Migranti morti in mare, "inaccettabile male del nostro tempo"
Il Centro Astalli chiede canali umanitari e operazioni europee di ricerca e soccorso in mare. "Chiudere l’Europa aggrava crisi umanitarie e alimenta il traffico e la morte di esseri umani"
"Vicini al dolore delle famiglie delle vittime, vogliamo ribadire che lasciar morire in mare uomini, donne e bambini, nell'indifferenza di governi, istituzioni e società civile è inaccettabile male del nostro tempo". E' il commento del Centro Astalli, che esprime profondo cordoglio per i 200 migranti morti nel Mediterraneo, causati da più naufragi in sola settimana, nel tentativo di fuggire dagli orrori della Libia e ottenere protezione in Europa.
"A pochi giorni dalla presentazione del patto sulle migrazioni della Commissione europea arriva l’ennesima tragica prova che chiudere l’Europa attraverso accordi con paesi in guerra, respingere i migranti e concentrarsi su come trincerarsi dentro le proprie frontiere acuisce problemi, aggrava crisi umanitarie e alimenta il traffico e la morte di esseri umani", sottolinea l'organizzazione.
Il presidente Camillo Ripamontiha poi ricordato che “ieri la Chiesa cattolica ha celebrato la Giornata del Migrante e del Rifugiato 2020, Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Siamo chiamati a considerare l’altro un fratello, da accogliere e proteggere. I migranti non sono numeri, sono persone con storie da ascoltare e conoscere. Lasciarli morire in mare senza soccorsi è abominio da fermare subito“.Per questo il Centro Astalli chiede l’apertura di canali umanitari per chi scappa da guerre e persecuzioni e l’attivazione di quote per l’ingresso di migranti lavoratori. Solo queste misure sono un reale deterrente al traffico di esseri umani; l’attivazione immediata di operazioni europee di ricerca e soccorso in mare volte al salvataggio di migranti che rischiano di morire; l’impegno di governi nazionali e sovranazionali a gestire i flussi migratori nel rispetto dei diritti umani, della dignità e della vita di ogni essere umano che chiede protezione. "Le convenzioni internazionali impongono ciò come presupposto della sussistenza stessa dell’Unione europea e della tenuta democratica degli Stati membri".