passione di Cristo, coronata con la morte in croce, fu il vero e sommo martirio. Dal momento che l’Eucaristia lo ripresenta, parteciparvi dispone e invita il cristiano a donare la sua vita fino al sacrificio supremo
Il ciclo liturgico annuale è costellato dalla celebrazione di tanti martiri. Nel mese di agosto ne ricordiamo un gruppo glorioso: santa Teresa Benedetta della Croce e san Lorenzo, san Massimiliano Maria Kolbe e san Bartolomeo apostolo, e infine il martirio di san Giovanni Battista. Nella Liturgia delle Ore, l’antifona all’invitatorio del comune dei martiri recita così: «Venite, adoriamo il re dei martiri, Cristo Signore». In effetti la tremenda passione di Cristo, coronata con la sua morte in croce, fu il vero e sommo martirio. Dal momento che l’Eucaristia ripresenta il martirio di Cristo, la partecipazione a essa dispone e invita il cristiano a donare la sua vita fino al sacrificio supremo. Nel discorso 304 rivolto da sant’Agostino (354-430) al popolo per la festa di san Lorenzo, egli chiarisce bene il vincolo che lega l’Eucaristia e il martirio: «San Lorenzo era diacono della chiesa di Roma. Ivi era ministro del sangue di Cristo e là, per il nome di Cristo versò il suo sangue». È la partecipazione sacramentale al sangue di Cristo che infonde la forza di versare il proprio sangue per Lui. Il santo vescovo continua: «Il beato apostolo Giovanni espose chiaramente il mistero della Cena del Signore, dicendo: “Come Cristo ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1Gv 3,16). Lorenzo, fratelli, ha compreso tutto questo. L’ha compreso e messo in pratica. E davvero contraccambiò quanto aveva ricevuto in tale mensa. Amò Cristo nella sua vita, lo imitò nella sua morte». Il vero culto dei santi ci porta a imitare i loro esempi come essi hanno imitato Cristo. Prosegue Agostino: «Anche noi fratelli, se davvero amiamo, imitiamo. Non potremmo, infatti, dare in cambio un frutto più squisito del nostro amore di quello consistente nell’imitazione di Cristo, che “patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme”» (1Pt 2,21). Il vescovo di Ippona, attento a tracciare un percorso di santa vita cristiana a tutti i suoi fedeli, dopo aver citato un passaggio della Prima lettera di Pietro, precisa: «Con questa frase sembra quasi che l’apostolo Pietro abbia voluto dire che Cristo patì solamente per coloro che seguono le sue orme, e che la passione di Cristo giova solo a coloro che lo seguono. I santi martiri lo hanno seguito fino all’effusione del sangue, fino a rassomigliargli nella passione. Lo hanno seguito i martiri, ma non essi soli. Infatti, dopo che essi passarono, non fu interrotto il ponte; né si è inaridita la sorgente, dopo che essi hanno bevuto. Il bel giardino del Signore, o fratelli, possiede non solo le rose dei martiri, ma anche i gigli delle vergini, l’edera di quelli che vivono nel matrimonio, le viole delle vedove. Nessuna categoria di persone deve dubitare della propria chiamata: Cristo ha sofferto per tutti. Con tutta verità fu scritto di lui: “Egli vuole che tutti gli uomini siano salvati, e arrivino alla conoscenza della verità” (1Tm 2,4)». Prosegue Agostino: «Dunque cerchiamo di capire in che modo, oltre all’effusione del sangue, oltre alla prova della passione, il cristiano debba seguire il Maestro. L’Apostolo, parlando di Cristo Signore, dice: “Egli, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio”. Quale sublimità! “Ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini, apparso in forma umana, umiliò se stesso” (Fil 2,7-8). Quale abbassamento! Cristo si è umiliato: eccoti, o cristiano, l’esempio da imitare». L’essenza del martirio è perdere la vita per il nome di Cristo (cfr Mt 18,25), un perdere la vita che può essere violento e repentino, ma il più delle volte lento e incruento. In ogni caso abbiamo bisogno di attingere forza nel sacrificio eucaristico per vivere e morire nell’amore di Cristo.
Rete mondiale di preghiera per il papa: agosto
Intenzione di preghiera del papa Preghiamo perché i leader politici siano al servizio della propria gente, lavorando per lo sviluppo umano integrale e per il bene comune, prendendosi cura di chi ha perso il lavoro e privilegiando i più poveri.
Intenzione dei vescovi Preghiamo perché la Chiesa nel cammino sinodale trovi le risposte a quei cambiamenti che il mondo sta vivendo.
Intenzione di preghiera per il clero Cuore di Gesù, nel mese della Assunzione di tua Madre, eleva il cuore dei tuoi ministri alle altezze celesti, perché anch’essi sappiano alleggerire le zavorre dell’umanità.
padre Domenico Maria Fabbian
Eremita Diocesano