Tratta e sfruttamento: Save the children, 1 vittima su 3 è minorenne. In Italia bambini e adolescenti sfruttati nelle province di Latina e Ragusa
In Italia e nel mondo 1 vittima su 3 di tratta e sfruttamento lavorativo è minorenne. E’ la denuncia contenuta nella XIII edizione del rapporto “Piccoli schiavi invisibili” diffuso oggi da Save the children, in vista della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani che si celebra il 30 luglio.
Si tratta di un focus sui figli “invisibili” di genitori sfruttati nel lavoro agricolo in alcuni territori italiani, a grave rischio nell’accesso alla scuola e alle cure sanitarie. Come i bambini e gli adolescenti figli di braccianti in due tra le aree italiane a maggior rischio di sfruttamento lavorativo agricolo: la provincia di Latina e la Fascia Trasformata di Ragusa. In Italia, le nuove vittime di tratta e sfruttamento identificate nel 2021 sono state 757, in più di un caso su 3 (35%) si è trattato di minori, con una prevalenza di bambine e ragazze (168 casi) rispetto a bambini e ragazzi (96). Le sole vittime prese in carico dal sistema anti-tratta nel 2022 sono state 850, di cui il 59% donne e poco meno del 2% (1,6%) i minori. Il principale Paese d’origine è la Nigeria (46,7%), seguita da Pakistan (8,5%), Marocco (6,8%), Brasile (4,5%) e Costa d’Avorio (3,3%) e altri Paesi, mentre tra le forme di sfruttamento prevale quello di tipo sessuale (38%), seguito dallo sfruttamento lavorativo (27,3%).
In Italia si stima che tra i 14-15enni che lavorano, il 27,8% (circa 58.000 minorenni) abbia svolto lavori particolarmente dannosi per il proprio sviluppo educativo e per il benessere psicofisico. Tra i minorenni intervistati che hanno dichiarato di aver avuto esperienze lavorative, il 9,1% è impiegato in attività in campagna. Secondo una stima del 2021, gli occupati irregolari nel settore dell’agricoltura in Italia erano circa 230mila, con una massiccia presenza di stranieri non residenti e un numero consistente di donne coinvolte (55 mila).
Il fenomeno si concentra dove c’è più lavoro, come nel caso di alcuni distretti strategici per l’agroalimentare italiano, come le province di Latina e Ragusa, dove ci sono terreni che consentono la coltivazione intensiva e richiedono una forte presenza di manodopera anche per la raccolta e l’imballaggio dei prodotti agricoli, e dove sono nati due dei mercati ortofrutticoli più importanti del Paese, il Mof – Centro agroalimentare all’ingrosso di Fondi (Latina), e l’Ortomercato di Vittoria (Ragusa). “La dimensione dello sfruttamento lavorativo in questi territori riguarda un numero significativo di nuclei familiari, anche mono-genitoriali e spesso di origine straniera, con più figli – si legge nel rapporto -. Le difficoltà economiche e il ricatto dello sfruttamento che schiacciano molte di queste famiglie, sono parte integrante della vita di bambine e bambini, che vivono completamente isolati dai contesti urbani e gli uni dagli altri, senza piazze o spazi comuni in cui giocare, senza centri sportivi o aggregativi, in condizioni abitative spesso malsane o al limite, degradate e affollate, con 2 o 3 famiglie a dividersi 55 metri quadrati”.
Nel 2022 Save the children ha scelto la Fascia Trasformata di Ragusa per avviare il progetto “Liberi dall’Invisibilità” nei territori di Vittoria e di Marina di Acate, grazie alla collaborazione con altri enti del territorio e alla partnership con l’Associazione I Tetti Colorati e la Caritas diocesana di Ragusa. A Marina di Acate, è attivo dal marzo 2022 il Centro Orizzonti a Colori, dedicato a ragazze e ragazzi dai 6 ai 17 anni, e ai giovani fino 21 anni di età, con laboratori di street art, fotoreportage, teatro, prevenzione dell’abbandono scolastico e sostegno allo studio. Sempre a Marina di Acate sta nascendo anche il Centro Famiglie Orizzonti a Colori, dedicato a famiglie con bambine e bambini tra 0 e 6 anni, che fornirà supporto legale e amministrativo per le pratiche di iscrizione anagrafica, oltre a servizi di orientamento sanitario e consulenza pediatrica, attività già svolte nell’ultimo anno grazie ad una Unità mobile specifica. Il progetto ha anche attivato alcune unità mobili ed è dotato di pulmini da trasporto, per consentire la massima fruibilità delle attività da parte di tutte le bambine e i bambini presenti sul territorio: coinvolti già più di 500 minori e 400 adulti.
Sulla base delle testimonianze dirette delle vittime, delle denunce ma anche del forte impegno sul campo di tanti operatori pubblici e della società civile, Save the children chiede ai comuni interessati e al governo “misure concrete e incisive per scardinare i meccanismi alla base di queste violazioni”.