Il Covid ha inciso meno sull’instabilità coniugale. E nel 2021 si torna ai livelli pre-pandemici
I dati Istat. Nel 2020, le separazioni sono state complessivamente 79.917 (-18%). Nello stesso anno i divorzi sono stati 66.662, il 21,9% in meno rispetto al 2019 e il 32,7% in meno nel confronto con il 2016, anno di massimo relativo (99.071 divorzi). Non solo tribunale: nel 2020 il 15,2% delle separazioni e il 23,2% dei divorzi sono stati effettuati direttamente in comune
Le separazioni legali rappresentano ancora oggi in Italia il fenomeno più rappresentativo dell’instabilità coniugale, considerando che non tutte si convertono in divorzi, nonostante le semplificazioni procedurali introdotte a partire dal 2014. Lo afferma l’Istat, che ricorda come per i divorzi “il trend è stato sempre crescente dal 1970 (anno di introduzione del divorzio nell’ordinamento italiano) fino alla metà del decennio scorso. Nel 2015 il numero di divorzi ha subito una forte impennata (+57,5% in un solo anno) a seguito dell'entrata in vigore di due importanti leggi che hanno modificato la disciplina dello scioglimento e della cessazione degli effetti civili del matrimonio”.
Il vero boom – sottolinea l’istituto - è stato determinato dalla Legge sul “Divorzio breve”. E provvedimenti, oltre all’effetto diretto sull’aumento delle separazioni e soprattutto dei divorzi, hanno innescato indirettamente una crescita delle seconde nozze, in particolare nel biennio 2015-2016.
“La pandemia ha avuto impatto anche sull'andamento dell'instabilità coniugale, soprattutto nel periodo delle chiusure degli uffici e delle restrizioni alla mobilità; in particolare, nel caso dei provvedimenti presso i Tribunali, la conclusione dei procedimenti del 2020 ha riguardato separazioni e divorzi iniziati negli anni precedenti. Nel 2020, le separazioni sono state complessivamente 79.917 (-18%). Dopo l’aumento tra il 2015 e il 2016 (da 91.706 a 99.611; +8,6%), le separazioni si sono mantenute fino al 2019 sullo stesso livello, con piccole oscillazioni. Nello stesso anno i divorzi sono stati 66.662, il 21,9% in meno rispetto al 2019 e il 32,7% in meno nel confronto con il 2016, anno di massimo relativo (99.071 divorzi).
La composizione tra separazioni/divorzi consensuali e giudiziali risulta pressoché invariata rispetto all’anno precedente. Infatti, nel 2020 l’85,3% delle separazioni si è concluso consensualmente, percentuale rimasta pressoché stabile nell’ultimo decennio. È più contenuta la quota di divorzi consensuali (71,7% nel 2020) ma sostanzialmente in linea con l’anno precedente (70,1%). Dopo il picco del 2016 (78,2%) la proporzione di divorzi consensuali decresce per tornare in prossimità del valore di inizio decennio (72,4% nel 2010).
Separazioni e divorzi non più soltanto in Tribunale
Considerando il complesso dei provvedimenti consensuali (sia extragiudiziali che non), quasi una separazione consensuale su tre e quasi un divorzio consensuale su due avviene al di fuori del Tribunale. I percorsi consensuali extragiudiziali (D.l. 132/2014) riguardano rispettivamente il 26,7% di tutte le separazioni e il 32,7% dei divorzi. Negli accordi extragiudiziali per separarsi o divorziare le quote delle negoziazioni assistite da avvocati (ex art. 6) sono, rispettivamente, 43% e 29,1%, entrambe in crescita rispetto al 2019 (37,7% e 24,9%). Tuttavia, la componente che in questi anni si sta consolidando sempre più è quella degli accordi extragiudiziali direttamente presso gli Uffici di Stato Civile (ex art. 12). Nel 2020, 12.177 separazioni e 15.467 divorzi sono stati effettuati direttamente presso il Comune (con tempi e costi molto più bassi rispetto alle altre fattispecie): si tratta del 15,2% di tutte le separazioni e del 23,2% di tutti i divorzi, quote in linea con quelle dell’anno precedente.
