Papa Francesco al milione e mezzo di giovani di Campo da Graça: «La gioia è missionaria. Siate radici di gioia»
Inizia a leggere parola per parola, ma dopo il primo paragrafo l’entusiasmo lo travolge.
Giovane tra i giovani, papa Francesco lascia da parte i fogli e fa quello che ha fatto più volte in questa GMG: parla a braccio, in una costante interlocuzione con il milione e mezzo di giovani di Campo da Graça, che ringrazia «per aver viaggiato, camminato ed essere qui. Anche la Vergine Maria, per raggiungere Elisabetta, viaggiò: “Si alzò e andò in fretta”». L’altruismo di Maria, che sebbene incinta, va da chi sa che ha bisogno di lei, è guidato dalla sua gioia. «La gioia è missionaria», sottolinea papa Francesco, che chiede ai giovani: «Voi che state qui, che siete venuti a trovare il messaggio di Cristo, a cercare un senso per la vita: lo cercate per voi o per annunciarlo agli altri? La gioia è missionaria, la devo portare agli altri».
Perché anche noi l’abbiamo ricevuta: «Tutti, se guardiamo indietro, troviamo i volti delle persone che sono state raggi di luce: genitori e nonni, preti e suore, catechisti, animatori, insegnanti… Sono le radici della nostra gioia». La gioia è missionaria, dunque l’evangelizzazione è trasmissione di gioia: «Quella gioia che è arrivata attraverso quelle radici è la gioia che noi dobbiamo comunicare. Anche noi possiamo essere radici di gioia per gli altri».
La gioia va cercata. «Non si trova chiusa in biblioteca, la dobbiamo cercare, la dobbiamo scoprire nel dialogo con gli altri. E questo ci stanca». Ma la stanchezza fa parte della vita. E si cade. «Voi credete che una persona che cade nella vita, che ha commesso grandi errori, abbia finito tutto? No. Che deve fare? Alzarsi». Papa Francesco cita un detto alpino: «Nell’arte di salire in montagna non importa non cadere, ma non restare caduti a terra». Rialzarsi, certo, ma anche rialzare gli altri. «L’unico momento in cui è lecito guardare qualcuno dall’alto al basso».
Camminare, insomma, perché la gioia è missionaria. Rialzarsi e rialzare. Ma anche allenarsi. «Non so se a qualcuno piace il calcio – domanda sorridendo Papa Francesco – a me piace. Dietro a un goal cosa c’è? Tantissimo allenamento». «Nella vita niente è gratis. Tutto si paga. C’è solo una cosa gratis: l’amore di Gesù. Camminiamo nella speranza, riscopriamo le radici senza avere paura. Non abbiate paura», conclude Papa Francesco.
L’entusiasmo lascia spazio alla solennità. Il silenzio scende su Campo da Graça per l’adorazione eucaristica. I giovani del mondo sono qui, davanti a Cristo. Il dialogo tra Cristo e i giovani non ha bisogno di interpreti o di editorialisti che ne individuino chiavi di lettura particolari a servizio di questa o quella visione del mondo. È una faccenda tra di loro. Anche papa Francesco, il protagonista di questi giorni, durante questo momento è di fianco rispetto all’altare. Anche lui un pellegrino come gli altri di fronte a questo prodigioso dialogo silente.
“Questa è la gioventù del Papa”. Al termine, dopo i canti e la benedizione, riprende il coro spontaneo dei giovani, tra balli e sventolii di bandiere. Francesco si alza, aiutato dal bastone. Sorride, attorniato dai ragazzi. La notte sarà lunga.