Verso la conclusione del Sinodo. Ci attende un nuovo viaggio entusiasmante
Verso la conclusione del Sinodo Il 25 febbraio il vescovo Claudio consegnerà alla Diocesi le linee attuative e orientative per il cammino dei prossimi anni. Poi, a marzo, le affiderà ai membri uscenti degli organismi di comunione che, a loro volta, li consegneranno ai nuovi eletti
Si avvicina il 25 febbraio, tappa conclusiva – alle 16 all’Opsa – del cammino sinodale che ha coinvolto la Chiesa di Padova a partire da maggio 2021. Nell’invito giunto ai membri dell’Assemblea sinodale, che si è incontrata per l’ultima volta il 17 dicembre scorso, il vescovo Claudio – che nell’occasione consegnerà alla Diocesi le linee orientative e attuative che riprendono le scelte del Sinodo e tracciano il cammino diocesano per i prossimi anni – ha parlato di un «nuovo viaggio entusiasmante che ci attende come Chiesa locale». A don Leopoldo Voltan, vicario episcopale per la pastorale, che fin dall’inizio ha seguito il cammino sinodale, chiediamo qual è l’attesa – dal suo osservatorio – per questo nuovo viaggio. «L’attesa è tanta. Da parte di chi ha vissuto gli Spazi di dialogo e i Gruppi di discernimento, da parte di chi ha partecipato all’Assemblea sinodale, da parte delle parrocchie, quindi degli organismi di comunione e degli operatori pastorali. È vero che più volte abbiamo ripetuto che il processo conta di più dei risultati, però certamente c’è anche il desiderio di alcune linee chiare. Il Sinodo può essere una bella opportunità per scegliere insieme alcune priorità: nell’accoglierle e nel renderle operative possiamo creare unità e comunione».
Al vescovo Claudio è stato consegnato il lavoro dell’Assemblea sinodale perché tracci delle linee orientative e attuative. Facciamo in punto su quali sono le “questioni in ballo” sulle quali la Chiesa di Padova si gioca il futuro. «Credo riguardino principalmente i tre testi votati dall’assemblea sinodale: sui ministeri battesimali, sui piccoli gruppi della Parola e sulla “geografia” territoriale con le collaborazioni pastorali. Sono tre piste da intendere come leve di cambiamento, attraverso di esse si possono ripensare le prassi pastorali e il volto della Chiesa. Penso soprattutto ai ministeri battesimali. Poi, certo, il vescovo sottolineerà anche altri aspetti che gli stanno a cuore, riprendendoli da riflessioni precedenti e da temi che l’assemblea per mancanza di tempo non è riuscita a esaminare. La vera questione in ballo, secondo me, è affrontare questo tempo di transizione, che non sarà breve, con speranza e non con paura: sta terminando un certo tipo di Chiesa e se ne sta aprendo un altro, a cui tendere, coltivandone i presupposti. A un incontro ho sentito una frase vera e suggestiva: le albe si pagano con i tramonti. L’alba, ciò che è nuovo, richiede sempre la perdita di un modello precedente. Per tanti versi siamo in questa fase, stiamo preparando l’alba».
Dopo l’appuntamento del 25 febbraio, il vescovo girerà la Diocesi – in otto incontri – per affidare le linee orientative individuate. A chi le metterà in mano e con quale consegna? «Vorremmo ci fosse una presenza ampia: i membri dei consigli pastorali e per la gestione economica che concludono il loro mandato, a cui va il grazie dell’intera Diocesi per il loro impegno; i facilitatori e i moderatori del Sinodo e gli operatori pastorali. Questi incontri saranno importanti per i contenuti ma anche come slancio affettivo. Abbiamo tutti bisogno di momenti che offrano un orizzonte in cui sentirci insieme e in cui sentire che il Signore cammina con noi. La presenza del vescovo diventa qualificante per incoraggiare un tempo nuovo della nostra Chiesa diocesana».
