Ue: crisi alimentare innescata dalla guerra in Ucraina. Sahel e lago Ciad, 31 milioni di persone rischiano di morire di fame
“Assistiamo a un aumento senza precedenti delle esigenze umanitarie nelle regioni del Sahel e del lago Ciad. Quest’anno più di 31 milioni di persone avranno urgente bisogno di assistenza alimentare. Le conseguenze dei tragici eventi in Ucraina non faranno che peggiorare ulteriormente una crisi alimentare già catastrofica, spingendo le persone sull’orlo della sopravvivenza”.
Lo afferma il commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, commentando l’intervento odierno dell’Ue per contrastare la crisi alimentare in Africa, generata anche dalle conseguenze della guerra in Ucraina. L’Ue, sottolinea ancora il commissario, “non si dimenticherà delle altre crisi umanitarie nel mondo e continuerà a fornire aiuti umanitari anche in queste regioni africane. Tuttavia, l’assistenza umanitaria non è sufficiente. Un rinnovato impegno politico sul piano internazionale è uno degli elementi fondamentali per affrontare le cause profonde della crisi, in modo da garantire la tanto auspicata resilienza a lungo termine delle comunità più vulnerabili”.
Jutta Urpilainen, commissaria per i Partenariati internazionali, aggiunge: “L’intensificarsi della crisi alimentare rappresenta oggi un’enorme minaccia per la vita delle persone nella regione. Questa situazione ci riguarda tutti. Di recente siamo stati testimoni di una grande solidarietà in tutta Europa; il rinnovato sostegno politico e finanziario dell’Ue ai nostri partner nel Sahel e nel lago Ciad dimostra che continuiamo a essere solidali nei confronti delle persone colpite dall’aggressione militare non provocata e ingiustificata della Russia contro l’Ucraina. Ci troviamo in una situazione senza precedenti; ho potuto constatarlo la scorsa settimana durante la mia visita nella regione. Continueremo ad affrontare le cause alla base delle crisi alimentari e nutrizionali e contribuiremo a rafforzare la resilienza delle persone colpite adottando un approccio multilaterale con la comunità internazionale”.