Turchia, oltre 1600 tra avvocati e magistrati arrestati con l’accusa di terrorismo
Secondo le informazioni raccolte da Arrested Lawyers Initiative, 450 legali sono già stati condannati dal 2016 a un totale di 2.786 anni di prigionia. Le accuse sono di terrorismo e propaganda contro il regime
Dal 2016 a oggi in Turchia ci sono più di 1.600 tra avvocati e magistrati che sono stati arrestati e aspettano ora un processo in custodia cautelare. Contro di loro, in particolare, viene usata l’accusa di terrorismo, come ha detto lo stesso presidente Recep Tayyip Erdogan all’apertura dell’anno giudiziario: “Quegli avvocati che difenderanno persone accusate di terrorismo non possono che essere dei terroristi. Se agiscono in questo modo, devono pagare anche loro”.
I dati. Secondo le informazioni raccolte da Arrested Lawyers Initiative, 450 legali sono già stati condannati dal 2016 a un totale di 2.786 anni di prigionia. Le accuse sono di terrorismo e propaganda contro il regime.
La legge. Per l’avvocato Kerem Altiparmak, portavoce della ong, le norme sono state modificate in chiave persecutoria. “Dal fallito golpe il codice penale è stato cambiato per ostacolare ogni forma di opposizione politica ad Erdogan. L’articolo 314/2 criminalizza l'appartenenza a un'organizzazione armata, quindi basta aver parlato con un presunto terrorista per venire accusati di appartenenza”. E la situazione è peggiorata ancora di più nell’estate dello scorso anno, dopo la morte per sciopero della fame della giurista Ebru Timtik.
L’analisi. Per Roberto Giovene di Girasole, legale e osservatore del Consiglio nazionale forense (Cnf), “ritenere un avvocato alla stregua di un terrorista significa annientarne la personalità”. Mentre l’avvocata britannica Helena Kennedy, dell’Istituto per i diritti umani dell’associazione internazionale degli ordini degli avvocati (Ibahri), ritiene che “dobbiamo lavorare perché i cittadini siano informati senza restrizioni per poter rifiutare l’egemonia di Erdogan”. Non a caso, tra i simboli della repressione c’è Cumhuriyet, una testata laica e di sinistra, che conta ormai decine di giornalisti arrestati e il direttore in esilio in Germania (è stato condannato a 7 anni di prigione in Turchia).
Isolati. Kerem Altiparmak fa notare come i problemi continuino ad aumentare. “Nella prima settimana di marzo tre persone sono state incarcerate perché ritenute vicine ai terroristi. Ömer Faruk Gergerlioglu, Eren Keskin, Sebnem Korur Fincanci sono medici e avvocati e il loro arresto dimostra come tutti siamo ormai a rischio detenzione. Dobbiamo ottenere che la comunità internazionale intervenga, siamo soli”.
L’articolo integrale di Laura Fazzini, “Turchia, diritti umani violati: Erdogan imprigiona avvocati e giudici”, può essere letto su Osservatorio Diritti.