La situazione dei fiumi a Padova e in Veneto: gli aggiornamenti in diretta di martedì 30 ottobre
Gli aggiornamenti sul fronte meteo e fiumi di martedì 30 ottobre, per i passaggi delle piene dopo le piogge eccezionali degli ultimi tre giorni. Situazione delicata sull'Adige e sul Piave, con il colmo di piena previsto alle 10 del mattina. Sospiro di sollievo per il Bacchiglione a Vicenza, con una piena minore del previsto, che arriverà a Padova in serata. Niente superponte: a Padova scuole aperte il 31 ottobre.
I dati dell'unità di crisi: "Evento anche peggiore del 1966 e del 2010"
Ore 16.37. L’Unità di Crisi attivata dalla Regione Veneto per fronteggiare la situazione di emergenza determinata dal maltempo di questi giorni ha elaborato una serie di tabelle di confronto tra l’evento del 27,28 e 29 ottobre 2018 e quelli più rilevanti, sempre della durata di tre giorni, che si sono succeduti negli anni.
La statistica è chiara. L’ondata di maltempo che ha colpito il Veneto in questi giorni è stata quanto meno al livello di quelle, devastanti, che l’hanno preceduta (1966, 2010 e altre) con punte massime di accumuli d’acqua al suolo superiori anche al terribile 1966: la “tempesta perfetta”, come l’ha definita, fin dalla lettura dei primi modelli previsionali, il Presidente della Regione Luca Zaia.
Lo si evince dai dati storici sulle quantità d’acqua cadute nel corso dei precedenti eventi calamitosi, confrontati con quelle registrate il 27,28 e 29 ottobre 2018.
In questo evento, la montagna è stata la più colpita, tanto che la stazione di rilevamento di Soffranco (BL), con 667,4 millimetri d’acqua caduti per metro quadro, ha superato il Cansiglio dove, nel 1966 (4-5-6 Novembre), ne furono registrati 608,0. Con 572,2 di oggi, Sappada ha superato Seren del Grappa dove, nel 1966, i millimetri caduti furono 571,0. Senza contare che in questi tre giorni del 2018 la stazione di Col de Prà, in Comune di Taibon Agordino, alle ore 21 del 29 ottobre ha rilevato 610 millimetri prima di cessare di funzionare, travolta da una tromba d’aria
Le punte massime dell’alluvione del 2010 (31 ottobre- 1 e 2 novembre) si “fermarono” ai 587,2 di Seren del Grappa, ai 530,5 di Agno-Recoaro, ai 516,8 del Cansiglio.
Nel 1992 (3-5 ottobre) le punte massime si toccarono alla stazione Turcati a Recoaro Terme con 533,0 millimetri, al Rifugio La Guardia di Recoaro Terme con 505,2, a Recoaro Mille con 504,2.
Livelli inferiori ai massimi registrati negli scorsi tre giorni si registrarono anche negli eventi del 15-17 maggio 1926; del 26-28 ottobre 1953; del 17-19 settembre 1960; del 7-9 giugno 1988.
Questo, fanno notare all’Unità di Crisi Regionale, per far comprendere come solo le centinaia di opere realizzate dal 2010 a oggi, la precisione dei modelli previsionali utilizzati, e l’uso sapiente delle casse di laminazione naturali e artificiali in Trentino, in Friuli Venezia Giulia e in Veneto, abbiano consentito di evitare situazioni e danni peggiori.
Zaia: "Il Veneto ne esce martoriato, ma i lavori fatti hanno salvato vite".
Ore 16.03. "Da questa ondata di maltempo ne usciamo martoriati. Ma se non avessimo realizzato i lavori per il rafforzamento degli argini dei corsi dacqua, che nel 2010 avevano fatto registrare 32 sfondamenti arginali, il bilancio poteva essere molto più grave. Abbiamo salvato vite. Lo ha detto il presidente della Regione Luca Zaia presentando laggiornamento della situazione a seguito del maltempo che ha colpito il Veneto, insieme allassessore regionale alla protezione civile Gianpaolo Bottacin e al capo del Dipartimento nazionale Angelo Borrelli, nella sede di Marghera in cui sta operando lUnità di Crisi.
I modelli previsionali hanno funzionato ha sottolineato Zaia e per questo vanno ringraziati i tecnici che li hanno messi a punto, come vanno ringraziati tutti coloro che stanno lavorando per affrontare lemergenza in queste ore. La provincia di Belluno, completamente isolata, ha subito tutto quello che si poteva avere: incendio boschivo, acqua, temporali, trombe daria, vento, frane. Sono caduti molti alberi e 122 mila utenze sono ancora senza energia elettrica. L'alluvione del 2010 è niente rispetto a quello che è accaduto in questi giorni nel bellunese. Ma anche le altre province venete sono in emergenza. Sembrava un'esagerazione quando abbiamo lanciato l'allarme e chiesto l'attivazione della protezione civile nazionale, ma la situazione ci fa dire che avevamo ragione.
"I danni sono ingenti ha fatto presente il presidente veneto probabilmente si tratta di centinaia di milioni di euro. E presto per dirlo. Per l'alluvione del 2010 in un primo tempo la stima era di cento milioni di danni ma alla fine abbiamo cubato un miliardo. Lasciateci quantificare a bocce ferme. Ma per attivare l'intervento finanziario del governo chiediamo anche a cittadini, ai sindaci di raccogliere materiale fotografico per istruire il dossier. Tutto il Veneto è in stato di calamità e i danni vanno documentati bene.
