Festival della Filosofia: “Nella crisi di governo c’erano solo uomini”
È lo slancio sull'attualità di Chiara Saraceno, che con la sua lezione magistrale anima oggi la seconda giornata del 19esimo Festival Filosofia
CARPI (MODENA) – “Una cosa che mi ha impressionato della recente crisi di Governo è stata l’assoluta e predominante presenza di corpi e voci maschili, questo è il tratto che mi ha colpito della crisi, a farmi fisicamente impressione. Si discute tanto di quote femminili, ma anche nell’ambito della formazione di un Governo ci vorrebbe. Ma pure a Cernobbio, ‘il gotha dell’economia’, ho visto foto di soli uomini. Abbiamo un problema anche a livello simbolico, di presentazione”.
È lo slancio sull’attualità di Chiara Saraceno, che con la sua lezione magistrale anima oggi la seconda giornata del 19esimo Festival Filosofia in corso a Carpi. Centrata sulla disparità di genere, sui costi umani e sociali della disuguaglianza, la lezione di Saraceno di scena in piazzale Re Astolfo, terminata con un lungo applauso e seguita da varie domande, comincia dunque con un assaggio di politica.
Evidenzia la sociologa attorno al capitolo Governo: “Le donne appaiono sempre più una dimensione aggiunta, le donne non fanno parte del dialogo e del ‘discorso’. La quota maschile è quella che conta. Abbiamo un problema di monopolio maschile. Non un problema di quote rosa, ma di predominio blu”, sorride amaro Saraceno.
Che continua: “Tanti anni fa, i miei figli mi hanno chiesto: mamma, perché sempre gli uomini parlano di politica? Perché i conduttori tv sono sempre uomini? Ecco- tira le somme la filosofa- non mi sembra che oggi siamo in situazione molto diversa, rispetto a quella della fine degli anni ’70”.
Ma insiste la professoressa emerita al Wissenschaftszentrum fuer Sozialforschung di Berlino, citando ricerche e proiettando slide: “L’Italia si trova a metà classifica per quanto riguarda l’indice di disuguaglianza di genere in Ue, stando ai dati 2017. Allora c’era Renzi al Governo, e la sua squadra per metà era composta da ministre, anche se poi con la partita dei sottosegretari tutto questo è passato in cavalleria, diciamo. In ogni caso, oggi secondo queste graduatorie saremmo più indietro. Era l’unica cosa che era migliorata davvero, peccato”.
Restando sulla ‘regressione’, aggiunge Saraceno: “Oggi abbiamo una sola presidente di Regione donna in Italia, e due sole sindache di grandi città…”.