Rapporto 2019 Asvis: serve una legge annuale per lo sviluppo sostenibile
Il Rapporto 2019 dell'Asvis, un cartello che riunisce oltre 200 organizzazioni e può contare sul contributo di 600 esperti, registra miglioramenti in alcuni campi (salute, uguaglianza di genere, condizione economica e occupazionale, innovazione, disuguaglianze, condizioni delle città, modelli sostenibili di produzione e consumo, qualità della governance e cooperazione internazionale), peggioramenti in altri (povertà, alimentazione e agricoltura sostenibili, acqua e strutture igienico-sanitarie, sistema energetico, condizione dei mari ed ecosistemi terrestri) e una sostanziale stabilità negli ambiti dell’educazione e della lotta al cambiamento climatico
La situazione dell’Italia rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (l’Agenda 2030) è sempre in chiaroscuro. Il Rapporto 2019 dell’Asvis, un cartello che riunisce oltre 200 organizzazioni e può contare sul contributo di 600 esperti, registra miglioramenti in alcuni campi (salute, uguaglianza di genere, condizione economica e occupazionale, innovazione, disuguaglianze, condizioni delle città, modelli sostenibili di produzione e consumo, qualità della governance e cooperazione internazionale), peggioramenti in altri (povertà, alimentazione e agricoltura sostenibili, acqua e strutture igienico-sanitarie, sistema energetico, condizione dei mari ed ecosistemi terrestri) e una sostanziale stabilità negli ambiti dell’educazione e della lotta al cambiamento climatico. “Evidenti – sottolinea il Rapporto – sono i ritardi in settori cruciali per la transizione verso un modello che sia sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale, e fortissime restano le disuguaglianze, comprese quelle territoriali”. Nelle analisi per i singoli settori, spicca il problema della disoccupazione giovanile, per la quale l’Asvis chiede la costituzione di un’apposita task force.
Eppure qualcosa si muove. “La società italiana, anche grazie all’impegno dei giovani – osserva il portavoce, Enrico Giovannini – ha ormai preso coscienza dei problemi che abbiamo di fronte e domanda interventi urgenti, che operino una ‘giusta’ transizione ecologica, realizzata proteggendo i più deboli e riducendo le disuguaglianze”. Un piccolo segnale in questo senso – piccolo rispetto all’ampiezza della mobilitazione degli studenti che abbiamo visto negli ultimi tempi – viene anche dal fatto che la presentazione del Rapporto, a Roma, è stata spostata dall’aula dei gruppi parlamentari della Camera all’Auditorium Parco della musica, capace di contenere i 1.300 iscritti di quest’anno. Presenti al massimo livello le istituzioni, a partire dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Dal palco sono intervenuti il presidente della Camera, Roberto Fico, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, il commissario designato Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni. Il programma dell’evento ha dato rilievo anche a un confronto sui temi dell’informazione con Giovanni Floris, Monica Paternesi, Giuseppina Paterniti e Marco Tarquinio.
Nel Rapporto si chiede ancora una volta “un urgente e deciso cambio di passo”, dato che “a quattro anni dall’adozione dell’Agenda 2030, nonostante i progressi compiuti, le misure adottate dai singoli governi, dal settore privato e dalle organizzazioni internazionali non appaiono essere all’altezza della sfida”.
Rispetto al passato anche recente, però, il contesto istituzionale appare assai più favorevole. Un’occasione che sarebbe imperdonabile non cogliere. “Siamo molto incoraggiati dai risultati della nostra attività di sensibilizzazione a livello europeo e nazionale”, rileva Giovannini, ricordando come la nuova Commissione Ue abbia recepito alcune delle proposte avanzate dall’Asvis a maggio, tra cui una responsabilità diretta di ciascun Commissario per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile di propria competenza e soprattutto il ridisegno del prossimo Semestre europeo proprio intorno alle finalità dell’Agenda 2030. “In questo quadro – sottolinea il portavoce dell’Asvis – l’Italia deve fare la sua parte e prepararsi adeguatamente, così da poter beneficiare delle risorse che l’Unione europea investirà nella direzione della sostenibilità”. Giovannini indica una serie di snodi cruciali su cui intervenire per innescare quel “cambio di passo” di cui il nostro Paese ha bisogno. Tra le proposte, una legge annuale per lo sviluppo sostenibile; politiche integrate e azioni concrete in questo senso già a partire dalla prossima legge di bilancio; un atto di indirizzo del presidente del Consiglio a tutti i ministri che indichi la loro responsabilità nel perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu; il rafforzamento della cabina di regia “Benessere Italia” presso Palazzo Chigi; l’introduzione di una valutazione preventiva della legislazione alla luce dell’Agenda 2030.