I dati pluviometrici ha detto Zaia - sono i peggiori degli ultimi 100 anni. Peggio del '66. Abbiamo avuto un vittima, alla cui famiglia va il nostro cordoglio. Si registravano due dispersi ieri, ma uno è stato trovato. Il ponte di Bassano, che è un simbolo, ci preoccupava ma non sembrano esserci problemi. Ringraziamo le regioni che ci hanno mandato squadre di protezione civile. Penso sia un bel segnale. Il Veneto è sempre stato pronto a dare aiuto nelle emergenze e ora riceve il contraccambio. Un ringraziamento va anche alla protezione civile nazionale e all'esercito.
L'assessore Bottacin ha segnalato che il Piave ha toccato i 2500 mc. di acqua al secondo, il valore massimo che il fiume può accogliere. In alcune località sono stati sfiorati i 700 mm di pioggia, dato assolutamente eccezionale anche se confrontato con i risultati del '66. Tutti gli argini sono monitorati dalle squadre della protezione civile regionale che stanno operando anche sugli altri fronti, soprattutto nel bellunese. Ora sono in arrivo anche quelle delle altre regioni, dell'ANA e delle esercito. Per il consolidamento degli argini il Veneto ha speso 411 milioni e i risultati ora si vedono. Resta alto lo stato di attenzione perché nella giornata di giovedì sono attese altre precipitazioni.
Il capo della protezione civile nazionale Borrelli ha confermato che si è trattato di un evento eccezionale a cui si era preparati. Bene ha fatto il Veneto quindi ha detto a chiedere la mobilitazione in sede nazionale. Dopo aver evidenziato limportanza dei bacini di laminazione, Borrelli ha detto che occorre investire molto di più in prevenzione, operando scelte importanti, e intervenire anche sotto il profilo normativo per favorire la pulizia degli alvei dei corsi d'acqua.
Niente superponte: a Padova scuole aperte il 31 ottobre.
Ore 14.28. Ragionevole scampato pericolo a Padova e Provincia. Domani scuole rigorosamente aperte. Alcuni sindaci dei Comuni interessati dal passaggio delle acque, come Sabrina Doni di Rubano ed Enrico Rinuncini di Ponte San Nicolò, Comune gravemente colpito dalle indondazioni del 2010, stemperano la tensione con alcune battute sui social network annunciando agli studenti la fine di queste "ferie forzate".
Ancora allarme a Belluno: nel pomeriggio sopralluogo dell'assessore Bottacin
Ore 14.27. L’assessore alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin, effettuerà oggi pomeriggio un sopralluogo sulle zone del Bellunese colpite dal maltempo di questi ultimi due giorni.
L’Assessore farà il punto della situazione incontrando i giornalisti alle ore 15,30 presso il Comitato Coordinamento Soccorsi nell’aeroporto di Belluno.
Agordo: garantita con ruspa e autobotte operatività dell'ospedale
Ore 11.10. L’intervento di una potente pala meccanica, che ha aperto la strada a un’autobotte carica di gasolio rimuovendo ostacoli e detriti presenti lungo la Strada Regionale Agordina, ha consentito di mantenere in piena attività l’Ospedale di Agordo.
La struttura sanitaria, rimasta priva di energia elettrica, aveva attivato i propri gruppi elettrogeni funzionanti a gasolio ma, a causa delle difficoltà viarie, non riusciva a essere raggiunta dai necessari rifornimenti e rischiava di dover sospendere l’attività.
Lo comunica l’Unità di Crisi regionale che sta monitorando l’andamento del maltempo che ha colpito il Veneto e le sue conseguenze.
L'altra faccia del maltempo: alberi sradicati e linee elettriche fuori uso
Ore 09.31. Fiumi che si ingrossano, ondate di piena, rischi di esondazioni. Mentre l'allarme idraulico piano piano rientra, cresce nel resto del Vicentino la preoccupazione e il timore per altri eventi dovuti al maltempo. Si tratta in particolare della caduta di parecchi alberi che hanno praticamente isolato l'Altopiano di Asiago e alcuni aree delle Piccole Dolomiti e della Pedemontana. Un fenomeno preoccupante se è vero che le squadre dei Vigili del Fuoco intervenute hanno vissuto in prima persona la paura di esserne travolti. Ma andiamo con ordine. Al tardo pomeriggio di quest'oggi quando, a causa del vento, diverse piante sono state sradicate sul Costo, in tutto l'Altopiano dei Sette Comuni ma anche a Lonigo, Sandrigo,. Montecchio Precalcino, Montegalda, Recoaro Terme e Posina con questo ultimo Comune completamente isolato dal resto della provincia. Sottolinea il Consigliere Delegato Provinciale alla Protezione Civile Renzo Segato: "E' stato un allarme continuo e diffuso anche perché nella caduta gli alberi hanno travolto linee elettriche e occupato la sede stradale di molte provinciali. Rendendo non solo impossibile la circolazione ma addirittura intrappolando all'interno delle vetture molte persone".
Momenti drammatici, con Asiago completamente al buio. L'utilizzo di gruppi elettrogeni ha permesso di continuare a far funzionare l'ospedale del capoluogo altopianese e di garantire i servizi di base ma se resta da verificare la situazione delle case di riposo presenti, anche alla luce del rischio di isolamento anche per quanto riguarda le comunicazioni telefoniche. "Le squadre di intervento - sottolinea il Prefetto di Vicenza Umberto Guidato - stanno cercando di farsi strada tra i tronchi a terra. In questo momento la priorità sono le persone e la loro incolumità ed i soccorsi stanno affluendo dal versante di Conco e Marostica sebben pure in queste zone la circolazione non sia fluida". Insomma, non solo rischio allagamenti. Al riguardo le criticità chiamano in causa l'Astico Tesina e soprattutto il Brenta. Senza sosta il lavoro dei volontari e degli operatori della Sala di Intervento allestita a Palazzo Nievo. Solo per quanto riguarda i Vigili del Fuoco turni raddoppiati ed un'ottantina gli uomini impegnati nel territorio.
