Una Nota speranzosa. Come si aggiustano i conti pubblici quando questi sono fuori controllo?

I mercati guardano con sospetto la nota di aggiornamento al bilancio statale (la Nadef)

Una Nota speranzosa. Come si aggiustano i conti pubblici quando questi sono fuori controllo?

Come mai i “mercati” starebbero guardando sospettosi la nota di aggiornamento al bilancio statale (la Nadef) che il governo Meloni sta faticosamente allestendo, tutto sommato con un impegno finanziario che danza tra i 20 e i 30 miliardi di euro? Insomma briciole?

Perché, semplicemente, le premesse giustificherebbero un sostanziale nulla di fatto: cari italiani non c’è un euro disponibile, magari il prossimo anno…

Ma può un governo tutto sommato fresco di elezioni, rimanere al palo e non muovere nemmeno una ventina di miliardi su un bilancio enormemente più grande? Tutte le promesse? Tutta l’azione politica che non sia la fotocopia della precedente?

Il fatto è che, per avere un minimo di agibilità politica (leggi: un po’ di soldi), il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha messo in piedi una Nadef che si basa su presupposti che spaziano tra l’estrema fragilità e la fantascienza. Anzitutto prevede una crescita economica che, come dichiarato nella stessa Nota, accredita la stima più benevola tra quelle fatte sulla crescita del Pil nel 2024. Ma si sa già ora che è ipotetica, perché le stime più prudenti sono già state riviste al ribasso.

E su quelle stime che sprizzano ottimismo, si costruiva un lievissimo calo del debito pubblico (dal 140,2 al 139,6% dello stesso rispetto al Pil da qui al… 2026) che quasi sicuramente sarà invece un aumento dello stesso. E il continuo lievitare di un debito pubblico (che ha dimensioni già oggi colossali) preoccupa assai chi quel debito lo sta finanziando attraverso l’acquisto di Btp e Cct: i “mercati”. I soldi ce li prestano se pensano che glieli restituiremo.

Poi si parla di un piano di privatizzazioni che dovrebbe rendere qualcosa come una ventina di miliardi di euro: si tenga conto che nell’ultimo decennio le somme introitate da privatizzazioni sfiorano lo zero. E cosa mai lo Stato venderebbe per incassare una simile somma? L’unico asset chiaramente sul mercato è la banca Montepaschi, da cui è lecito aspettarsi non più di 2 miliardi di incasso. E il resto? Nessun accenno, nessuna spiegazione.

Infine si parla di un saldo primario (insomma la differenza tra entrate e uscite al netto degli interessi sul debito) in equilibrio dal 2024, anno in cui dovrebbe cessare il taglio del cuneo fiscale per certi redditi da lavoro che attualmente assorbe 10 miliardi di euro. E quale governo avrà il coraggio di dire a tutti quegli italiani che dal gennaio 2024 vedranno meno soldi in busta paga? Mmh…

Siccome appunto per fare ulteriori, grossi debiti ci vuole altrettanto coraggio (e allora sì i “mercati” boccerebbero l’azione economica del governo), come si aggiustano i conti pubblici quando questi sono fuori controllo?

Con una parola che inizia con t e finisce con asse. I mercati sorriderebbero, gli italiani molto meno. Quindi a molti è sembrata una Nadef che butta la palla un po’ più avanti, sperando che nel frattempo succeda qualcosa. Di positivo, s’intende.

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Fonte: Sir