Coronavirus. 272 positivi nelle Case di riposo del Padovano
Nel territorio dell’Ulss 6 Euganea sono oltre 4 mila e 300 gli ospiti delle strutture residenziali per anziani e 3 mila e 200 gli operatori. In questi giorni sono stati fatti, senza sosta, complessivamente oltre 2 mila e 800 tamponi. Al 31 marzo sono 272 i positivi al Covid-19.
Nelle trentasette strutture residenziali per anziani presenti sul territorio dell’Azienda Ulss 6 Euganea fino a oggi sono 272 le persone risultate positive al test del Coronavirus.
«Di questi – spiega Paolo Fortuna, direttore dei servizi sociali per l'Ulss 6 Euganea – circa 200 sono ospiti, mentre la rimanente parte è costituita da operatori. In questi giorni ci siamo immediatamente attivati per trasferire in ospedale i 30 ospiti che hanno avuto bisogno di maggiori cure a dimostrazione da un lato della costante collaborazione tra centri di servizio e azienda sanitaria, dall’altro dell’impegno della nostra azienda nel cercare di gestire all’interno delle case di riposo le persone contagiate che mostrano un quadro clinico buono, così da evitare al massimo gli spostamenti».
Nel territorio dell’Ulss 6 Euganea sono oltre 4 mila e 300 gli ospiti delle strutture residenziali per anziani e 3 mila e 200 gli operatori. In questi giorni sono stati fatti, senza sosta, complessivamente oltre 2 mila e 800 tamponi.
«Le residenze per anziani – prosegue Fortuna – sono strutture socio-sanitarie autonome, non sono ovviamente degli ospedali, e per questo stiamo dando la nostra totale disponibilità a collaborare sotto tanti punti di vista nell’ambito, però, di quello che la norma ci consente di fare».
In questo momento il maggior numero di positivi al Coronavirus si è riscontrato nella residenza dell’Ira di Padova e in quelle di Merlara, di Galzignano e di Monselice dove l’Ulss 6 Euganea ha intensificato i tamponi e la consegna di dispositivi di protezione.
«Lì dove ci sono segnalazioni di sintomi che potrebbero far pensare al Covid-19 – sottolinea ancora Fortuna – interveniamo immediatamente. Abbiamo contattato tutte le strutture e adottato azioni utili a evitare il più possibile il contagio: dall'immediata limitazione dell’accesso ai parenti, per ridurre eventuali possibilità di trasmissione del virus dall’esterno all’interno, alla richiesta fatta agli operatori di osservare tutte le norme in vigore anche fuori dall’orario di lavoro».
Tra le altre azioni messe in campo per rompere la possibile catena di trasmissione del virus all’interno delle residenze per anziani c’è anche la compartimentazione interna degli spazi così da isolare gli ospiti contagiati.
«In questo modo – prosegue Fortuna – si cerca di tutelare anche gli operatori che così sanno dove devono indossare gli strumenti di protezione quando lavorano. Inoltre nelle residenze dove il virus non c’è, ed è quindi possibile accogliere nuovi ospiti, è stata prevista un’area di astanteria dove si accolgono gli anziani che vengono dal proprio domicilio, se negativi al tampone. Qui gli ospiti risiedono per 15 giorni e se non sviluppano il virus vendono inseriti nella residenza».
Intanto l’Azienda Ulss 6 Euganea ha provveduto a istituire un nucleo permanente di operatori: medici, igienisti, assistenti sanitari ed esperti igienico sanitari che opereranno a supporto delle case di riposo sotto la guida dei direttori del distretto e di quello socio-sanitario dell'Ulss6.
«Inoltre – conclude Domenico Scibetta, direttore generale Ulss 6 Euganea – tutte le volte che nelle strutture residenziali per anziani le condizioni cliniche di un ospite hanno richiesto l’immediato ricovero questo è avvenuto e così si continuerà a fare anche in futuro».