"Situazione grave". Alle 12 conferenza stampa di Zaia, Borrelli e Bottacin.
Ore 09.04. In considerazione della grave situazione determinata dallondata di maltempo che ha colpito il Veneto, e della portata dei principali fiumi, attesa al colmo nelle prossime ore, è convocata una conferenza stampa che si terrà alle ore 12 di oggi nella sede della Protezione Civile Regionale, a Marghera in Via Paolucci 34.
Saranno presenti il Presidente della Regione Luca Zaia, il Capo Dipartimento nazionale della Protezione Civile, Angelo Borrelli e lAssessore regionale alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin.
Alle 10 il colmo di piena di Adige e Piave. La situazione è delicata: per l'Adige verso i massimi storici
Ore 8.41. L'unità di crisi istituita presso la Protezione Civile regionale comunica:
Alle ore 10 circa è previsto il colmo di piena nei fiumi Adige e Piave.
Per quanto riguarda in particolare l'Adige, i modelli previsionali parlano di una portata di 1.900 metri cubi al secondo, quasi prossima ai massimi storici.
La Prefettura di Verona è stata informata dalla Protezione Civile regionale che per motivi di sicurezza occorre monitorare attentamente il fenomeno.
La cittadinanza delle zone interessate viene invitata a evitare di porsi in condizioni di rischio, ponendosi in condizioni di massima sicurezza ed evitando accuratamente le zone che si riconoscano come esondabili.
Bacchiglione: cessa l'allarme a Vicenza. A Padova la piena - meno impattante del previsto - arriverà in serata
Ore 8.25. Buone notizie per i rivieraschi del Bacchiglione. A Vicenza la piena, prevista inizialmente per le 20 di ieri, lunedì 29 ottobre, è arrivata all'una di notte. Il colmo si è registrato, per pochi minuti, a 3 metri e 77 centimetri, ben al di sotto dei 5 metri e 20 previsti in precedenza e dei terribili 6 metri e 10 registrati il 2 novembre 2010, giorno dell'alluvione. A Padova la piena passerà tra la serata e le prime ore di mercoledì 31 ottobre. A rasserenare la situazione, probabilmente, minori piogge nel pomeriggio rispetto a quelle previste. L'allarme resta ancora elevato per rischi locali e comunque per la debolezza di un territorio che in pochi giorni ha dovuto ricevere le precipitazioni che di norma avvengono in settimane, ma all'alba del 30 ottobre, dopo la grande paura, si registra un cauto ottimismo.
La situazione più grave nel Bellunese. In arrivo la protezione civile nazionale
Ore 20.43. Alla luce delle gravi difficoltà che il maltempo sta provocando nel bellunese, l’Unità di Crisi della Regione del Veneto comunica che è stata attivata la procedura prevista dalla nuova normativa in materia di Protezione Civile per l’invio di forze nazionali nell’area. La cosa è resa possibile dalla richiesta formale inviata ieri al Presidente del Consiglio Conte dal Presidente della Regione Zaia e dall’accoglimento della stessa ufficializzato stamattina dal Premier.
La Protezione Civile Nazionale sta inviando nel bellunese i primi 100 uomini, volontari dell’Associazione Nazionale Alpini, e 30 Vigili del Fuoco, con le necessarie attrezzature.
L’Unità di Crisi regionale, specifica che dalla Prefettura di Belluno è stata segnalata la necessità di pompe, pompe per fango, e torri faro, stante che, al momento, risultano al buio circa 110.000 utenze elettriche.
Grazie all’invio di uomini e mezzi dal livello nazionale, le forze a disposizione del Veneto possono rimanere concentrate anche sulle province di Padova, Vicenza e Venezia, dove si stanno registrando altre criticità e dove, tra alcune ore, sono attese importanti problematiche per la discesa a valle delle acque.
Zaia firma decreto di stato di crisi per tutto il Veneto
Ore 20.30. Stante il perdurare del maltempo su tutto il Veneto e in considerazione dellaggravarsi delle condizioni nelle ultime ore in numerosi territori, il presidente della Giunta regionale Luca Zaia ha firmato il decreto di stato di crisi per tutta la Regione del Veneto.
Le criticità in Regione della serata
Ore 19.29. L'unità di Crisi attivata da ieri mattina dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e coordinata dall’Assessore alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin, ha diffuso poco fa un aggiornamento della situazione causata dal maltempo che sta colpendo il territorio.
