Omotransfobia: mons. Santoro (Taranto) su avvenimenti a Lizzano, “si ristabilisca la serenità e il dialogo franco”
L’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, prova a ricucire lo strappo tra il parroco della “San Nicola” di Lizzano e la sindaca del paese dell’arco ionico. Il 14 luglio scorso nell’aula liturgica si è svolto un rosario, organizzato dalle Sentinelle del Mattino, a favore della famiglia “per difenderla dalle insidie che la minacciano, fra cui il disegno di legge contro l’omotransfobia”, diceva il post sulla pagina parrocchiale
Saputa la notizia, un gruppo di manifestanti ha protestato fuori dall’edificio sacro, affiggendo manifesti dissidenti. Giunti i Carabinieri del posto, che hanno iniziato ad identificare i presenti, è intervenuta la sindaca di Lizzano, Maria Antonietta D’Oria, che si è schierata a difesa di chi protestava. “Auspico un confronto dialogico, franco e costruttivo fra le varie parti per lavorare in un clima di pace e serenità, costruttivo e propositivo per tutta la bella comunità lizzanese.
Ho fiducia – scrive in una nota mons. Santoro – nella comunità lizzanese perché si ristabilisca la serenità e il dialogo franco. Mi faccio io stesso promotore di un incontro fra il parroco e il sindaco perché Piazza e Chiesa a Lizzano continuino ad essere faro di accoglienza, di incontro e di crescita civile”.
Mons. Santoro aggiunge: “Desidero che cresca una Chiesa che sia capace di gettare ‘ponti’ per allacciare rapporti, per costruire opportunità più che ergere muri di separazione.
Le persone vanno ‘guardate’ nelle nostre comunità con gli occhi di Dio, nel pieno diritto, cioè, di ricevere, sentire e vivere da figli di Dio in un’unica famiglia dove ciascuno è simile, ma diverso, e dove la diversità di ognuno è un dono per la ricchezza della comunità e dove si vive la fatica quotidiana verso la pienezza che il Vangelo ci indica e che illumina tutti gli aspetti della vita familiare e sociale”.
Poi la sottolineatura: “Così come non si brandisce l’arma della fede al contempo non si può brandire quella di qualsiasi ideologia”.
Marina Luzzi