Il teatrino surreale. Dove pensiamo di trovare i soldi che non vogliamo dall'Europa?
Stiamo parlando dei soldi (37 miliardi di euro!) del Mes, che noi respingiamo sdegnati come se fossero radioattivi.
La questione sta diventando surreale: o l’Europa ci regala molti soldi, o se li tenga pure. Prego? E dove li troviamo, in alternativa? Se è quella di stampare carta moneta al posto dell’euro, chi si fa carico di simili oscenità lo deve dire chiaro e tondo e poi assumersene tutte le responsabilità.
Nessuno ci regalerà niente, ed è normale che sia così. Noi regaleremmo 20 o 30 miliardi di euro a Cipro per sistemare i propri dissesti bancari? Non scherziamo. Allora guardiamo con interesse – che è tutto nostro, siamo noi con l’acqua alla gola – ai finanziamenti che dall’Europa ci possono arrivare a tassi semi-ridicoli. Vantaggiosissimi rispetto ad esempio ai patriottici Btp che in queste settimane lo Stato italiano sta emettendo, e sui quali pagherà interessi sei-sette volte superiori per diversi anni. Patriottici ma costosi.
Stiamo insomma parlando dei soldi (37 miliardi di euro!) del Mes, il Meccanismo economico di stabilità che noi respingiamo sdegnati come se fossero radioattivi. Per due incomprensibili ragioni: non vogliamo restituirli; vogliamo spenderli come ci pare. Invece quei soldi – come tutti i prestiti – vanno restituiti e questa volta non possono essere spesi per le prebende elettorali di qualche partito o per un discutibile bonus aspirapolveri: vanno impiegati per rafforzare i sistemi sanitari nazionali. Insomma hanno una destinazione utile e intelligente.
Qui invece si vorrebbe fare un po’ come ci pare, senza controlli e senza pagare pegno. Per poi lamentarci di quei Paesi (in prima fila l’Olanda) che già non avevano voglia di prestarceli, e ora assistono a questo spettacolo indecoroso allestito dal teatrino della politica italiana. Facile commentare poi il tutto come ha fatto brutalmente il premier olandese: crescete, diventate seri.
C’è poi un’altra verità sottaciuta, che però Angela Merkel non dimentica mai: noi siamo il tumore dell’euro. Se salta l’Italia con il suo spaventoso debito pubblico, salta la moneta unica e in definitiva l’intera Europa. Al di là delle Alpi sono più preoccupati di noi della sostenibilità del nostro debito pubblico. È per quello che stanno cercando di aiutarci. Ricevendo in cambio sberleffi e pernacchie.
Intanto suona la campanella: è quella della ricreazione. È finita.