Attualmente è venuta a mancare l’energia elettrica in alcune zone del bellunese e del trevigiano, mentre problemi diversi si segnalano praticamente in tutte le province. Questo è il quadro della situazione:
Provincia di Belluno
- Cortina si è verificato il cedimento di un muro di sponda sul Boite all’altezza dell’hotel Barisetti; si continua a operare sul torrente Bigontina in zona Alverà per prevenire il rischio esondazione
- In Agordino si riscontrano diffusi smottamenti e colate detritiche che hanno interessato anche la viabilità con diverse strade di cui è stato interdetto l’accesso. Isolate a Cencenighe le frazioni di Chenet, Lorenzon e Boch; a Taibon quella di Forno Val
- Val di Zoldo con chiusura della viabilità di accesso per allagamenti
- Feltrino con allagamenti diffusi (evacuata la frazione di Villaga) e chiusura della strada regionale
- Chiusi due ponti sul Piave (Belluno e Quero-Vas) a scopo precauzionale
- Perarolo di Cadore: continua ad essere monitorata la situazione delle briglie a monte della frana verso Valle di Cadore per possibili problemi strutturali alle ali (in particolare quella in sinistra idrografica). Poiché non si possono escludere problemi di cedimento il sindaco ha cautelativamente disposto l’evacuazione dell’abitato delle case interessate al rischio
- Santo Stefano di Cadore segnalata un’erosione della sponda del Piave in località Cunettone
- San Vito di Cadore, allagamenti per esondazione del Boite in località Serdes
- E’ in corso un intervento di sghiaia mento sul torrente Gresal finalizzato al ripristino delle condizioni di deflusso in comune di Sedico
- Problematiche registrate anche nei torrenti Giralba ad Auronzo di Cadore, Roa Bianca a Listolade di Taibon Agordino, Liera e Pissolotto in Val di Gares di Canale d’Agordo, Stuer a Gosaldo, Zunaia e affluente al Masarè ad Alleghe, rio Val Storta a La Valle Agordina e rio Croton a Rocca Pietore,
- Si segnala inoltre la chiusura di diverse strade: Sr 641 Fedaia, Sr 355 Val Degano, Sr 203 tra Cencenighe e Avoscan, Sr 348 Feltrina, Sr 251 Val di Zoldo, Passo Duran, la Sr 48 di Rio Gere e la Sp 5 di Lamosano; chiuso pure il San Pellegrino dal lato della provincia di Trento.
Provincia di Treviso
- La situazione dei fiumi è monitorata per Livenza e Piave.
- In territorio friulano si registra una frana ai confini con Gaiarine
- Resta attenzionata la possibile futura piena del fiume Livenza per la quale si è costantemente in collegamento con il Dipartimento Nazionale di PC e la Regione Friuli Venezia Giulia
Provincia di Padova
- Particolarmente attenzionati i livelli del Brenta e del Muson dei Sassi
Provincia di Venezia
- Oltre alla marea eccezionale, attenzionata per i prossimi giorni la parte terminale del Piave, del Livenza e del Tagliamento;
- Vi sono stati interventi per un cedimento arginale del fiume Lemene a Caorle, ma il problema è stato risolto
Provincia di Verona
- Si confermano i livelli alti dell’Adige che ha superato la seconda soglia di guardia; è stata attivata la procedura per l’eventuale apertura della galleria Mori Torbole che potrà fungere da scolmatore sul lago di Garda
- Si segnalano piante e pali della luce divelti con qualche punto di interruzione di corrente elettrica
Provincia di Vicenza
- Rimangono isolati Lastebasse, Pedemonte e Posina con l’evacuazione di alcuni abitazioni
- Si segnalano criticità lungo la viabilità provinciale e regionale che interessa la provincia. La SP 47 della Valsugana è stata riaperta al confine regionale con la Provincia autonoma di Trento. Restano problemi a:
- SP 81 comune di Tesina loc. Gonna interrotta
- SP 350 da Lavarone in Provincia autonoma di Trento non si percorre verso il VENETO si percorre in senso inverso
- SP 85 al km 2,5 è chiusa
- SR 11 è chiusa in entrata a Torri di Quartesolo
- SP 350 interrotta al km 31
- SP 31 frana isola abitato (Posina) il sindaco ha evacuato 10 persone già sistemate in albergo
Ulteriori situazioni di criticità sono state evidenziate nel comune di Lugo dove il sindaco segnala criticità sull’Astico in crescita e dove due abitazioni sono state avvertite del pericolo possibile;
- E’ iniziata l’attivazione della cassa di laminazione in linea di Trissino propedeutica all’attivazione del bacino di laminazione.
- In relazione alla frana del Rotolon, in comune di Recoaro, è stato superato il limite di criticità ma al momento non risultano segnalazioni
Provincia di Rovigo
- Non vi sono particolari nuove segnalazioni
"Il fenomeno metereologico in Veneto più rilevante degli ultimi decenni"
Ore 17.03. Il maltempo di questi giorni, per intensità ed estensione, appare certamente come il più rilevante registrato negli ultimi decenni.
Nel sottolineare l’importanza di non abbassare il livello di guardia e con l’invito ai cittadini di compiere nelle prossime ore e fino a domani gli spostamenti strettamente necessari, dall’Unità di Crisi attivata dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia e coordinata dall’assessore Gianpaolo Bottacin, si evidenziano come elementi estremamente significativi la quantità di pioggia caduta mediamente in tutto il territorio regionale, che ha toccato i 500 mm in 48 ore, dato che non si registrava dal 1966 in proporzioni di questo tipo.
A tutto ciò si aggiungano i picchi registrati in alcune zone alpine e prealpine in cui si potrebbe superare la ragguardevole misura di 700 mm.
Anche il fenomeno dell’acqua alta a Venezia ha raggiunto un livello di 1,6 metri, cosa che non accadeva dal 1979.
Relativamente in particolare all’arco alpino e pedemontano sono stati inoltre registrati fenomeni franosi con erosioni ai piedi delle opere di difesa idraulica in moltissime località.
È in corso la decisione, di concerto con le altre Regioni interessate, di attivare uno svaso dell’acqua dell’Adige nel lago di Garda attraverso la galleria Mori Torbole, cosa che non avviene da quasi vent’anni, con lo scopo di alleggerire l’ondata di piena nelle località toccate dal basso Adige.
La situazione a Vicenza dopo il tavolo tecnico di Prefettura e Provincia
Ore 16.47. “La situazione è sotto controllo e presenta per il momento solo qualche criticità in alcune aree dell’Alto Vicentino. C’è comunque un allarme in atto e per questo, in previsione anche di un peggioramento in serata, consigliamo a cittadini di attenersi alle disposizioni emanate e a comportamenti di prudenza”.
