La sana capacità di farsi da parte. Tre anni di Covid e la nostra memoria corta
Quanto è corta la nostra memoria? A tre anni dallo scoppio della pandemia da Covid-19, la domanda è più che lecita. L’isolamento di intere aree di territorio, i lockdown, i duecento metri da casa concessi per gli spostamenti, i tamponi compulsivi, la fame d’aria di fragili e anziani che non ce l’hanno fatta, la pietosa processione di camion militari in partenza da Bergamo, dove i cimiteri non erano capienti abbastanza per accogliere tutti quei morti.
E poi ancora Vo’ chiusa nei suoi confini dopo la prima vittima italiana, il pensionato Adriano Trevisan, l’ospedale Covid di Schiavonia, quello di Santorso, la riconversione di interi reparti, le cure che annaspavano, finché non è arrivato il vaccino. A molti di noi tutto questo appare, oggi, come un lontano ricordo. Qualcuno si sta già chiedendo come abbia fatto a rimanere in casa un mese con bambini piccoli (anche se è trascorso appena un anno dalla positività) o come sia stato possibile lavorare da casa con i ragazzi...