Nota sul voto di martedì 16 gennaio in Consiglio regionale del Veneto sul suicidio assistito
La proposta di legge 217 “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito” per un voto ieri in Veneto non è stata approvata ed è stata rinviata in Commissione.
Chi ha seguito il dibattito in aula, ha potuto assistere a un momento alto di democrazia; quasi tutti i consiglieri, compreso il presidente Zaia, sono intervenuti per spiegare le proprie motivazioni di voto. Il confronto è stato schietto, mai sopra i toni e i singoli interventi hanno evidenziato una ricerca e un approfondimento dei temi e un rispetto per le posizioni divergenti.
«Come cittadino sono soddisfatto della maturità che i consiglieri hanno dimostrato in aula», dichiara Marco Marseglia, presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Veneto. «Come presidente del Forum ho potuto constatare che le tematiche e le preoccupazioni espresse nel nostro intervento in audizione del 16 novembre scorso sono state riprese da molti consiglieri, segno che il nostro punto di vista aveva centrato pienamente i punti salienti degli argomenti discussi».
Resta, comunque, il vuoto normativo che la sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019 ha evidenziato. Dopo il tentativo del Veneto, regione sulla quale l’associazione Coscioni contava particolarmente per la percezione di una maggioranza trasversale, la palla passa al Parlamento e come Forum sicuramente porteremo il nostro contributo.
«Nel dibattito odierno è emerso che in Veneto, considerata tra le regioni con una sanità più efficiente», osserva Marseglia, «c’è ancora molto da recuperare per promuovere e applicare le cure palliative e la sedazione profonda, riducendo di fatto la platea dei malati che hanno la possibilità di usufruirne».
Come Forum facciamo riferimento al parere del Comitato Nazionale per la Bioetica del 14 dicembre 2023, nel quale si raccomanda alle istituzioni preposte alle politiche sanitarie, di determinare e attivare strategie per rafforzare le reti dei servizi per garantire l’accesso alle Cure Palliative in modo uniforme sul territorio nazionale, di sostenere i pazienti e le loro famiglie specialmente nelle fasi di avvicinamento alla conclusione della vita, e destinare risorse economiche che ad oggi risultano inadeguate.
«Questa è la strada da percorrere e incentivare», conclude Marseglia, «una strada che valorizza e tutela la persona in tutte le fasi della sua vita, anche quelle in cui è più fragile».