Ricostruzione post-Covid: ripartiamo dall'uguaglianza di genere
Paola Profeta, docente della Bocconi: “L'Italia fanalino di coda in Europa sulla questione dell'occupazione femminile. Ora la questione si è aggravata, il 55% dei posti di lavoro persi, a causa del covid, riguarda le donne”. A Fa' la cosa giusta! intervento su “Lo sguardo delle donne sul domani”
Frastornati per come è cambiata in pochi mesi la nostra vita e preoccupati per i rischi di contagi, facciamo fatica a guardare al futuro. “Dobbiamo invece pensare già adesso alla ricostruzione post-covid” afferma Paola Profeta, docente di scienza delle finanze all'Università Bocconi. Ha fatto parte della task force “Donne per un nuovo rinascimento”, istituita dalla ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, che ha individuato cinque strade su cui tutta l'Italia deve impegnarsi: parità di genere, lavoro, scienza, solidarietà e comunicazione. “Penso che il tema dell'uguaglianza di genere sia fondamentale per la rinascita - aggiunge -. L'Italia è sempre stata il fanalino di coda dell'Europa sulla questione dell'occupazione femminile. E adesso la questione si è aggravata, tanto che più del 55% dei posti di lavoro persi, a causa del Covid, riguarda le donne”.
Paola Profeta interverrà al programma culturale di Fa' la cosa giusta! insieme a Ersilia Vaudo, astrofisica e chief diversity officer dell'Agenzia Spaziale Europea. Anche Ersilia Vaudo ha fatto parte della task force della ministra Bonetti. Moderate Maria Luisa Villa, dell’associazione GiULiA (GIornaliste Unite LIbere Autonome), affronteranno il tema “Lo sguardo delle donne sul domani. Senza donne non c’è ripresa. Riflessioni e azioni per un cambio di paradigma” (venerdì 20 novembre, ore 19.30). Racconteranno il loro punto di vista sul futuro partendo dal ruolo e dai diritti delle donne. “In questi mesi le donne stanno pagando di più la crisi economica e sociale - sottolinea Paola Profeta -. Anche perché le donne sono occupate soprattutto nei settori più a rischio di chiusura, come i servizi”. Non solo. Con il lockdown, è aumentato sulle donne il carico di lavoro domestico e di cura dei bambini o degli anziani. “C'è quindi un'esigenza fortissima di pensare a una migliore divisione dei compiti all'interno delle famiglie, con un coinvolgimento maggiore dei padri nell'accudimento dei figli. Dobbiamo vedere tutto questo come un'opportunità, incentivata da misure ben precise di sostegno da parte delle istituzioni”.
Con la pandemia e il lockdown si è dato un impulso, impensabile solo un anno fa, alla digitalizzazioni di molti servizi (anche nella pubblica amministrazione) e a quello che impropriamente viene definito smart-working. “L'emergenza ha fatto spostare in casa quel che si faceva prima in ufficio - sottolinea Paola Profeta -. Lo smart working è una cosa diversa, in realtà e si dovrebbe basare su una flessibilità dei luoghi in cui si lavora, con una presenza in ufficio solo per alcuni giorni. È importante, in un'ottica post Covid, non disperdere l'esperienza che abbiamo fatto finora per necessità. Certo tante cose dobbiamo gestirle meglio, ma non possiamo più tornare indietro”.