Un accordo atteso. Va apprezzato il rinnovo del contratto scuola, con una serie di aumenti in busta paga agli insegnanti
Il rinnovo del contratto era atteso da 4 anni. Porterà subito un incremento medio di 100 euro lordi entro il prossimo Natale a cui si aggiungeranno gli arretrati per una media di 2,000 euro.
Parliamo di soldi. Nel mondo della scuola sono da sempre un problema, nel senso che di scarsità di risorse economiche sono piene le notizie e i commenti da sempre. Vuoi a proposito del rapporto tra investimenti e Pil, vuoi a proposito delle carenze per l’edilizia scolastica, vuoi a proposito per l’inadeguatezza delle infrastrutture informatiche… chi più ne ha più ne metta.
In questo contesto la questione della retribuzione degli insegnanti ha un peso importante, con le ricerche cha spesso segnalano come il personale italiano rispetto a quello di altri Paesi europei sia sottopagato. Cosa non da poco, se si pensa che proprio la retribuzione oggi pesa in modo determinante sull’immaginario collettivo e si capisce che un mestiere – una professione – pagata poco possa essere facilmente inteso come di secondaria importanza.
In realtà sappiamo bene che fare l’insegnante è cosa decisiva per il Paese e la carriera docente dovrebbe poter attrarre le risorse migliori dal punto di vista intellettuale e umano, di preparazione culturale e di abilità pedagogica. In questa direzione vanno anche gli sforzi compiuti in questi anni per un percorso di formazione dei docenti sempre più impegnativo. Ma è chiaro che se alla fine di questo percorso lo stipendio non è adeguato le fatiche risultano vane.
E’ in questo contesto che va apprezzato il rinnovo del contratto scuola, con una serie di aumenti in busta paga agli insegnanti. Rinnovo che costituisce un buon primo passo per il ministro Valditara, anche se la strada era stata preparata da tempo.
Proprio il ministro ha dichiarato al momento della firma, registrando tra l’altro anche il commento benevolo dei sindacati, che “Oggi è una giornata storica, caratterizzata anzitutto da un nuovo modo di intendere il rapporto tra il governo e le parti sociali, impostato sul confronto costruttivo e sulla risoluzione pragmatica dei problemi. Questo sarà sempre l’approccio che porterò avanti con chi rappresenta i lavoratori del comparto scuola”.
Il rinnovo del contratto era atteso da 4 anni. Porterà subito un incremento medio di 100 euro lordi entro il prossimo Natale a cui si aggiungeranno gli arretrati per una media di 2,000 euro ma anche di più per alcuni, che andranno ad aggiungersi allo stipendio e alla tredicesima, oltre a risorse per un successivo accordo. I lavoratori del comparto scuola coinvolti dall’accordo sono 1,2 milioni e la firma è avvenuta dopo dopo oltre 7 ore tra Ministro e Sindacati, i quali hanno commentato a caldo che “è stato fatto un grande lavoro, superando le difficoltà che si stavano registrando proprio sulla partita delle risorse”.
L’Accordo – precisa il Ministero in una nota – prevede una disponibilità finanziaria pari a 100 milioni di euro, deliberata nel Consiglio dei Ministri “da destinare alla componente fissa della retribuzione accessoria per l’anno 2022, nella misura di 85,8 milioni per i docenti e 14,2 milioni per il personale Ata. È stato inoltre assunto l’impegno a reperire ulteriori risorse finanziarie, anche nell’ambito della manovra di bilancio 2023, da destinare alla retribuzione tabellare del personale scolastico”.
Anche la premer Meloni, in conferenza stampa ha espresso “soddisfazione” per il punto raggiunto. Soddisfazione che immaginiamo condivisa dal mondo scolastico che vuole – a ha diritto – tornare davvero al centro delle attenzioni del paese.