La Chiesa si fa prossima a chi cerca consolazione. Guido Marangoni racconta una proposta spiazzante
Un’esperienza Una proposta spiazzante ricevuta dal proprio parroco – diventare ministro straordinario della comunione – apre a un percorso in cui risuonano le parole di Gesù: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi»
«Oggi devo fermarmi a casa tua» diceva Gesù, ma questa volta sono le parole del mio parroco che, lasciandomi un po’ spiazzato, annunciano un incontro particolare. Mi aspettavo una proposta teatrale per la parrocchia, ma ogni volta rimango meravigliato dalla dinamica del bene: chi ci ama ci aspetta dove normalmente non lo attendiamo: «Mi piacerebbe diventassi ministro straordinario della comunione». Io, che amo giocare con le parole, ne rimango senza e con gli occhi fissi sul viso sorridente del mio parroco cerco di mettere a fuoco quell’invito. Ministro. Straordinario. Comunione. Tutti termini che credevo non avessero nulla a che fare con me e, soprattutto, non avevo mai pensato fossero alla mia portata. Ma quella piccola ribellione interiore si è presto rasserenata, perché mi sono trovato a pensare: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi». Sembra poca cosa, ma ho provato una strana sensazione: tutto a un tratto mi sono accorto di essere abituato a fare, organizzare e proporre. Invece mi ritrovo davanti a un invito a meditare che le cose importanti e profonde della vita non le ho create, ma le ho accolte. Qualche esempio? Amore, fede... la vita stessa sono tutti doni non scelti, ma che possiamo accogliere. Il primo pensiero davanti a un servizio tanto prezioso e delicato è stato l’inadeguatezza, ma scoprire che la nostra Chiesa va oltre queste debolezze e sceglie proprio questa mia fragilità per farsi prossima, per farsi vicina a chi cerca consolazione, mi riempie il cuore di gratitudine e anche di rigenerante responsabilità. Il percorso di avvicinamento e formazione è stato prezioso, ma lo ammetto, non riuscirei neanche a suonare il campanello con le sole mie forze. Il dono di vivere il «fermarmi a casa tua» è proprio il mistero della comunione. Ti accorgi che non c’è merito, non c’è bravura, c’è solo un Lui che trasforma paura in amore e insieme alla persona che incontriamo con l’eucaristia diventiamo piccole matite nelle mani di Dio, come direbbe santa Madre Teresa di Calcutta.
La fede è il principio della vita, l’amore è il fine. L’unione è Dio
«Procurate di riunirvi più frequentemente per il rendimento di grazie e per la lode a Dio. Quando vi radunate spesso, le forze di Satana sono annientate e il male da lui prodotto viene distrutto nella concordia della vostra fede. [...] Queste due virtù sono il principio e il fine della vita: la fede è il principio, l’amore il fine. L’unione di tutte e due è Dio stesso, e le altre virtù che conducono l’uomo alla perfezione ne sono una conseguenza». (Ignazio di Antiochia)
Guido Marangoni