Vocazioni. Al via il percorso “ChiamalaVita”
Giovani. Nuovo nome e profilo per il gruppo vocazionale diocesano. Il primo appuntamento, a Casa Sant’Andrea, si tiene questa domenica. Poi ogni mese
Il progetto di pastorale vocazionale degli adolescenti, “Luce all’orizzonte” (che potremmo dire del “nuovo Seminario Minore”), è stato pensato per accompagnare fino a un itinerario annuale di orientamento vocazionale – “ChiamalaVita” – per giovani dai 19 ai 35 anni, maschi e femmine, che desiderano approfondire le varie scelte di vita alla ricerca della propria vocazione. Si tratta di una giornata al mese a Casa Sant’Andrea con testimonianze di vocazioni cercate, accolte e vissute, Parola di Dio, catechesi ed “esercizi” da fare durante le quattro settimane successive all’incontro per un accompagnamento personalizzato.
Si rivolge soprattutto ai giovani che vivono periodi particolarmente “pro-vocanti”: il passaggio dalle scuole superiori all’università, l’ultimo anno della triennale o magistrale, l’inizio dell’esperienza lavorativa, un cambiamento di lavoro, l’inizio o la fine di una esperienza di coppia significativa. Lo si può suggerire quando un giovane sente nascere un’esigenza di chiarezza nella sua vita di cosa il Signore gli sta chiedendo, una percezione che la fede gli chiede un di più; vuole “sentirci chiaro”, vuole “distillare” dai frutti di vita che ha in mano qualche scelta buona per la sua fede, perché sente che Dio lo chiama a fargli spazio, a far fare a lui la differenza. Insieme alla dinamica del giovane in ricerca c’è Dio che interviene, parla e chiama. Quest’anno nell’équipe del percorso ci sono, oltre al sottoscritto, Manuela Riondato (collaboratrice apostolica diocesana) e Francesco Trovò, diacono del Seminario.
Il percorso, iniziato con don Luigi Fabris negli anni Ottanta, è stato portato avanti in questi decenni cercando sempre di affinare e rinnovare strumenti, modalità e contenuti offerti. Quest’anno cambia il nome. Quello precedente – gruppo vocazionale diocesano – non aiutava in questo periodo storico a scoprire tante particolarità dell’itinerario che crediamo interessanti per un giovane d’oggi. Non è un “gruppo”.
Il singolo giovane decide di partecipare al percorso. L’obiettivo non è “fare gruppo” ma stimolare la ricerca personale dei segni visibili della propria vocazione. Per questo c’è il “silenzio vocazionale”: si chiede tanta riservatezza al singolo che non dovrà per forza far conoscere alle persone vicine (familiari, amici, partecipanti del percorso) il contesto e i motivi dell’aver intrapreso l’itinerario. Ciò permette una ricerca serena, libera, senza pressioni sociali di alcun tipo, senza esporsi, senza per forza dover giustificarsi ad altri. Il silenzio vocazionale ha anche e soprattutto una valenza spirituale: è l’atteggiamento di chi dà la precedenza a Dio che parla rispetto alla parole umane.
“Vocazionale” purtroppo suscita in un giovane o in un educatore un commento interiore: «Questa è roba da preti». Obiettivo è invece far conoscere le tappe di questo percorso per cui uno può scoprire che vengono esplorate tutte le vocazioni, al maschile e al femminile, specialmente dal sito pastoralevocazionale.diocesipadova.it “ChiamalaVita” è espressione poliedrica. Chiamala vita: cioè vivi sul serio e non vivacchiare. Chi ama la vita: è il Signore amante della vita e il giovane che ha sete di vita. Chiama la vita: il Signore è l’origine di ogni vocazione, è Lui che chiama. Chiama la vita: è il giovane che fa della sua vita una risposta ad una chiamata, ad una missione. Chiama la vita: è la vita stessa che si fa segno e strumento della voce di Dio. È lo stesso nome del social ChiamalaVita; il percorso infatti ne condivide lo stesso obiettivo: come il social crea “cultura vocazionale”, racconta, narra, condivide episodi di vita che suscitano una riflessione vocazionale, così anche il percorso vorrebbe dai vissuti dei giovani far emergere ciò che di vocazionale c’è, quello stimolo, intuizione, desiderio che si riferiscono ad un Dio a cui credo e che mi chiama. Il desiderio del vescovo Claudio e della Diocesi è che ogni giovane possa dedicarsi un anno per questo percorso, consapevoli che se un giovane trova la sua vocazione è nella gioia e sente di star investendo bene la sua esistenza e rispondendo alla vita che chiama.
A cinque anni dalla scomparsa di don Zenatto
A cinque anni dalla scomparsa di don Gianfranco Zenatto, domenica 4 dicembre – alle ore 11 nella basilica del Carmine – viene celebrata una messa in suo ricordo. Al Carmine don Gianfranco si è dedicato al sacramento della confessione.
Layachi: «Padova, laboratorio di umanità»
«Considero Padova un laboratorio di umanità, che vive il dialogo interreligioso da molti anni, e le Cucine economiche popolari rappresentano il faro di questo laboratorio – ha esordito l’imam Kamel Layachi all’incontro del 17 novembre al Barbarigo – Al centro del Corano c’è l’uomo e la dignità dell’uomo costituisce il fondamento di tutti i diritti umani. L’uomo è nato libero, ma dovrà rispondere di ciò che ha fatto nella sua vita terrena. È libero di viaggiare, di crearsi una
famiglia e di cercare il meglio per la propria famiglia, portando con sé il proprio bagaglio culturale. I pregiudizi si superano col dialogo, cercando un terreno comune a vantaggio di tutti e soprattutto del territorio nel quale si vive».
don Mattia Francescon
Direttore Ufficio di Pastorale delle Vocazioni