Questo l’invito che arriva dal tavolo tecnico, organizzato da Prefettura e Provincia di Vicenza, al Centro Coordinamento Soccorsi, all’interno del quale operano tutte le Componenti del Sistema di Protezione Civile. In particolare si ricorda alla popolazione di limitare per quanto possibile la circolazione stradale, di evitare di accedere a scantinati, garage interrati, cantine e a tutte quelle aree poste più in basso del piano stradale, e di non recarsi in zone a rischio esondazione ovvero in prossimità di argini di torrenti, fiumi e corsi d’acqua. Al riguardo si ricorda che la rete idraulica (fiumi, rogge e torrenti) è sottoposta da giorni a notevole stress e che quindi è imperativo che ogni cittadino tuteli la propria incolumità.
Per quanto riguarda la circolazione delle strade possiamo comunicare che la SP 46 è finalmente riaperta al traffico anche nel versante trentino, mentre permane la chiusura per alcuni tratti di strade provinciali e in particolare su:
- SP 81 a Posina in località Ganna per circa 200 metri.
- SP 350 tra Lavarone e Lastebasse. Percorribile invece la provinciale da Lastebasse verso Vicenza.
- SP 350. Chiusa al Km 31. Sarà riaperta nelle prossime ore.
- SP 85 chiusura in località Carotte al Km 2+500. Si può però utilizzare la viabilità alternativa
- SR11 Sospesa a Torri di Quartesolo fino a domani mattina la circolazione stradale per la chiusura del ponte cosiddetto palladiano sul Tesina.
Sotto costante attenzione i nostri corsi d’acqua, monitorati in tempo reale e con bollettini meteo aggiornati di ora in ora. Unica situazione di criticità a Posina, dove il Sindaco ha ordinato prudentemente lo sgombero di 10 persone, alloggiate ora negli alberghi della zona.
Fondamentale la collaborazione dei primi cittadini che hanno provveduto ad attivare i centri operativi comunali, consentendo così l’operatività delle organizzazioni di volontariato della Protezione Civile.
Al riguardo il Sindaco di Recoaro Terme ha comunicato che tutte le situazioni a rischio del proprio territorio, a cominciare dalla zona del Rotolon, sono costante e stretta osservazione.
Prossimo aggiornamento dopo le 17, ma nel frattempo si invitano le persone a fare riferimento ai siti istituzionali per ogni informazioni e a non dare peso e seguito a messaggi, sms, mail o altro che estrapolati da altri contesti possono arrecare allarme immotivato.
“La Provincia e la Prefettura di Vicenza – sottolineano la Presidente FF Maria Cristina France e il Consigliere Delegato alla Protezione Civile – di concerto con tutti i Sindaci del territorio, le organizzazioni di volontariato e le componenti del tavolo tecnico, stanno facendo un grande lavoro di coordinamento per assicurarsi che i livelli di sicurezza offerti alla cittadinanza rimangano i più elevati possibili. Non è so,o un’azione di monitoraggio costante del territorio ma addirittura di presidio, proprio al fine di riportare alla normalità una situazione in questo momento critica”.
Scuole e università chiuse in tutto il Veneto anche martedì 30 ottobre
Ore 16.32. L'Unità di crisi istituita presso la Protezione Civile regionale che sta seguendo l’evolversi dell’ondata di maltempo, informa di aver ricevuto dalle Prefetture del Veneto la comunicazione relativa alla chiusura delle scuole anche per la giornata di domani, martedì 30 ottobre 2018.
L'attività didattica negli istituti di ogni ordine e grado risulterà pertanto sospesa nelle province di Verona, Vicenza, Belluno, Treviso, Venezia, Rovigo, Padova.
Zaia: "Siamo preoccupati, ma oggi abbiamo realizzato opere per ridurre il rischio"
Ore 15.34. Il Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile del Veneto, a seguito delle valutazioni effettuate dall’Unità di crisi operativa presso la sede della Protezione Civile a Marghera, ha emesso un nuovo bollettino di nowcasting, che indica per il pomeriggio una generale tendenza ad un aumento delle precipitazioni.
La situazione si prevede determinerà una ripresa dell’innalzamento dei livelli idrometrici della rete idrografica regionale ed extraregionale, particolare nei settori montani e pedemontani.
Ore 14.59. Il Presidente della Regione Luca Zaia, nella sede della Protezione Civile Regionale a Marghera, dove opera l’Unità di Crisi istituita per seguire l’andamento dell’ondata di maltempo che sta investendo il Veneto, ha fatto il punto della situazione insieme all’Assessore alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin, al dirigente d’area Nicola Dell’Acqua e al direttore interregionale dei Vigili del Fuoco Veneto-Trentino Alto Adige Fabio Dattilo.
“Siamo preoccupati – ha detto Zaia – perché le previsioni meteo confermano una situazione analoga, se non peggiore, a quella che il Veneto ha conosciuto nel 1966 e nel 2010. Il terreno in molte zone è già saturo d’acqua, i fiumi sono ingrossati e il mare per lo scirocco non riceve. Ricordo che nel 2010 l’alluvione ha colpito 135 comuni veneti e 10.400 famiglie e imprese. La differenza sta nel fatto che ora non ha nevicato ma soprattutto che allora non avevamo le opere che oggi ci sono. Abbiamo messo in sicurezza gli argini dei corsi d’acqua, abbiamo realizzato i bacini di laminazione, come Trissino e Caldogno, e altri ne stiamo realizzando. L’allerta rosso di questi giorni è per noi quindi uno “stress test” per capire se le opere realizzate sono già sufficienti per affrontare situazioni estreme”.