Questo momento si intreccia, per la Chiesa di Padova, con il rinnovo degli organismi di comunione. In che modo? Cosa comporta? Punti di forza da evidenziare ed eventuali fragilità su cui vigilare? «I nuovi organismi avranno il compito di attuare le indicazioni che il vescovo darà a partire dalle conclusioni del Sinodo. Un compito delicato, in cui coinvolgere tanti soggetti ecclesiali. Don Claudio sta ribadendo che ci sarà spazio per processi partecipativi con l’obiettivo di raccogliere ulteriori contributi e che, a partire da un orientamento di massima, ci si muoverà con flessibilità e gradualità. Poi credo che il Sinodo diocesano abbia avuto il grande merito di confermare la bontà del metodo del discernimento comunitario sul quale bisognerà insistere anche ordinariamente».
Saranno i nuovi organismi di comunione, come dicevi, ad attuare le linee orientative consegnate dal vescovo. Ma, non dimentichiamolo, sono numerose le persone che – fin dall’inizio del cammino sinodale – hanno dato il loro contributo. Come far sì che tutto questo “tesoro” non vada perso e si senta coinvolto nel «nuovo viaggio entusiasmante» della Chiesa di Padova? «Sì, in effetti, le persone coinvolte sono tante e vanno valorizzate. Spero che alcuni di loro siano disponibili a impegnarsi anche nei nuovi organismi di comunione. Spero che molti abbiano ancora spazi di espressione e luoghi per portare il loro contributo originale. Vorrei dire soprattutto che queste persone sono un tesoro relazionale e non funzionale e quindi l’atteggiamento da coltivare sempre è quello dell’ascolto attento, del dialogo franco e la gioia di relazioni gratuite».
Il 25 febbraio all’Opsa si conclude il Sinodo diocesano
Domenica 25 febbraio, alle 16 nella chiesa dell’Opsa, il vescovo Claudio consegnerà all’intera Diocesi – a conclusione del cammino sinodale – «le linee orientative e attuative che riprendono le scelte del Sinodo e tracciano il cammino diocesano per i prossimi anni. Vi attendo alla celebrazione eucaristia perché è importante partire di nuovo insieme, lanciando il cuore in avanti».
Bel cammino
«È stato davvero un bel cammino di cui sono infinitamente grato – confida don Leopoldo Voltan – Tra i germogli metto innanzitutto la forza e la bellezza della nostra Diocesi di Padova. Ho sentito tanta passione per il Vangelo e per la nostra Chiesa. Poi, le tre proposte elaborate dall’Assemblea, con tonalità diverse, sono di sicuro valore. Così come l’aver sperimentato la sinodalità. Certo c’è stato anche qualche limite: forse oggi non rifaremmo gli stessi passi... A me piace l’immagine della carovana sinodale: a volte disordinata, caotica, non sempre con una rotta certa ma siamo stati insieme, ci siamo sentiti popolo di Dio, abbiamo cercato di lasciar parlare il Signore. E tutto questo è speciale!».
Incontri zonali, a marzo, con il vescovo Claudio
Ai membri dei consigli pastorali e dei consigli per la gestione economica – il cui rinnovo è previsto nei prossimi mesi – il vescovo Claudio ha scritto in vista della conclusione del Sinodo diocesano: «È questo il tempo della riflessione e della definizione di scelte importanti che condividerò recandomi in otto diverse zone della Diocesi: sin d’ora invito voi membri dei consigli uscenti a partecipare a uno di questi appuntamenti, insieme ai facilitatori e ai moderatori del Sinodo e agli operatori pastorali che quotidianamente edificano la comunità cristiana. Sarete voi infatti a comunicare queste linee orientative ai nuovi consigli che ci apprestiamo a rinnovare». Queste le date e i luoghi degli incontri zonali con il vescovo Claudio: lunedì 4 marzo, 20.45, nella chiesa del Crocifisso in Padova; martedì 5, stessa ora, nel Duomo di Monselice; mercoledì 6, sempre alle 20.45, al cinema Marconi di Piove di Sacco; giovedì 7, alle 21, nel Duomo di Este; martedì 12, alle 20.30, al cinema Aurora di Campodarsego; mercoledì 13, alle 20.30, in Duomo a Thiene; giovedì 14, stessa ora, in chiesa a Fellette; sabato 16, alle 9.30, all’Opsa.