I ragazzi scelgono le superiori. In gioco c’è la vita
Il tempo è adesso e per i tredicenni scegliere quale scuola frequentare significa fare i conti con se stessi ed entrare per la prima volta nel mondo
In questi giorni si conclude il tempo per la scelta della scuola secondaria superiore: un passaggio delicato, impegnativo, ma soprattutto significativo. Una tappa nella vita dei ragazzi e delle ragazze, che per la prima volta si trovano a prendere una decisione tanto importante, assumendosi una responsabilità che li obbliga a confrontarsi con sé stessi e a progettare il proprio futuro. Per loro, la scelta scolastica dev’essere prima di tutto un momento di crescita personale e di scoperta di sé stessi. Si tratta di guardarsi dentro, di esplorare passioni e interessi, di confrontarsi con paure e incertezze. Solo iniziando a fare i conti, onestamente, con chi realmente sono, possono cominciare a rispondere alla vita: scoprire chi sono chiamati a essere e qual è il loro contributo nel mondo. In questo percorso, i ragazzi fanno il primo passo verso l’autonomia, prendendo decisioni che influenzeranno la loro identità e il loro futuro. Una sfida emozionante, ma non priva di difficoltà, che va accompagnata. I primi accompagnatori sono i genitori, che si ritrovano a condividere con i figli questo discernimento. Un tempo fecondo per riscoprire il dialogo autentico, fatto di ascolto attento e di consigli ponderati. Si tratta di mettersi in gioco come adulti. I genitori, infatti, possono aiutare i figli a riconoscere le loro doti ma anche i loro limiti (che non sono difetti!), offrendo uno sguardo esterno ma affettivo, capace di fare verità in un clima di stima incondizionata. Senza imporre una visione precostituita, la sfida è quella di sostenere i ragazzi nel trovare la loro strada, rispettandone le inclinazioni e i desideri, e nello stesso tempo fornendo strumenti per valutare realisticamente le opportunità e le difficoltà che ogni scelta comporta. Un dialogo di questo tipo non è solo utile per la scelta dei ragazzi, ma può diventare un’opportunità per rafforzare il legame genitori-figli, creando un clima franco di fiducia e collaborazione, che sarà fondamentale anche negli anni a venire. In questo processo, un ruolo cruciale è ovviamente ricoperto anche dalle scuole. Questi sono stati mesi di open day, incontri con professionisti e orientatori, laboratori pratici e momenti di confronto con gli studenti più grandi, tutte esperienze concrete che aiutano i ragazzi a immaginare il loro futuro e a scegliere consapevolmente. Le scuole vivono costantemente questa tensione a verificare e affinare le loro modalità di supporto ai ragazzi e alle ragazze, offrendo strumenti concreti per orientarsi nella scelta e aiutandoli a riconoscere le proprie potenzialità. Ma persistono condizioni strutturali che mortificano tali sforzi. Ad esempio, non risolvere l’annoso problema della formazione di classi prime di un istituto superiore di 28/30 alunni, rende molto difficile garantire un particolare accompagnamento personalizzato. E paradossalmente, se tale accompagnamento aiuta un alunno a scoprire d’aver intrapreso una scuola non adatta alle sue capacità, l’affollamento delle classi rende pressoché impossibile uno spostamento di istituto o di corso di studi. La scelta politica delle classi pollaio non è pedagogica, ma semplicemente generata dal contenimento del numero dei docenti e dalla carenza cronica degli spazi nella scuola. E anche gli spazi educano, sono i luoghi che l’alunno abita ogni giorno, indicandogli chi è e deve diventare.
La lista sarebbe lunga, ma qui interessa far sentire tutti coinvolti, perché la scelta della scuola non riguarda solo i ragazzi, le famiglie e le scuole. Essa tocca la società intera, che ha il dovere di mettere il futuro delle nuove generazioni al centro dell’attenzione. Una società che si preoccupa del percorso scolastico dei giovani è una società che investe nel proprio futuro, riconoscendo che l’istruzione è uno strumento fondamentale per costruire cittadini consapevoli, responsabili e capaci di contribuire al bene comune. La società deve creare le condizioni affinché ogni ragazzo possa scoprire il proprio posto al suo interno. Ciò significa garantire un sistema educativo accessibile e di qualità, promuovere la cultura dell’orientamento e sostenere la valorizzazione dei talenti di ciascuno. A partire da docenti stabili, classi vivibili e aule spaziose. La scelta della scuola non è solo una decisione personale, ma un tassello fondamentale di un progetto più ampio, che riguarda la costruzione di un futuro condiviso. Accompagnare i giovani in questo percorso significa offrire loro gli strumenti per diventare protagonisti del domani, imparare a mettere i propri talenti al servizio degli altri, a rispondere a una chiamata più profonda che riguarda la costruzione di una società più equa e solidale.