Covid, Right2cure: rischio ripresa delle pandemia, stop ai brevetti su vaccini e farmaci

Questa la richiesta alla Ue, al Parlamento europeo e al Wto che la Campagna Europea torna ad avanzare con forza alla vigilia della Giornata mondiale per il diritto alla salute

Covid, Right2cure: rischio ripresa delle pandemia, stop ai brevetti su vaccini e farmaci

Sospendere i brevetti dei vaccini, dei kit diagnostici e dei farmaci contro il Covid: questa la richiesta alla Ue, al Parlamento europeo e al WTO che la Campagna Europea Right2cure No Profit on Pandemic torna ad avanzare con forza alla vigilia della Giornata mondiale per il diritto alla salute che ricorre domani, 7 aprile.

Il Comitato italiano della Campagna, di cui la Cgil fa parte, in un comunicato stampa che si invia in allegato, sostiene che "con una nuova variante Sars-CoV-2, la Xe, che si aggira per l'Europa e altre che rischiano di svilupparsi e diffondersi nei paesi più poveri e meno attrezzati, e con la tragica guerra in Ucraina, potremmo trovarci davanti ad un terreno privilegiato per la ripresa e diffusione della pandemia, ad oggi tutt'altro che debellata".

Anche per questo "si chiede al WTO, nella prossima riunione prevista per giugno dopo il rinvio dello scorso dicembre, di non accettare la proposta cosiddetta di compromesso presentata dall'Ue a Stati Uniti, India e Sudafrica, perché non solo prevede unicamente la sospensione dei brevetti sui vaccini e non di quelli sulla diagnostica e sui farmaci per il Covid, rinviati a tempi infiniti, ma anche perché non mette in discussione una serie di norme di protezione su vaccini e medicinali (segreti commerciali, dati scientifici e design industriale) come invece previsto dalla proposta originale di India e Sud Africa".

Il Comitato annuncia che sono previste tante iniziative in varie città europee, tra cui Bruxelles, Parigi e Milano, dove si terrà un importante convegno sabato 9 aprile, "Il diritto alla salute fra guerre e pandemie".

Infine il Comitato manifesta "enorme sconcerto" per quanto emerso dall'inchiesta 'Follow the doses' sulle donazioni dei vaccini da parte dei paesi europei, Italia compresa, alle popolazioni delle aree più svantaggiate: "gran parte dei vaccini donati all'Africa sono scaduti o stanno per scadere, quindi sono inutilizzabili e per di più devono essere smaltiti, con pesanti costi aggiuntivi. Inoltre - conclude il Comitato - per i contratti capestro stipulati dalla Commissione Ue su mandato dei nostri Governi, dobbiamo chiedere il permesso a Big Pharma per fare le donazioni: non solo abbiamo finanziato la ricerca e la produzione, acquistato i vaccini, pagandoli una seconda volta, ma ora non li possiamo neanche donare liberamente ai diseredati della terra". (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)