Pellegrini che seminano germogli autentici: il cammino dell'Azione Cattolica Diocesana

Pellegrinaggio diocesano per il Giubileo Si è tenuto domenica scorsa, coinvolgendo tutta l’associazione, e ha avuto come tappa finale l’abbazia di Praglia. Il camminare è stato accompagnato da testimonianze

Pellegrini che seminano germogli autentici: il cammino dell'Azione Cattolica Diocesana

L’Azione cattolica di Padova in pellegrinaggio in preparazione al Giubileo 2025, che per molti soci dell’associazione verrà vissuto nei prossimi mesi a Roma. Domenica scorsa, intanto, 250 persone – giovani, adulti, famiglie e adultissimi –hanno vissuto un’esperienza di cammino «per riscoprirsi pellegrini in un viaggio fisico e spirituale che trasforma nel profondo, rende testimoni di speranza lungo le strade del mondo» spiegano gli organizzatori. Per raggiungere a piedi l’abbazia di Praglia i pellegrini di Azione cattolica sono partiti di buon mattino da quattro punti diversi, ognuno dei quali corrisponderà a un “segno di speranza” raccontato attraverso una testimonianza di vita. Così un gruppo ha intrapreso “Un viaggio che vale la vita”, con partenza dalla chiesa parrocchiale di Luvigliano, il tratto di strada più lungo dei quattro, cinque chilometri: qui, un giovane migrante del Mali ha raccontato la sua partenza dalla terra natale infestata dagli estremisti islamici, per arrivare dopo un duro percorso attraverso la Libia, in Italia, dove ha trovato accoglienza e ora anche un lavoro. Il secondo percorso, “Amore generativo”, partiva dal santuario di Monteortone ed era indicato alle famiglie perché pianeggiante e con una durata di 4,5 chilometri. Qui una coppia di coniugi trevigiani ha raccontato la sua esperienza di accoglienza e cura della vita. “Operatori di pace” era il titolo del terzo percorso, con partenza dalla sede della Sma-Società missioni africane a Feriole: qui un religioso ha portato la sua testimonianza di lavoro in terra di missione. Il quarto percorso, “Alleanza tra generazioni”, si è svolto lungo un anello intorno all’abbazia di Praglia: una giovane e un’anziana che hanno raccontato la loro esperienza di convivenza nell’ambito del progetto “Coabitazione intergenerazionale”, curato dal Comune di Padova, per favorire collaborazione e scambio tra generazioni. All’arrivo a Praglia, i pellegrini hanno vissuto l’esperienza della confessione e partecipato alla celebrazione eucaristica, presieduta dal vicario generale della Diocesi di Padova don Giuliano Zatti, che ha ricordato anche papa Francesco, al quale sono stati dedicati diversi momenti di preghiera anche durante il percorso a piedi. Le offerte raccolte durante la messa sono state destinate ad alcuni progetti di carità per l’anno giubilare: il progetto “Vi sia uguaglianza”, per sostenere il debito delle parrocchie in difficoltà; le Cucine economiche popolari, che a breve vedranno iniziare la ristrutturazione dei locali al Tempio della Pace, dove sarà trasferita la nuova sede; il sostegno ai progetti missionari a Pacaraima, nella Diocesi di Roraima, in Brasile, dove sono presenti alcuni sacerdoti fidei donum padovani. Per il presidente unitario dell’Azione cattolica di Padova, Marco Cavinato, «il pellegrinaggio a piedi conferma il ruolo dell’associazione: laici a servizio della Chiesa, persone che vivono il mondo che è una realtà in continuo movimento. È stato bello condividere l’esperienza del cammino insieme, senza differenze di età, adulti, adultissimi, giovani e famiglie, in modo unitario. Così vogliamo metterci a disposizione, non solo delle realtà ecclesiali, ma anche di quelle civili, con un impegno quotidiano fatto di azioni concrete che traggono spunto dal Vangelo. Vogliamo essere pellegrini che seminano speranza nel mondo». Gli fa eco Anna Marinaro, responsabile diocesana per la formazione degli educatori: «“Pellegrini di speranza” è lo slogan di questo Giubileo e in questa giornata ho respirato voglia di incontro, condivisione e gioia di camminare insieme verso Praglia... Tanti sorrisi e quando si dice che si respira un “clima bello”, ne ho avuto conferma. Bambini, ragazzi, giovani e adulti che si sono regalati questa giornata! Abbiamo ascoltato varie testimonianze e ognuna di queste portava a pensare a nuovi germogli, durante la messa si è pregato per le situazioni difficili che ci circondano e noi come possiamo essere strumento di speranza? Don Giuliano Zatti, al congedo ci ha detto: “Oggi avete detto e fatto tante cose belle che portano alla speranza, quindi con l’esempio di Gesù impegniamoci almeno su una cosa detta oggi e siamo strumento di nuovi germogli”. Ecco, nelle tante cose che mi porto a casa di questa giornata, sicuramente vi è l’impegno di seminare germogli autentici».

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