“La squadra della protezione civile regionale – ha aggiunto Zaia – si è mossa bene. L’esperienza ci ha insegnato qualcosa e anche i bacini montani sono stati salvaguardati e sono pronti a ricevere acqua. Abbiamo dichiarato lo stato di massima allerta perché siamo dalla parte dei veneti e non vogliamo che neanche un’unghia della nostra popolazione sia messa a rischio. Prenderei in ogni caso esattamente le stesse decisioni. Ringrazio il ministro Salvini che ho sentito e ha contattato tutte le Prefetture. Anche il presidente del Consiglio Conte ha dato immediata risposta alla nostra richiesta di attivazione della protezione civile nazionale. Non siamo catastrofisti ma agiamo a ragion veduta”.
“La situazione avrà ancora un picco a partire dal pomeriggio di oggi – ha detto ancora Zaia – ma la macchina della prevenzione è in funzione e alle tante offerte di aiuto provenienti da singoli cittadini, che ringrazio, dico che al momento non c’è necessità di supporto. Voglio invece fare un appello a tutti, in particolare ai più giovani: evitate le zone pericolose, soprattutto evitate di fare foto o filmati col telefonino. Restate distanti dalle zone in cui si vede la forza della natura all’opera”.
Da parte sua l’assessore Bottacin ha confermato che l’Unità di Crisi allargata, che rappresenta una novità, è pienamente operativa e la Regione coordina le sette prefetture. Il picco massimo delle precipitazioni è previsto nel pomeriggio e in serata ma – ha fatto rilevare Bottacin – le conseguenze si avvertiranno più tardi sulla portata dei corsi dell’acqua che sono costantemente monitorati. Sono circa 10 mila i volontari della protezione civile già allertati e un migliaio fanno parte di squadre specializzate
Dell’Acqua ha confermato che, al di là di quella che può essere la mancanza di percezione del rischio da parte della popolazione, sono i modelli previsionali a dire che ci possono essere criticità. Per questo più squadre di protezione civile sono pronte nell’eventualità di esondazioni. L’ing. Dattilo ha sottolineato che la protezione civile è un sistema di cui i Vigili del Fuoco sono parte. Anche a fronte della prevista recrudescenza del maltempo il sistema è pronto a intervenire. Sono circa un migliaio i Vigili del Fuoco in Veneto.
“E’ un’emergenza con molti fronti – ha concluso Zaia – ma sono particolarmente preoccupato per la situazione del Piave, per il quale la statistica dice che nell’arco di 100 anni è altamente probabile un ritorno della piena storica. E’ dal 1966 che non si ripresenta ma il rischio è alto. Soprattutto perché il corso del fiume va ripulito dalla vegetazione e dalle alberature che possono fare tappo sui ponti se portate via dalla corrente. Ora è in corso la progettazione della diga a Ciano del Montello, un’opera da 54 milioni di euro per la sicurezza dal rischio idrogeologico”.
Quanto è piovuto in Veneto?
L’Unità di Crisi che sta monitorando l’andamento dell’ondata di maltempo che sta colpendo il Veneto, ed è riunita nella sede della Protezione Civile Regionale a Marghera, ha elaborato una mappa degli accumuli su 44 stazioni di monitoraggio sparse in tutto il territorio, e comprendenti anche Sappada, recentemente passata al Friuli Venezia Giulia..
Il rilevamento è riferito alle ore 11.00 di oggi, lunedì 29 ottobre.
In due stazioni in montagna l’accumulo d’acqua ha già superato i 400 millimetri per metro quadro: Soffranco, con 486,8 millimetri; e Sappada con 410 millimetri.
Altre nove stazioni riportano valori superiori ai 300 millimetri. Agordo 369,8; Col di Prà 351; Castana 335,8; Feltre 327,8; Rifugio La Guardia a Recoaro 324,2; Passo Xomo (Posina) 323,2; Turcati (Recoaro) 311,2; Contrà Doppio (Posina) 308,4; Biois a Cencenighe Agordino 306.
Le rimanenti stazioni variano dai 290,4 millimetri per metro quadro a Valpore (Seren del Grappa) ai 183,6 di Valstagna.
Parlano gli ingegneri. Coccato: “L’attenzione alle problematiche idrauliche e geologiche deve essere mantenuta altissima”
Massimo Coccato, Presidente dell’Ordine Ingegneri Padova, specializzato proprio nel settore dell’ingegneria idraulica per la mitigazione del rischio idraulico e geologico, coglie l’occasione per ribadire agli organi competenti quanto sia necessario mantenete la massima attenzioni a tali problematiche sia che riguardino i grandi fiumi che la rete idrografica minore.
“Il supporto nella pianificazione e realizzazione delle misure di mitigazione dei rischi idraulici e geologici, e nelle misure di prevenzione per il miglioramento - dichiara Massimo Coccato - è un tema prioritario per la nostra categoria. La Regione del Veneto a valle dell’alluvione del 2010 si è dotata di uno strumento di pianificazione degli interventi prioritari da realizzare nei bacini idrografici maggiormente interessati da quell’evento che ha consentito l’avvio di opere di mitigazione del rischio idraulico di fondamentale importanza per la difesa del territorio e che, opportunamente esteso a tutti i bacini, consentirà di operare su solide basi programmatorie.
Analogamente anche per la difesa degli ambiti urbani è necessario predisporre uno strumento condiviso da mettere a disposizione di Enti competenti, Comuni, Consorzi e Municipalizzate; un masterplan del territorio provinciale su cui individuare una scala di priorità degli interventi basata su una dettagliata analisi dei costi e dei benefici degli stessi. Vanno pensate sia soluzioni strutturali, ognuna organicamente funzionale alle altre, che non strutturali, come ad esempio il monitoraggio costante delle reti per consentire la massima efficienza gestionale per massimizzare gli invasi disponibili o lo svaso nei corpi idrici ricettori.
