La strage va fermata. Migranti e diritto alla vita
Nel buio di domenica 26 febbraio, alle quattro del mattino, in mezzo al mare freddo con onde alte tre metri, sono morti uomini, donne e tanti bambini davanti alle coste calabresi.
Erano partiti dalla Turchia con un barcone, una “carretta del mare” come ci siamo abituati a dire da trent’anni a questa parte, che si è sfasciata tra le onde. Erano afghani, pachistani, siriani, iraniani, somali, palestinesi. Un’umanità in fuga dalla miseria, dalla guerra e da tanti diritti negati. Su quel barcone c’era la nostra umanità. È per questo che la prima reazione è di tristezza, dolore, sgomento, cordoglio. Perché sono persone, mentre i numeri ci interessano solo per conoscere la dimensione del dramma....