La Barcellona di Ada Colau
Come ha fatto la coalizione civica "Barcelona en comú" in soli 10 mesi dalla sua nascita a portare Ada Colau assere prima sindaca nella storia cella capitale della Catalogna?
Oltre 1 milione e 600 mila abitanti, tre milioni se si considera l’intera cinta metropolitana. Una città cosmopolita, ma al contempo capoluogo della Catalogna con tutte le relative implicazioni identitarie della comunità autonoma. Barcellona, dal 13 giugno 2015, è governata dall’alcaldessa (sindaca) Ada Colau, prima donna nella storia della città catalana a rivestire questo ruolo e, soprattutto, rappresentando una coalizione civica, Barcelona en Comú, che dieci mesi prima nemmeno esisteva.
Coalizione civica per Padova, più di una volta, ha detto di essersi ispirata a Barcellona come modello di spinta democratica e dal basso, convincente e in grado di saper reggere il controllo di una pedina essenziale nello scacchiere della politica spagnola. Senza soldi, al punto di non avere possibilità di riscaldare all’inizio gli uffici, e con pochissima esperienza, all’interno della coalizione dei cittadini, sono confluiti diverse realtà cataliniste, “eco” e di sinistra radicale: Iniziativa per la Catalogna Verdi, Sinistra Unita, Equo, Proces costituente, Podemos e la piattaforma Guanyem.
Una rivoluzione nella governance urbana – spodestando il partito dei socialisti al comando negli ultimi 40 anni e a ottenendo 11 consiglieri su un totale di 41 nel municipio di Barcellona – che ha portato sindaci e politici sparsi in tutto il globo a chiedere consigli, promuovere conferenze e dibattiti, al punto che il gruppo, nel marzo 2016, ha realizzato una vera e propria guida, consultabile online e dal titolo How to win back the city en comú (Come riconquistare la città “in comune”).
Oltre ai paradigmi di ascolto e partecipazione, tipici di un movimento civico, il primo passo è stato quello di costruire una piattaforma che potesse riunire le persone e la moltitudine dei movimenti dei cittadini di Barcellona in modo coerente e coordinato. E soprattutto veicolando il principio guida di andare oltre la protesta, ma lavorare con la convinzione di vincere, tutti assieme, come si legge nello statuto, unendo in sinergia professori universitari e muratori.
Il diffuso malumore causato dalla prolungata crisi economica, poi, ha portato migliaia di persone a scendere nelle piazze per incontrarsi e per discutere sulla necessità di un futuro migliore. Lo spazio pubblico, così, è stato ripensato in favore di un dibattito che si è concretizzato in strada. Mettendosi, inoltre, alla prova e non avendo timore di proporre idee e ridiscuterne altre con una convinzione solida, quella di non perdere mai il contatto con la realtà. Nel suo primo giorno da alcaldessa, Ada Colau, infatti, ha fisso una scritta sulla sua porta: “Non dimenticare mai chi siamo o perché siamo qui”.