Quale Europa nel 2025? Segnali poco incoraggianti dal summit di Bruxelles

Guerre, nuove sfide geopolitiche, migrazioni: sono solo alcuni dei grandi scenari che attendono un rinnovato protagonismo dell'Unione europea. Che non può permettersi di rinchiudersi in se stessa

Quale Europa nel 2025? Segnali poco incoraggianti dal summit di Bruxelles

Anche per i più ferventi europeisti il 2025 rischia di rappresentare un brusco risveglio. Le elezioni per l’Europarlamento dello scorso giugno e il complesso e lungo iter per il rinnovo della Commissione avevano già inviato alcuni segnali. Vi si intravvedevano un processo d’integrazione europeo più “controllato” dai governi nazionali, un Parlamento diviso e contrassegnato da una maggiore presenza di forze sovraniste, infine una “Von der Leyen bis” meno autonoma dagli interessi dei Paesi membri (basterebbe vedere la frenata sul Green Deal).

L’ultimo allarme è giunto dal Consiglio europeo del 19 dicembre.

Anzitutto vi si è riscontrato un linguaggio bellico permanente accompagnato da tante promesse di aiuti – finanziari e militari – all’Ucraina: eppure il presidente Volodymyr Zelensky si è accorto, e lo ha affermato pubblicamente, che l’Ue sta tirando i remi in barca rispetto al conflitto causato da Putin. Inoltre l’arrivo di Trump alla Casa Bianca potrebbe ulteriormente indebolire il fronte anti-russo.
Poche parole sono poi giunte sul terribile conflitto in Medio Oriente, mentre sul caso-Siria non si va oltre un’attesa prudente degli eventi e del ruolo che giocheranno i nuovi padroni di Damasco. Intanto lo scacchiere regionale appare in ebollizione.
Sulle migrazioni, poi, il Consiglio – che raccoglie i capi di Stato e di governo dei 27 – non è andato più in là dell’“Europa fortezza”. Respingimenti, hub esterni, rimpatri… Senza una strategia di governo del fenomeno, peraltro inarrestabile, in chiave di accoglienza controllata e di integrazione rispettosa di chi arriva e della sicurezza di chi ospita.
Anche sulla risposta ai cambiamenti climatici, sull’allargamento ai Balcani, sulla competitività economica questa Ue sembra segnare il passo.

Così l’Europa non può essere tra i protagonisti della storia.

Così non può testimoniare i suoi valori fondativi: pace, democrazia, stato di diritto, diritti umani. Questa Europa ha bisogno – come innumerevoli voci hanno ribadito – di una svolta, di coraggio, di coscienzioso protagonismo sulla scena internazionale. E, forse, di qualche leader che ridia slancio alla stessa Unione europea.

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Fonte: Sir