Fatti

Le previsioni Istat sul futuro demografico del Paese confermano il quadro di crisi. La popolazione residente è in decrescita: da 59,2 milioni al 1° gennaio 2021 a 57,9 milioni nel 2030, a 54,2 milioni nel 2050, fino a 47,7 milioni nel 2070. In crescita le famiglie, ma con un numero di componenti sempre più piccolo. Tra 20 anni oltre 10 milioni di persone sole; nel 2050 gli over65 saranno il 35%. Verso un forte aumento della domanda di assistenza

Un improvviso fuggi fuggi di giovani in fuga da Mosca. Ma lo spazio aereo da mesi è chiuso, non esistono voli diretti tra la Russia e i paesi dell’Unione Europea e gli unici possibili sono via Istanbul, Yerevan e Kazakhstan, ma “i prezzi dei biglietti sono folli”. Sono gli effetti del discorso pronunciato ieri dal presidente russo Vladimir Putin e della chiamata ad una “mobilitazione militare parziale”. Fino ad oggi, l’opinione pubblica ha sopportato. “Ma adesso, sopportare l’invio di un figlio o di un marito al fronte è diverso. Siamo in un momento critico”. A raccontare cosa sta succedendo in queste ore in Russia, è padre Giovanni Guaita, parroco della chiesa ortodossa russa, in questi giorni in Italia ma – dice - impaziente di tornare a Mosca. Per essere con la sua gente che in questi giorni gli telefona e scrive per consigliarsi sulla tragica decisione: fuggire o restare?

Ha ricevuto una standing ovation e un lunghissimo applauso, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a conclusione del suo discorso di indirizzo alla 77ª Assemblea generale dell’Onu a New York. Rara la standing ovation nella sala delle Nazioni Unite e rara la concessione di poter presentare un discorso via video da parte di un presidente, quando il protocollo, in caso di assenza, lascia la tribuna ad un rappresentante del Paese. 

“Il diritto dei cittadini ad essere informati su questioni di interesse pubblico e dei giornalisti di scriverne liberamente non può e non deve essere ostacolato da azioni temerarie e querele pretestuose (o Slapp)”. L’appello di numerose associazioni o organizzazioni al futuro parlamento affinché promuova misure per contrastarle

“È una situazione che non lascia tranquilli”. Interpellato sulle parole pronunciate questa mattina dal presidente russo Vladimir Putin, l’arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi russi, mons. Paolo Pezzi, non nasconde preoccupazione. E aggiunge: “Per me è difficile dire perché si è arrivati a questo punto. Secondo la Russia e secondo quanto si legge sui media locali, è per un allargamento del conflitto che coinvolge tutta la Nato. La pace, purtroppo, sembra allontanarsi. Penso che la strada sia quella indicata da Papa Francesco. E cioè quella di cercare di mantenere sempre dei canali aperti, di non chiudere mai. Senza negare come stanno le cose ma allo stesso tempo senza chiudere mai. Per me questa resta la via più fattibile”.

Tre giorni dopo la notte maledetta, don Luca Principi, parroco a Pianello di Ostra, lo annuncia in un post pubblicato via social, perché di fatto è una buona novella in mezzo a tante ore di buio e di paura: “Nell’Oratorio sommerso dall’acqua l’unico libro che si è salvato è stata la Bibbia aperta posta in un leggio su un tavolino. Mentre tutto intorno è caduto il tavolino ha galleggiato fino al soffitto e poi è ridisceso nello stesso posto e la Bibbia è rimasta aperta nella pagina della prima comunità cristiana (Atti 2,42)”. La sua comunità, che si prepara per i funerali, piange quattro degli undici morti causati dalla piena d'acqua che la sera del 15 settembre non ha lasciato loro scampo

Diritto allo studio e diritto al voto non in conflitto, ma in simbiosi. Come già iniziato cinque anni fa, il Comune di Padova estende il progetto per garantire la frequenza scolastica anche durante le consultazioni elettorali, spostando i seggi fuori dai plessi.

Qual è lo stato delle acque dei nostri fiumi? La domanda ha guidato una quinta dell’istituto tecnico agrario A. Parolini di
Bassano del Grappa alla scoperta della qualità delle acque del Brenta, ma lo studente Michael Pettinà, residente a Cogollo del Cengio, in provincia di Vicenza, ha chiesto – e ottenuto – di poter analizzare le acque del fiume di casa, l’Astico, in modo da evitarsi i 40 chilometri necessari per raggiungere il Brenta e compiere i prelievi da analizzare.