Un anno esatto dopo “Custodi di Pace”

“Sono convinto di essere contro ogni guerra”: queste alcune delle parole pronunciate dal vescovo Claudio nella riflessione durante la Veglia per la Pace “Testimoni di Pace”, svoltasi giovedì sera in Cattedrale, ad un anno esatto dopo “Custodi di Pace”, l’incontro di preghiera del 23 novembre 2022 con cui si dava avvio a un “viaggio” nel territorio diocesano della lampada della pace, che è passata di testimone da una comunità all’altra per otto mesi, cadenzando questo periodo con appuntamenti di preghiera. La lampada, poi, è stata consegnata, lo scorso 22 giugno, alla Diocesi di Chioggia perché possa proseguire il suo pellegrinaggio di preghiera per invocare la pace.

Un anno esatto dopo “Custodi di Pace”

Un anno dopo, dopo aver pregato per essere “custodi” del dono della pace, la Chiesa di Padova vuole sottolineare ancora di più la necessità di essere “testimoni”, sottolineando il desiderio di pace e la volontà di avere il coraggio di fare scelte di pace. All’inizio, nel buio totale della Cattedrale, si sono uditi il suono inquietante di una sirena, i rumori di uno dei tanti conflitti, mentre è stata proposta una riflessione «Ci preoccupa il conflitto nella striscia di Gaza è ancora viva l’attenzione all’Ucraina e desideriamo pregare per tutte le vittime e i morti di queste guerre e delle altre 57 guerre in corso in questo momento nel mondo; dalla Nigeria allo Yemen, dal Mali alla Colombia, dal Sudan al Pakistan... Ogni angolo della terra sfigurato dalla guerra possa essere raggiunto dal balsamo della nostra preghiera!».
Sono state poi ascoltate alcune testimonianze di persone che hanno operato e vivono tuttora in realtà di guerra, Enrico Vallaperta infermiere di Medici Senza Frontiere, che ha prestato la sua opera in Ucraina durante il conflitto, George Anton, direttore amministrativo del Centro medico della Caritas a Gaza, Martin Griffiths, coordinatore Onu per gli aiuti umanitari in Sudan dove da mesi è in corso una cruenta guerra civile che sta distruggendo il già precario equilibrio di quel paese. Dai rumori e le sofferenze della guerra, la richiesta di perdono a Dio per la superbia, l’ingordigia e la follia di quanti pianificano, sostengono e incrementano i conflitti e la preghiera di supplica al Padre perché converta i cuori degli uomini dall’indifferenza e si possano accendere ovunque fiammelle di pace. Con i lumini accesi da ciascuno dei presenti è stato letto il passo del profeta Isaia sul messaggero di buone notizie, che annunzia la pace, la felicità e la salvezza! Quindi la riflessione del vescovo Claudio: “Sono stato in alcune occasioni vicino a contesti di guerra, nella ex Jugoslavia e in Ruanda, vi posso confermare che il senso di angoscia è grande. Chi è uscito da un contesto bellico preferisce non parlarne, lo rimuove, tanto è il dolore patito. Ci vengono in aiuto le parole del profeta Isaia, il messaggero di buone notizie. Mi soffermo”, ha proseguito il vescovo, su due aspetti: i piedi del messaggero e il braccio snudato. Il messaggero è atteso proprio perché annuncia la pace, da cristiani dobbiamo sempre essere portatori di pace e non dobbiamo mai abituarci alla guerra, quel piede ci dice questo. Il Signore poi puo’ intervenire a convertire i nostri cuori, per renderci messaggeri di pace, quel braccio snudato significa che il Padre ha la forza di farlo. Da qui il nostro impegno incondizionato per la pace”.
Quini sono state proposte le testimonianze di persone che si adoperano per la giustizia, che portano soccorsi o si impegnano per sconfiggere l’odio. Anton dell’associazione dei Rabbini per i diritti umani, che opera nel campo del dialogo interreligioso, i lavori portuali di Genova che si sono rifiutati di caricare le armi sulle navi dirette al conflitto in Terra Santa e Claude, siriano cattolico che è espatriato in Francia dopo che la figlia 18enne è stata uccisa da un attacco terroristico e il corpo è stato recuperato da un musulmano ce ha rischiato a sua volta la vita per riportarlo ai genitori. Ora si dedica a testimoniare la necessità di praticare il perdono e cercare strade di pace. Al termine della veglia, la recita del Padre Nostro e con la benedizione finale l’invito ad essere Testimoni di Pace nel contesto quotidiano.

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