Sabato 11 luglio ore 18 l'ordinazione episcopale di padre Marco Tasca a Genova

Domani, sabato 11 luglio alle ore 18 in Piazza della Vittoria a Genova, padre Marco Tasca riceverà, per le mani del cardinale Angelo Bagnasco, la consacrazione episcopale e farà il suo ingresso come arcivescovo metropolita della Chiesa genovese. Secondo una veneranda tradizione, per indicare che l’eletto viene associato al Collegio apostolico, al vescovo ordinante principale, il cardinale Angelo Bagnasco, sono associati altri due Vescovi co-consacranti, mons. Gianfranco Agostino Gardin, vescovo emerito di Treviso e mons. Gianfranco Girotti, reggente emerito della Penitenzieria Apostolica. A concelebrare  ci saranno anche numerosi altri vescovi non solo d’Italia e padre Carlos Alberto Trovarelli, ministro generale dei Frati Minori Conventuali, padre Roberto Genuin, ministro generale dei Frati Minori Cappuccini, padre Roberto Brandinelli, provinciale dei Conventuali, padre Amando Trujillo Cano, Ministro generale del Terzo Ordine Regolare. Numerose le autorità civili presenti, dal sindaco di Genova, Marco Bucci al presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, dal presidente della nostra regione, Luca Zaia, al sindaco padovano Sergio Giordani,e il presidente della provincia Fabio Bui.

Come si svolge la celebrazione

All’interno della messa dopo il vangelo l’invocazione allo Spirito Santo perché scenda sul Vescovo eletto, quindi a nome della Chiesa e con il consenso del Santo Padre, capo del Collegio Apostolico, Mons. Marco Doldi, Vicario Generale, presenta l’eletto a nome della Diocesi perché riceva l’Ordinazione Episcopale. L’omelia è tenuta dal Cardinale Angelo Bagnasco. Padre Tasca poi, prima di ricevere l’Ordinazione, deve pubblicamente manifestare il proposito di custodire la fede ed esercitare il ministero episcopale in comunione con tutta la Chiesa. Dopo la comunione il nuovo Arcivescovo conclude con la preghiera. Al termine il nuovo Arcivescovo scende verso l’assemblea per impartire la prima benedizione ai fedeli. 

La celebrazione viene trasmessa in diretta tv sulle emittenti locali e per la rete nazionale su TelePace Verona (Verona canali 14 e 187; Veneto e Lombardia canale187); inoltre su TelePace 3 (canale 515 in HD); verrà inoltre trasmessa in streaming sui siti diocesani www.chiesadigenova.it e www.ilcittadino.ge.it e sul canale YouTube de ‘Il Cittadino’. 

Domenica 12 luglio alle ore 17 mons. Marco Tasca sarà accolto in Cattedrale dal Capitolo Metropolitano; sosterà in preghiera davanti al SS. Sacramento, dinnanzi alle Ceneri di San Giovanni Battista e alla Statua della Madonna, Regina di Genova. Anche in questo caso la cerimonia verrà trasmessa in diretta streaming sui siti diocesani e sul canale YouTube de ‘Il Cittadino’. 

Lo stemma episcopale 

Secondo la tradizione araldica della Chiesa cattolica, lo stemma di un Arcivescovo Metropolita è tradizionalmente composto da uno scudo che contiene dei simbolismi tratti da idealità personali, da particolari devozioni o da tradizioni familiari, oppure da riferimenti al proprio nome, all’ambiente di vita, o ad altre particolarità. In quello di mons. Tasca troviamo, in alto le braccia di Gesù e di san Francesco che si incrociano, il libro della Sacra Scrittura con le lettere greche Alpha e Omega e un pane spezzato, che sono anche un richiamo implicito alla spiritualità della famiglia francescana, “vangelo e carità”  la perfetta sintesi dell’esperienza di sant’Antonio, Doctor Evangelicus e amico dei poveri. Nello stemma poi c’è una croce doppia, arcivescovile (detta anche “patriarcale”) con due bracci traversi all’asta, in oro, posta in palo, ovvero verticalmente dietro lo scudo; il cappello prelatizio (galero), con cordoni a venti fiocchi, pendenti, dieci per ciascun lato, di colore verde; un pallio bianco con crocette nere, posto sotto lo scudo. Sotto il pallio c’è il cartiglio con il motto, scritto abitualmente in nero, che per Mons. Tasca sono le parole tratte dal vangelo di Giovanni, Ostende nobis Patrem, che raccontano il congedo di Gesù dagli apostoli e il tentativo di Filippo di trattenere il Maestro dicendogli che potrebbe far vedere loro il Padre senza abbandonarli.