Ucraina: Leopoli, centinaia di candele accese in memoria vittime uccise a Bucha, Irpin, Mariupol, Chernihiv. “La luce vince sempre”
Centinaia di candele sono state accese ieri sera a Leopoli, nella piazza di fronte al monumento dedicato al poeta Taras Shevchenko. Rappresentanti di tutte le confessioni si sono radunati per “pregare per la pace e per ogni bambino ucciso, per ogni donna innocente torturata, per ogni civile la cui vita è stata interrotta per mano degli occupanti russi”.
Si è anche “pregato per i soldati eroicamente uccisi che hanno dato la vita difendendo noi e la nostra terra da invasori e assassini”. Alla cerimonia ecumenica dal nome “Light of memory” ha partecipato anche il sindaco della città Andriy Sadovy che ha detto: “Oggi a Leopoli abbiamo acceso la luce della memoria per le persone che sono state brutalmente uccise a Bucha, Irpin, Mariupol, Chernihiv e in altre città dell’Ucraina”.
“Non importa quanto forte sia l’oscurità, la luce vince sempre”, ha affermato Volodymyr Hrutsa, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Lviv della Chiesa greco-cattolica. “Ci chiediamo: perché? Anche Gesù sulla croce ha chiesto: Dio mio, perché mi hai abbandonato? Ma Dio non ci ha abbandonato”. “Oggi Dio piange in ognuno di noi”, ha detto Pavlo Drozdyak, cappellano del consiglio comunale di Leopoli. “Siamo qui per unirci alle anime delle vittime innocenti dell’aggressione russa. Non c’era nessuno a piangere su di loro, nessuno a cantare canti di lutto, nessuno a seppellirli… Oggi siamo una Chiesa raccolta nel nome di Gesù Cristo, per chiedere al Signore Dio di accogliere le loro anime e di abbracciarle dopo i momenti difficili di sofferenza e di dolore”.
Nel prendere la parola, il vescovo ausiliare dell’arcidiocesi cattolica latina di Leopoli, mons. Edward Kava, ha detto che per vincere questa guerra, occorre la preghiera. Il vescovo parla dei “crimini contro bambini, donne, anziani e civili indifesi”, degli “omicidi di massa”, di “genocidio del popolo ucraino”. “Non fermeremo questa guerra solo con mezzi militari o diplomatici”, ha detto. “Qui non possiamo farcela senza la preghiera e il digiuno. Ecco perché tutti noi in Ucraina dobbiamo pregare di più. Soprattutto laddove viene versato il sangue innocente degli indifesi. Ma chiediamo anche al mondo intero di pregare per l’Ucraina”.