Israele e Hamas. Quirico: “Liberazione ostaggi scenografia di una sconfitta, Israele ha perso la guerra il 7 ottobre”
L’inviato di guerra Domenico Quirico analizza il conflitto Israele-Hamas, affermando che “Israele ha perso la guerra il 7 ottobre”, quando il principio fondativo della sua sicurezza è crollato. La reazione militare, secondo Quirico, non può annientare Hamas, parte integrante di Gaza. Sul tema della pace, osserva: “È un’utopia, meglio dire ‘cessate il fuoco’”. Per lui, il vero obiettivo è la giustizia: “Solo quando un occidentale sarà processato all’Aia, potremo parlare di giustizia globale”
![Israele e Hamas. Quirico: “Liberazione ostaggi scenografia di una sconfitta, Israele ha perso la guerra il 7 ottobre” Israele e Hamas. Quirico: “Liberazione ostaggi scenografia di una sconfitta, Israele ha perso la guerra il 7 ottobre”](/var/difesapopolo/storage/images/media/openmagazine/il-giornale-della-settimana/articoli-in-arrivo/israele-e-hamas.-quirico-liberazione-ostaggi-scenografia-di-una-sconfitta-israele-ha-perso-la-guerra-il-7-ottobre/6049709-1-ita-IT/Israele-e-Hamas.-Quirico-Liberazione-ostaggi-scenografia-di-una-sconfitta-Israele-ha-perso-la-guerra-il-7-ottobre_articleimage.jpg)
“Israele ha perso la guerra” e la dimostrazione è “la forma spettacolare di liberazione” degli ostaggi da parte di Hamas che “non è solo un teatro. Io credo che Israele sia in grado di comprendere tutto ciò con tragica profondità”.
Lo ha affermato il giornalista e inviato di guerra (La Stampa), Domenico Quirico, nel corso dell’incontro, “Costruttori di guerre”, svoltosi nei giorni scorsi ad Alpignano (To) promosso dalle associazioni “Laudato si” e “Sogno di luce” con il patrocinio del comune locale. L’evento è stato l’occasione per analizzare i conflitti mondiali in corso, con particolare riferimento a quello tra Israele e Hamas a Gaza.
La vera sconfitta. “Israele ha perso la guerra il 7 ottobre 2023, quel giorno, per la prima volta, ha subìto un’invasione da parte di un gruppo armato che ha oltrepassato il confine, è entrato nel Paese e vi è rimasto per un tempo significativo, seminando morte e distruzione. Qual è la vera sconfitta?” È stata la domanda posta dall’inviato nella sua riflessione: “Israele – ha spiegato – non si fonda solo sulla dichiarazione delle Nazioni Unite, ma su un principio fondamentale: con la nascita dello Stato di Israele, mai più un ebreo sarebbe stato insicuro. Gli ebrei non sarebbero più stati vittime di violenza, perché Israele sarebbe stato abbastanza forte da impedirlo. Su questa certezza è stato costruito lo Stato. Ma il 7 ottobre, questo principio fondativo è crollato”
“Israele si è scoperto vulnerabile. E in quel momento, ha perso la guerra”.
Quirico ha poi analizzato la risposta di Israele all’attacco di Hamas: “l’unica reazione possibile per Israele è stata ‘centuplicare’ la risposta, pianificare una vendetta all’ennesima potenza per la rappresaglia subita. Ma dal punto di vista militare, si trattava di un obiettivo irraggiungibile. Hamas non può essere annientata fino all’ultimo uomo, come prometteva Netanyahu, perché non è un’entità separata da Gaza, non è un corpo estraneo che si può semplicemente eliminare: è parte integrante di quella realtà. Per questo, dal punto di vista militare, è impossibile sradicarla completamente”. E così,
“la questione degli ostaggi diventa la scenografia di una sconfitta già avvenuta. Israele sarà ora costretta, con cadenza periodica, ad assistere alla liberazione graduale dei propri ostaggi, e ogni volta, quel momento metterà in scena il significato profondo di questa sconfitta”.
Pace e giustizia. Nella mente di chi, come Quirico, della guerra ne ha sentito il sapore, l’odore, ne ha vissuto le tragiche grida, trovare una definizione stessa di guerra è quasi scontato, anzi è “tragicamente semplice”, parlare di pace, invece, diviene “complesso, un’utopia irraggiungibile”. “La guerra è uccidere non servono altre parole – ha commentato Quirico – la pace? Io abolirei questa parola, perché è un’ambizione, un’utopia, un progetto meraviglioso ma non può essere calata nella realtà. Oggi direi, accontentiamoci della frase ‘cessate il fuoco’ che per chi sta vivendo la guerra è già un miracolo”. Ma se per Quirico la pace è impossibile, c’è invece un ideale che può trovare corpo nelle azioni concrete, un’aspirazione a cui tutti possono lavorare: “la giustizia”. “Dovremmo partire dalla nostra ipocrisia – commenta – proclamiamo principi che non mettiamo in pratica. Il giorno in cui vedremo un occidentale processato alla Corte Penale Internazionale dell’Aia, quando a rispondere non saranno più solo i ‘manovali dei misfatti internazionali’ ma anche i veri responsabili, allora potremo parlare di giustizia globale.
La vera questione non è la pace, ma la giustizia.
Io conosco il mondo del ‘non diritto’ e so quanta rabbia provochino le nostre lezioni di morale, puntualmente smentite dai fatti”.
Eloisa Giannese (*)
(*) La Valsusa