Intervenire in emergenza è chiaramente molto meno efficiente di un lavoro strategico e costante. Alle autorità competenti – conclude Coccato – chiediamo di mantenere alto il livello di attenzione su tali problematiche attuando delle politiche di prevenzione decise e concrete, come quelle che proponiamo".
Il punto al termine della mattinata
Ore 12.19. Il Presidente della Regione Luca Zaia, giunto in mattinata nella sede della Protezione Civile Regionale a Marghera, dove opera l’Unità di Crisi istituita per seguire l’andamento dell’ondata di maltempo che sta investendo il Veneto, ha fatto il punto della situazione con l’Assessore alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin e i tecnici che, da ieri mattina, monitorano ora dopo ora l’evolversi della situazione.
In particolare, è stato compiuto un esame rispetto alle zone più colpite, che di seguito si elencano.
Provincia di Belluno
- Cortina (Alverà – torr. Bigontina) con rischio esondazione e rilevanti interventi in corso da parte della regione (Genio Civile e U.O.Forestale)
- Agordino con diffusi smottamenti e colate detritiche che hanno interessato anche la viabilità tra cui la SR Agordina che è stata riaperta al traffico nella mattinata odierna a seguito dell’intervento di Veneto Strade. Interessati vari comuni tra cui Alleghe, Taibon Agordino , Cencenighe .
- Val di Zoldo con chiusura della viabilità di accesso per allagamenti
- Feltrino con allagamenti diffusi
- Chiusi due ponti sul Piave (Belluno e Quero Vas) a scopo precauzionale
Provincia di Vicenza
- Ancora isolati Laste Basse, Pedomonte e Posina con l’evacuazione di alcuni abitazioni
- Strade provinciali di collegamento con il trentino attualmente ancora interrotte
- I livelli dell’Astico restano elevati
Provincia di Verona
- Si evidenziano livelli alti dell’Adige che ha superato la seconda soglia di guardia
Provincia di Treviso
- La portata del Piave ieri sera ha raggiunto 1.400 mc/s alla traversa di Busche per decrescere fino a 650 nella notte e fino alla mattinata odierna (valori ancora non preoccupanti al momento) – Livello di guardia per le golene sopra i 1.600 mc/s
- Attenzionata la possibile futura piena del fiume Livenza per la quale si è costantemente in collegamento con il Dipartimento Nazionale di PC e la Regione Friuli Venezia Giulia
Provincia di Venezia
- Oltre alla marea eccezionale prevista per oggi (intorno alle 14.00, previsti 150 cm), attenzionato per i prossimi giorni la parte terminale del Piave, del Livenza e del Tagliamento
Provincia di Padova
- Particolarmente attenzionati i livelli del Brenta e del Muson dei Sassi
Provincia di Rovigo
- Non vi sono segnalazioni
L'unità di crisi
L’Unità di Crisi istituita dal Presidente Luca Zaia e coordinata dall’Assessore Gianpaolo Bottacin ha compiuto stamattina una valutazione complessiva della situazione determinata dall’ondata di maltempo che sta colpendo il Veneto.
Il Centro funzionale Decentrato della Protezione Civile ha quindi emesso un bollettino di Nowcasting, valevole fino alle ore 12 di oggi.
Si prevede che nelle prossime ore proseguirà la fenomenologia in atto con diffuse precipitazioni, che determineranno una ripresa dell’innalzamento dei livelli idrometrici della rete idrografica regionale ed extraregionale.
Rinviato anche il consiglio provinciale previsto per oggi pomeriggio.
Attenzione alle fake news
Sta girando nelle mille chat di gruppo di Whatsapp e nei profili Facebook questo testo:
"AGGIORNAMENTO: ho appena sentito il Dr.Carrino che è capo Protezione Civile alta padovana e caro amico di famiglia. Il Brenta non riceve piu acqua, quindi gli affluenti sono a grave rischio esondazione (in particolare alto rischio per il Bacchiglione). La giornata con più alto "allarme rosso" è MARTEDÌ.
Girate il messaggio a vostri conoscenti".
Si tratta di una fake news, come ha ribadito il vicepresidente della Provincia di Padova Fabio Bui. Gli aggiornamenti arriveranno attraverso le fonti ufficiali della Regione Veneto e della Protezione Civile. Importante non alimentare l'allarmismo.
Preoccupano i fiumi Tagliamento e Medina
L’ondata di maltempo in atto sta creando preoccupazione anche per lo stato dei fiumi Tagliamento e Meduna.
L’Unità di Crisi della Regione Veneto, operativa a Marghera, sta valutando i bollettini emessi e trasmessi anche al Veneto da parte della Regione Friuli Venezia Giulia.
In particolare, il Tagliamento nella notte ha superato il valore di guardia posto a 190 centimetri all’idrometro di Venzone, arrivando a 212 centimetri. Un primo picco a Latisana è atteso in questi momenti, un secondo nella mattinata di domani con possibile superamento del livello di guardia.
Nella notte, anche i valori del fiume Meduna sono aumentati in tutti gli idrometri di controllo. La situazione è costantemente monitorata alla luce delle previsioni che indicano ancora piogge abbondanti sull’area.
