Le prime parole del vescovo eletto Giuseppe alla Chiesa di Oppido Mamertina-Palmi
Pubblichiamo il saluto che don Giuseppe Alberti, parroco di Solesino e vescovo eletto della Diocesi calabrese di Oppido Mamertina-Palmi, ha inviato in questi giorni a quella che diventerà la sua nuova Chiesa.
Cara Chiesa di Oppido Mamertina - Palmi
Caro Vescovo Francesco
Vi raggiungo con un fraterno saluto nel Signore e pur non conoscendo né le persone e tanto meno la vostra realtà diocesana, percepisco nel mio cuore già fin d’ora un sentimento di vicinanza spirituale e di simpatia umana.
Riconosco sinceramente che ho ricevuto con grande sorpresa e non poco turbamento la richiesta del Santo Padre di nominarmi pastore della Chiesa particolare che vive in Oppido Mamertina-Palmi. Lo sappiamo tutti che ciò che non si conosce è fonte d’incertezza e di timore, ma proprio in questi giorni le parole di Gesù a Pietro mi hanno rincuorato: «Non temere» (Lc 5,10), come a dire: non guardare alla tua inadeguatezza ma fidati di me. E allora «sulla tua parola» (Lc 5,5) ho accolto questa chiamata mettendo ancora una volta la mia vita nelle mani di Dio.
Mi avvicino a voi in punta di piedi, cosciente che il Signore è arrivato nelle vostre terre prima di me e che la sua Sposa ha già molti figli nelle comunità cristiane della Diocesi. Questo mi fa sentire meno solo nel compito che mi è stato affidato e se ho accolto questa nuova chiamata è perché sono convinto che le risposte saranno il frutto di un dialogo fraterno, di una ricerca comune, e prima ancora di una fedeltà a un dono condiviso ricevuto che ci farà fare un pezzo di strada insieme. Fra Gerusalemme ed Emmaus, fra Oppido Mamertina e Palmi, il Signore camminerà con noi e noi cercheremo, insieme, di farlo con Lui.
Desidero esprimere riconoscenza a chi ha lavorato prima di me in questa “vigna del Signore”, spendendo energie e dedicando tempo e passione per l’annuncio del Vangelo, in tempi non facili come quelli nei quali stiamo vivendo.
Anzitutto un grazie al vescovo Francesco per la fraterna accoglienza già manifestata telefonicamente e che mi fa percepire un senso di continuità nei passi della Chiesa diocesana, una traditio ecclesiae che fa fluire il dono della fede nel cuore dei singoli e delle comunità, di generazione e generazione, nelle parrocchie e nelle famiglie.
Percepisco inoltre una sintonia particolare con i presbiteri e i diaconi, i seminaristi del Seminario diocesano. Aver lavorato per tanti anni, sia a Padova che in missione, nell’ambito della formazione e dell’accompagnamento, mi ha portato a percepire l’importanza vitale di queste vocazioni presenti nella Chiesa locale per il bene del popolo di Dio. Cercheremo di vivere una cura vicendevole e un rapporto leale e di collaborazione perché le nostre comunità cristiane siano “casa tra le case”, “famiglia di famiglie”, e non manchi uno sguardo privilegiato verso chi è più povero e marginale.
Un caro saluto va anche ai religiosi e alle religiose presenti nel territorio, alle varie istituzioni e al popolo santo di Dio. La vocazione battesimale dei laici è fonte di grande generosità che si manifesta in forme variegate di servizio nelle nostre parrocchie e di testimonianza nel mondo di oggi. Sento che il corpo vivo della Chiesa non può fare a meno di loro.
Da parte mia c’è la disponibilità a mettermi accanto a voi come “discepolo” che è chiamato a imparare, nell’ascolto condiviso che aiuta a «discernere insieme la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto» (Rm 12,2), al servizio della fede di tutti, alimentando la speranza, vivendo la fraternità evangelica nella carità pastorale.
Fin d’ora chiedo umilmente la vostra preghiera perché la mia presenza tra voi non manchi di amorevolezza e di comprensione, di luce e di sapienza, di forza d’animo e fiducia nel Signore.
Sento che ho un debito grande di riconoscenza verso la Chiesa di Padova che mi ha visto nascere e crescere nella fede e che da trentatré anni sto servendo come presbitero. In questo momento il mio pensiero va ai vescovi con cui ho collaborato, al vescovo Claudio, al vescovo Antonio, ai sacerdoti e laici con cui ho condiviso tanti percorsi di crescita umana e cristiana, a collaboratori e amici che mi hanno insegnato il gusto del lavoro generoso, la fedeltà a Dio e ai fratelli, la gioia di comunicare e condividere il tesoro più prezioso della mia vita: il Signore Gesù.
Cari fratelli e sorelle in Cristo, il Signore ci benedica in questi nostri passi, ci faccia vedere il suo volto e ci dia pace.
Affido questo nuovo cammino insieme ai patroni principali della cara diocesi di Oppido Mamertina- Palmi.
Vi raggiungo con l’abbraccio del mio affetto e la promessa di una preghiera che spero reciproca.
Don Giuseppe Alberti