La vita degli italiani sospesa in una bolla
Rapporto Coop 2020: l'84% ha rinvito progetti di vita o di lavoro. E uno su tre teme un peggioramento della propria condizione economica. Per uscire dallo stallo, occorre puntare su scuola e lavoro
L'84% ha rinviato progetti di vita o di lavoro a causa dell'emergenza sanitaria, il 41% ha intenzione (o lo ha già fatto) di ridurre pranzi e cene al ristorante, il 29% prevede che nel 2021 la sua vita personale peggiorerà. Gli italiani vivono sospesi in una sorta di bolla, in cui casa e famiglia rimangono ancore di salvezza. È quanto emerge dall'anteprima digitale del “Rapporto Coop 2020 – Economia, Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani” redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori). Nel rapporto sono contenuti i dati si due sondaggi, dal titolo“Italia 2021 il Next Normal degli italiani”, condotti in agosto: il primo ha coinvolto un campione di 2mila italiani rappresentativo della popolazione over 18, mentre il secondo 700 opinion leader e market maker fruitori delle passate edizioni del Rapporto. Tra questi sono stati selezionati 280 soggetti (imprenditori, amministratori delegati e direttori, liberi professionisti) che secondo Coop sono “in grado di anticipare più di altri le tendenze future del Paese”.
C'è poco ottimismo negli italiani. Il 56% ritiene che ci sarà un peggioramento della situazione dell'Italia in generale, il 32% è pessimista sul destino della “situazione finanziaria ed economica famigliare”, il 26% teme che peggiorerà il suo benessere psicologico e il 22% ha paura che nel 2021 la sua situazione lavorativa cambi negativamente. Tra coloro che pensano di avere nei prossimi mesi problemi economici, il 60% afferma che attingerà ai propri risparmi, il 48% agli aiuti del Governo, il 36% si rivolgerà a parenti e amici.
Nella bolla degli italiani hanno un grande ruolo internet e i social. Il 30% degli intervistati sostiene che nel 2021 aumenterà il tempo trascorso su internet e il 19% quello passato sui social.
Su cosa l'Italia debba puntare per ripartire, il gruppo di opinion leader intervistati da Coop ritiene che siano prioritarie l'istruzione (42%), il lavoro (36%), la digitalizzazione (36%), le infrastrutture (34%) e la sanità (28%). Inoltre un italiano su cinque prevede di aumentare il tempo dedicato ai corsi di formazione.
La casa come salvagente a cui tenersi stretti fa il paio con un’altra costante che distingue ancora nel postcovid gli italiani dai cugini europei: il cibo. Alla spesa alimentare, pur nell’emergenza e in una evidente contrazione generalizzata degli acquisti, gli italiani non rinunciano e solo il 31% dichiara di voler acquistare prodotti di largo consumo confezionato più economici a fronte di un 37% della media europea; un dato decisamente inferiore al 50% registrato lo scorso anno e al 57% del 2013 (anno in cui eravamo in piena crisi economica con un Pil a -1,8%). E anche a emergenza sanitaria finita solo il 18% dice di voler acquistare prodotti più economici. Guardando dentro al carrello si nota una straordinaria inversione di tendenza rispetto alla fotografia scattata appena un anno fa dal RapportoCoop2019. Allora era fuga dai fornelli, un fenomeno che in realtà continuava in progressione costante tanto da dimezzare in 20 anni il tempo passato a cucinare ogni giorno ridotto allora a appena 37 minuti. Complice il lockdown invece gli italiani hanno rimesso le mani in pasta e continuano a farlo, tanto che si registra una costante crescita nelle vendite degli ingredienti base (+28.5% nella grande distribuzione su base annua) a fronte della contrazione dei piatti pronti (-2,2%). Supportati o meno da aiuti tecnologici (la vendita dei robot da cucina ha fatto registrare a giugno +111% rispetto all’anno prima), il 30% dedicherà ancora più tempo alla preparazione del cibo e il 33% sperimenterà di più. Uno su tre lo farà per “mangiare cose salutari”, ma c’è anche un 16% che lo ritiene un modo per mettersi al riparo da possibili occasioni di contagio. La preparazione domestica dei cibi è probabilmente anche la nuova strategia degli italiani per non rinunciare alla qualità e contemporaneamente alleggerire il proprio budget familiare.
Dario Paladini