La "pandemia disuguale" e la sfida dell'accesso al vaccino
Report di Intersos: a gennaio 2022 vaccinato solo il 10% della popolazione dei paesi più poveri del mondo con almeno una dose, a fronte del 67% nei paesi più ricchi. L'impegno in Italia e nel mondo a fianco delle persone fragili e a sostegno delle istituzioni. "Non lasciare indietro nessuno, per tutelare la salute di tutti"
"La pandemia di Covid-19 ci ha insegnato che la salute di ogni singola persona è interconnessa e che, per tutelare la salute di tutti, è necessario non lasciare indietro nessuno. Tuttavia, nel corso dell’ultimo anno, quello che abbiamo osservato è stato, spesso, l’esatto opposto. Nel corso del nostro lavoro, abbiamo constatato e denunciato il persistere di inaccettabili condizioni di esclusione e disparità nell’accesso ai vaccini". Lo sottolinea Intersos, che oggi nel corso dell’incontro “Pandemia diseguale. La complessa sfida per l'accesso ai vaccini, in Italia e nel Mondo”, ha presentato i dati del report sull'accesso alla campagna vaccinale in Italia e nel mondo e offerto il quadro di lezioni e buone pratiche emerse in questi anni di impegno a fianco delle persone fragili e a sostegno delle istituzioni, per l’accesso ai vaccini.
A partire da una certezza: "Milioni di persone non hanno nemmeno la possibilità di scegliere, per via di barriere e disparità di accesso ai vaccini"
"Dal momento in cui i vaccini contro il Covid-19 sono stati messi a disposizione, è stata subito chiara per Intersos, in quanto organizzazione umanitaria in prima linea nelle emergenze, la necessità di raggiungere le popolazioni più vulnerabili dei Paesi nei quali operiamo, in Italia come nelle aree di più difficile accesso in contesti di crisi umanitaria, non solo somministrando i vaccini ma anche e soprattutto sensibilizzando e informando le persone sull’importanza della campagna vaccinale", commenta l'organizzazione.
"Anche nello sviluppo campagna vaccinale, la pandemia di Covid-19 ha mostrato quanto profonda sia la disuguaglianza in primis tra chi vive nei Paesi più ricchi e chi vive nei Paesi più poveri del mondo (a inizio gennaio 2022 solo il 10% della popolazione target nei Paesi più poveri del mondo è stato vaccinato con almeno una dose a fronte del 67% della popolazione target nei Paesi più ricchi), ma anche all’interno degli stessi Paesi più ricchi tra chi è pienamente inserito in un sistema di protezione e chi si trova in condizioni di esclusione sociale e fragilità", spiegano gli osservatori.
In Italia, per facilitare la campagna vaccinale Intersos si è concentrato su centinaia di migliaia di persone, tra chi non possiede un titolo di soggiorno valido, stranieri in attesa di regolarizzazione e non ancora riconosciuti, immigrati accolti in strutture d’accoglienza governative che per ragioni amministrative non accedono al Servizio Sanitario Nazionale, minori stranieri non accompagnati, vittime di tratta e molti rom, sinti e caminanti che vivono in insediamenti di fortuna o palazzi occupati, oltre a un numero significativo di senza fissa dimora, italiani e stranieri. Intersos ricorda che in Italia sono circa 500 mila i non comunitari senza permesso di soggiorno, a cui si aggiungono circa 200mila persone straniere che hanno presentato domanda di regolarizzazione, la maggior parte delle quali non è stata ancora esaminata, e queste persone sono quindi in un "limbo amministrativo.
"Per superare le barriere di accesso alla campagna vaccinale, sia in aree urbane che in zone rurali, abbiamo affiancato il lavoro delle ASL con attività di sensibilizzazione alla vaccinazione e supporto diretto per le persone senza tessera sanitaria sia per la prenotazione del vaccino che per l’ottenimento del green pass. - spiega l'organizzazione - Da questo lavoro abbiamo tratto lezioni e buone pratiche, rinforzate da un’interlocuzione costante con le istituzioni".
Tra gli interventi di Intersos in Italia l’apertura di canali speciali per la vaccinazione di migranti nel municipio XIV di Roma o la garanzia della mediazione linguistica e culturale nei centri vaccinali della provincia di Foggia, che ha raggiunto fino a ottobre 2021 circa 7 mila persone incluse nella campagna vaccinale e oltre 5 mila supportate nell’ottenimento del green pass. L'organizzazione ha poi esteso le attività anche in Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lombardia e Venero, collaborando con associazioni locali costituite da migranti: 627 persone sono state supportate con una mediazione linguistico culturale in sede di vaccinazione, 743 persone sono state assistite all'ottenimento del green pass, 209 persone sono state assistite nella prenotazione della vaccinazione tramite degli sportelli e infine, 203 persone sono state accompagnate personalmente agli hub vaccinali.
"La sensibilizzazione della popolazione marginalizzata - spiega Intersos - è avvenuta attraverso la condivisione e la distribuzione di materiale informativo riguardante il tema della vaccinazione a un totale di 5.947 persone e il coinvolgimento delle comunità attraverso sessioni informative di gruppo".
All’estero, Intersos ha deciso di partecipare alla campagna di vaccinazione nella cornice di Covax (Covid-19 Vaccine Global Access Facility), l’iniziativa globale nata per promuovere la distribuzione equa dei vaccini in tutto il mondo e coprire direttamente fino al 20% della popolazione target nei paesi più poveri e, di conseguenza, privi della capacità di organizzare autonomamente l’acquisto, l’approvvigionamento e la distribuzione dei vaccini. Il pacchetto di intervento messo in campo da Intersos si fonda su quattro pilastri: l’attivazione delle comunità e l’informazione alla popolazione, la gestione e il supporto della catena del freddo, la somministrazione diretta dei vaccini. Al momento siamo già operativi in Nigeria e Yemen. In Burkina Faso è in corso la fase di preparazione di sensibilizzazione della popolazione. E nelle prossime settimane avvieremo uno studio per comprendere quali siano gli ostacoli alla vaccinazione in Afghanistan, Libano, Ciad e Repubblica Centrafricana.