“La situazione è sotto controllo e presenta per il momento solo qualche criticità in alcune aree dell’Alto Vicentino. C’è comunque un allarme in atto e per questo, in previsione anche di un peggioramento in serata, consigliamo a cittadini di attenersi alle disposizioni emanate e a comportamenti di prudenza”. Questo l’invito che arriva dal tavolo tecnico, organizzato da Prefettura e Provincia di Vicenza, al Centro Coordinamento Soccorsi, all’interno del quale operano tutte le Componenti del Sistema di Protezione Civile. In particolare si ricorda alla popolazione di limitare per quanto possibile la circolazione stradale, di evitare di accedere a scantinati, garage interrati, cantine e a tutte quelle aree poste più in basso del piano stradale, e di non recarsi in zone a rischio esondazione ovvero in prossimità di argini di torrenti, fiumi e corsi d’acqua. Al riguardo si ricorda che la rete idraulica (fiumi, rogge e torrenti) è sottoposta da giorni a notevole stress e che quindi è imperativo che ogni cittadino tuteli la propria incolumità. Per quanto riguarda la circolazione delle strade possiamo comunicare che la SP 46 è finalmente riaperta al traffico anche nel versante trentino, mentre permane la chiusura per alcuni tratti di strade provinciali e in particolare su:- SP 81 a Posina in località Ganna per circa 200 metri.- SP 350 tra Lavarone e Lastebasse. Percorribile invece la provinciale da Lastebasse verso Vicenza.- SP 350. Chiusa al Km 31. Sarà riaperta nelle prossime ore. - SP 85 chiusura in località Carotte al Km 2+500. Si può però utilizzare la viabilità alternativa- SR11 Sospesa a Torri di Quartesolo fino a domani mattina la circolazione stradale per la chiusura del ponte cosiddetto palladiano sul Tesina. Sotto costante attenzione i nostri corsi d’acqua, monitorati in tempo reale e con bollettini meteo aggiornati di ora in ora. Unica situazione di criticità a Posina, dove il Sindaco ha ordinato prudentemente lo sgombero di 10 persone, alloggiate ora negli alberghi della zona. Fondamentale la collaborazione dei primi cittadini che hanno provveduto ad attivare i centri operativi comunali, consentendo così l’operatività delle organizzazioni di volontariato della Protezione Civile. Al riguardo il Sindaco di Recoaro Terme ha comunicato che tutte le situazioni a rischio del proprio territorio, a cominciare dalla zona del Rotolon, sono costante e stretta osservazione. Prossimo aggiornamento dopo le 17, ma nel frattempo si invitano le persone a fare riferimento ai siti istituzionali per ogni informazioni e a non dare peso e seguito a messaggi, sms, mail o altro che estrapolati da altri contesti possono arrecare allarme immotivato. “La Provincia e la Prefettura di Vicenza – sottolineano la Presidente FF Maria Cristina France e il Consigliere Delegato alla Protezione Civile – di concerto con tutti i Sindaci del territorio, le organizzazioni di volontariato e le componenti del tavolo tecnico, stanno facendo un grande lavoro di coordinamento per assicurarsi che i livelli di sicurezza offerti alla cittadinanza rimangano i più elevati possibili. Non è so,o un’azione di monitoraggio costante del territorio ma addirittura di presidio, proprio al fine di riportare alla normalità una situazione in questo momento critica”.
L’Unità di Crisi attivata dalla Regione Veneto per fronteggiare la situazione di emergenza determinata dal maltempo di questi giorni ha elaborato una serie di tabelle di confronto tra l’evento del 27,28 e 29 ottobre 2018 e quelli più rilevanti, sempre della durata di tre giorni, che si sono succeduti negli anni.
La statistica è chiara. L’ondata di maltempo che ha colpito il Veneto in questi giorni è stata quanto meno al livello di quelle, devastanti, che l’hanno preceduta (1966, 2010 e altre) con punte massime di accumuli d’acqua al suolo superiori anche al terribile 1966: la “tempesta perfetta”, come l’ha definita, fin dalla lettura dei primi modelli previsionali, il Presidente della Regione Luca Zaia.
Lo si evince dai dati storici sulle quantità d’acqua cadute nel corso dei precedenti eventi calamitosi, confrontati con quelle registrate il 27,28 e 29 ottobre 2018.
In questo evento, la montagna è stata la più colpita, tanto che la stazione di rilevamento di Soffranco (BL), con 667,4 millimetri d’acqua caduti per metro quadro, ha superato il Cansiglio dove, nel 1966 (4-5-6 Novembre), ne furono registrati 608,0. Con 572,2 di oggi, Sappada ha superato Seren del Grappa dove, nel 1966, i millimetri caduti furono 571,0. Senza contare che in questi tre giorni del 2018 la stazione di Col de Prà, in Comune di Taibon Agordino, alle ore 21 del 29 ottobre ha rilevato 610 millimetri prima di cessare di funzionare, travolta da una tromba d’aria
Le punte massime dell’alluvione del 2010 (31 ottobre- 1 e 2 novembre) si “fermarono” ai 587,2 di Seren del Grappa, ai 530,5 di Agno-Recoaro, ai 516,8 del Cansiglio.
Nel 1992 (3-5 ottobre) le punte massime si toccarono alla stazione Turcati a Recoaro Terme con 533,0 millimetri, al Rifugio La Guardia di Recoaro Terme con 505,2, a Recoaro Mille con 504,2.
Livelli inferiori ai massimi registrati negli scorsi tre giorni si registrarono anche negli eventi del 15-17 maggio 1926; del 26-28 ottobre 1953; del 17-19 settembre 1960; del 7-9 giugno 1988.
Questo, fanno notare all’Unità di Crisi Regionale, per far comprendere come solo le centinaia di opere realizzate dal 2010 a oggi, la precisione dei modelli previsionali utilizzati, e l’uso sapiente delle casse di laminazione naturali e artificiali in Trentino, in Friuli Venezia Giulia e in Veneto, abbiano consentito di evitare situazioni e danni peggiori.