Famiglia, scontro politico Lega – M5S: ecco il "pasticcio" sulle adozioni
Giornata incandescente fra i due alleati di governo. Salvini sollecita Spadafora e il premier Conte a “fare di più” in materia. Palazzo Chigi risponde con una nota ufficiale: "La delega sulle adozioni è del ministro Fontana”. Il quale però rilancia: "Conte ha nominato la Cai senza consultarmi, un mese fa ho chiesto di rinunciare alla delega"
ROMA – Lo scontro sui contenuti era inevitabile, con il vice premier Salvini a Verona per partecipare al Congresso delle Famiglie e il vice premier Di Maio a Roma per una iniziativa sui giovani presentata proprio in contrasto con l'appuntamento veronese. Ma la giornata ha portato anche una sorpresa, un vero e proprio botta e risposta fra i due alleati di governo al quale non si sottratto - seppur indirettamente - neppure il premier Conte, sul tema delle adozioni. Con il risultato che, a tarda serata, quella che traspare è la sostanziale assenza di un confronto e di una interlocuzione fra le due anime dell'esecutivo, ciascuna delle quali sembra scaricare sull'altra le responsabilità di una azione di governo non particolarmente brillante in questo campo.
L'avvio della contesa lo si deve al leader della Lega Salvini, che da Verona chiede al sottosegretario alla presidente del Consiglio Spadafora (M5S) di fare di più per le adozioni. A ribattergli a distanza è il capo politico del M5S, Di Maio, che gli manda a dire che la delega alle adozioni è in realtà in mano proprio al ministro (leghista) della famiglia, quel Lorenzo Fontana che è presente, con Salvini, al Congresso delle Famiglie. Il leader della Lega precisa come la Commissione adozioni internazionali veda però a capo proprio il presidente del Consiglio, il quale reagisce con una nota ufficiale in cui di fatto rimanda al mittente l'accusa, chiedendo "di studiare le cose prima di parlare". Ultimo atto? Nient'affatto, perché Fontana a sua volta spiega che Conte non lo ha consultato quando si è trattato di nominare i componenti della Commissione adozioni internazionale e per questo ha chiesto da oltre un mese - senza ricevere alcuna risposta - di rimettere la delega sulle adozioni internazionali alla Presidenza del Consiglio. Insomma, un gran pasticcio di governo.
Salvini aveva detto: “Spadafora si occupi di rendere più veloci le adozioni, ci sono più di 30mila famiglie che attendono di adottare un bambino", mentre nei confronti di Conte aveva esclamato: "Sul tema adozioni mi aspetto di più dal presidente del Consiglio, che ha nominato la commissione adozioni internazionali che la sinistra aveva affossato e imbalsamato per anni, senza interpellare il ministro con delega alla famiglia". Di Maio aveva subito risposto all'alleato di governo: “Almeno le deleghe si dovrebbe leggerle prima di accusare qualcuno. La delega alle adozioni non è del sottosegretario Spadafora è una delega che ha in capo il presidente del Consiglio dei ministri e il ministro Fontana in compartecipazione. Evitiamo di dire cose inesatte”.
Poi arriva la nota di Palazzo Chigi, emessa in serata dopo le polemiche fra Salvini e Di Maio recita: “La delega in materia di adozioni di minori italiani e stranieri è attualmente ed è sempre stata in capo al ministro della Lega, Lorenzo Fontana. Il presidente del Consiglio ha solo mantenuto le funzioni di presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Spetta quindi a Fontana adoperarsi per rendere le adozioni più veloci e dare risposta alle 30.000 famiglie che aspettano". Con tanto di stilettata finale, alquanto eloquente dei rapporti tesi di queste settimane fra i due alleati di governo: "Rimane confermato che bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare nei ministeri tutti i giorni e studiare le cose prima di parlare altrimenti si fa solo confusione".
A stretto giro, ecco la puntualizzazione che arriva dall'entourage del ministro Fontana: «Da oltre un mese il Ministro Fontana ha chiesto di formalizzare la remissione della delega relativa alle adozioni internazionali a causa del fatto che il presidente Conte ha autonomamente indicato i componenti della struttura Cai (Commissione Adozioni Internazionali)». «Questo - aggiungono le fonti del ministero - ha comportato un grave problema nell’attuazione della delega, costringendo il Dipartimento Famiglia a chiedere di spostare alla segreteria generale della Presidenza i capitoli di bilancio delle adozioni internazionali. Si sottolinea inoltre che la presidenza della Commissione Adozioni Internazionali è stata fin dall’inizio in capo al Presidente del Consiglio, che ha scelto di non delegarla».