Scuola. Gli anniversari. L’impegno per i diritti di fanciulli e ragazzi non finisce mai
Il convegno “Le marginalità al centro. Tra sfide e opportunità”, dedicato al tema delle povertà educative ha rappresentato anche l’occasione per ricordare due importanti documenti internazionali – la Dichiarazione dei diritti del fanciullo e la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – dei quali ricorrono il 60° e il 30° anniversario della pubblicazione.
La Dichiarazione dei diritti del fanciullo fu redatta a Ginevra il 23 febbraio 1923 dalla Società delle Nazioni e adottata dall’Assemblea generale della Società delle Nazioni nel 1924. Fondamentale fu l’apporto di Eglantyne Jebb, dama della Croce Rossa, che aveva fondato Save the Children nel 1919.
Con l’istituzione dell’Onu, la dichiarazione venne approvata il 20 novembre 1959 dall’Assemblea generale e revisionata nel 1989. Nel frattempo, l’11 dicembre 1946 la comunità mondiale aveva definito una nuova etica della protezione e della cura dei bambini, istituendo il Fondo internazionale di emergenza delle Nazioni unite per l’Infanzia (Unicef).
La Dichiarazione elenca un decalogo di principi, cui tutti gli Stati dovrebbero attenersi. Anzitutto, il bambino deve godere di tutti i diritti enunciati nella dichiarazione senza alcuna eccezione, distinzione o discriminazione fondate su razza, colore, sesso, lingua, religione e altro. In secondo luogo, ogni bambino deve avere protezione e facilitazioni, in modo da crescere sano fisicamente, intellettualmente, moralmente. Ogni nuovo nato ha diritto fin da subito a un nome e a una nazionalità.
Il bambino deve ottenere sicurezza sociale e poter crescere in modo sano. A lui e alla madre sono dovute le cure e le protezioni necessarie, per questo ha diritto a un’alimentazione corretta, a una casa e anche alla possibilità di giocare. Se dovesse trovarsi in una situazione di bisogno ha il diritto a ricevere le cure speciali necessarie.
Ogni bambino deve essere oggetto di amore e di comprensione, crescere sotto le cure e la responsabilità dei genitori o comunque in situazioni a lui adatte. Salvo eccezioni, specie in bambino in tenera età, non deve essere separato dalla madre. La società si deve far carico dei bambini senza famiglia o di quelli che hanno difficoltà. Si auspica che alle famiglie numerose siano concessi aiuti.
Tutti hanno diritto all’educazione, gratuita e obbligatoria per i primi livelli di istruzione, per sviluppare una cultura generale e raggiungere capacità di giudizio personale, senso di responsabilità e divenire così un membro della società. Il bambino deve essere fra i primi a ricevere protezione e soccorso quando necessari.
Vanno bandite, nei suoi confronti, negligenza, crudeltà e sfruttamento né deve essere trattato come schiavo o inserito nel lavoro prima di aver raggiunto un’età minima.
Vanno combattute tutte le discriminazioni. A questo proposito un bambino ha scritto: «Vorrei dire a tutti i bambini che scappano che possono venire a casa mia».
La Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni unite il 20 novembre 1989, ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991, è frutto del lavoro di armonizzazione di differenti esperienze culturali, e rappresenta un testo giuridico di eccezionale importanza poiché riconosce tutte le bambine e tutti i bambini del mondo come titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici. Quattro sono i principi fondamentali sui quali si sostanzia: non discriminazione; superiore interesse; diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo; ascolto delle opinioni del minore.
Cara Convenzione, grazie! Perché in questi trent’anni (1989-2019) ci hai insegnato che i bambini sono il bene più prezioso del mondo. Perché ci insegni che i diritti sono quelle regole che servono per vivere bene con gli altri. Perché ci fai capire che il primo dei diritti è sapere che abbiamo anche dei doveri. Perché le parole dei tuoi 54 articoli sono valori che uniscono tutte le Nazioni.
Ci impegneremo per promuovere la cultura e la partecipazione attiva, convinti che “chi semina diritti, raccoglie cittadinanza”.
Noi ci crediamo: i diritti non scadono mai!
Rinalda Montani
past president del comitato Unicef di Padova