Nel Nord più diffusi i divorzi extragiudiziali
La propensione a ricorrere agli accordi extragiudiziali di divorzio è diffusa in tutto il Paese ma soprattutto tra i residenti nel Nord d’Italia. Anche la preferenza verso la procedura ex art.12 (direttamente presso lo Stato Civile) o verso quella ex art.6 (negoziazioni assistite da avvocati) varia sul territorio nazionale. Le regioni in cui il ricorso alle procedure ex art. 12 è più diffuso, con il vincolo di tutte le condizioni già ricordate, sono la Valle d’Aosta (39,7%), la provincia autonoma di Bolzano (35,3%), la provincia di Trento (34,4%) e l’Emilia-Romagna (33,3%). La quota di accordi ex art. 6 raggiunge il suo valore massimo nel Lazio (21,0%), in Sicilia (13,6%), Campania (12,5%) e Toscana (12,4%). Sul versante dei divorzi consensuali conclusi in tribunale, le regioni in cui trovano maggiore diffusione sono la provincia autonoma di Bolzano/Bozen (53,9% sul totale dei divorzi), la Basilicata (51,3%), le Marche (47,7%) e l’Umbria (45,2%).
Il ricorso ai divorzi giudiziari è invece maggiore nei Tribunali di Sardegna (42,7%), Calabria (42,3%), Puglia (38,8%) e Campania (37,9%). Considerando i divorzi per 100 mila coniugati, le regioni in cima alla graduatoria sono Liguria (320,4), Piemonte (293,2) e Friuli-Venezia Giulia (289,1). A livello nazionale l’indicatore è pari a 240,0, anch’esso in diminuzione nel 2020 rispetto agli anni precedenti.
Primi dati delle separazioni e dei divorzi 2021: si torna ai livelli del 2019
“L’analisi dei primi nove mesi del 2021, seppur basata su dati ancora provvisori, consente di avanzare alcune considerazioni sul più recente andamento di separazioni e divorzi che, come già ricordato, hanno risentito meno degli effetti della pandemia – conclude l’Istat -. Nei primi nove mesi del 2021 l’aumento rispetto allo stesso periodo del 2020 (+36,4% per le separazioni e +32,8% per i divorzi) riporta a livelli simili a quelli del 2019”.
Per le separazioni la crescita è più consistente nel caso dei provvedimenti presso i Tribunali, in particolare per le consensuali (+49,3%). Quest’ultima tipologia, che aveva registrato il calo più consistente nel 2020, evidenzia un aumento del 6% anche tra 2021 e 2019. Stesso andamento si rileva nel caso dei divorzi consensuali. Gli accordi di negoziazione assistita con avvocati sia per le separazioni sia per i divorzi hanno mostrato, soprattutto per le separazioni, un calo contenuto nei primi nove mesi del 2020 (-2,1%), seguito da un aumento negli stessi mesi del 2021 (+11,1%). Nel confronto tra il 2021 e il 2019, quindi, si evidenzia un aumento dell’8,8%, in linea con quanto osservato tra 2018 e 2019. “Presumibilmente la scelta di questa procedura è stata anche avvantaggiata dal deposito telematico degli atti che già contraddistingueva questa tipologia di accordi”.
Le separazioni e i divorzi consensuali direttamente presso i Comuni, infine, hanno visto una ripresa nei primi nove mesi del 2021 in confronto allo stesso periodo del 2020 (rispettivamente +14,8% e +9,9%). Tuttavia, viste le problematiche di gestione dell’emergenza sanitaria legata allo svolgimento delle procedure amministrative, il confronto tra i primi nove mesi del 2021 e lo stesso periodo pre-pandemico mette in luce un calo consistente (-16,7%).