L’amore nel matrimonio. La carità... tutto può: da ripetersi ogni giorno
L’amore nel matrimonio Giorgia, Manuel e le loro quattro figlie raccontano come la famiglia è la loro palestra quotidiana per allenarsi nella carità. Continua il percorso – condiviso da ufficio di Pastorale della famiglia e Difesa – per approfondire l’Amoris laetitia nell’anno che papa Francesco ha voluto dedicare alla famiglia. Giorgia e Manuel riflettono a partire dal capitolo 4 dell’esortazione apostolica
Quando ci siamo incamminati nel sentiero del fidanzamento per arrivare al matrimonio ed entrare nel progetto di famiglia abbiamo scoperto che senza l’amore avremmo fatto ben poca strada. Di che amore parliamo? Di quello sapientemente descritto da san Paolo nella prima lettera ai Corinzi: l’apostolo fornisce un quadro chiaro delle caratteristiche che contraddistinguono l’amore/la carità.
Ora, vogliamo essere sinceri, dalla teoria alla pratica il passaggio non è così semplice! Ma noi sposi siamo in un certo senso privilegiati perché il Signore ha pensato per noi un luogo adeguato per crescere in questa virtù: la famiglia. Ebbene sì, la famiglia è la nostra palestra per allenarci alla carità! Ma ora veniamo alla vita di tutti i giorni in casa Orsetti.
«La carità è paziente». Nella testa di ciascuno di noi esistono delle idee di relazione idilliaca e di persona perfetta che non coincidono con quelle di chi ci sta accanto. Il rischio che corriamo è quello di negare all’altro il diritto di vivere su questa terra insieme a noi così com’è perché, così com’è, ci irrita e ci infastidisce. Quante volte io, Giorgia, pretendo che Manuel sia il marito che mi ero immaginata e che le mie figlie siano le bambine docili e ubbidienti che avevo sempre sognato? E quando la fantasia si scontra con la realtà si entra nel tunnel dell’insoddisfazione e della frustrazione dove si inacidisce e la pazienza scarseggia. «La carità è benevola». In casa nostra, essendo in tanti, ciascuno di noi tende a “donarsi” e a servire l’altro senza perdere troppo sé stesso: così facendo ci sembra di preservare la nostra identità. «La carità non è invidiosa». Provate a dire a una delle quattro sorelle che tutti hanno diritto alla felicità. Ciascuna saprebbe fare un elenco dettagliato di tutto ciò che le è stato negato per rendere felice un’altra sorella e saprebbe anche descrivere magistralmente il concetto di ingiustizia e disuguaglianza sociale. «La carità non si adira, non tiene conto del male ricevuto». Se in famiglia cerchiamo di metterci sempre al centro, con i nostri bisogni e le nostre esigenze, passiamo le nostre giornate a pesare tutto ciò che non va e coviamo rabbia nei confronti del prossimo che non rappresenta altro che un ostacolo alla nostra realizzazione.
Io, Manuel, cercherei più spazio per me, momenti di solitudine per coltivare le mie passioni; io, Giorgia, sento di aver bisogno della sua presenza e del suo aiuto in casa; le ragazze si fanno avanti con le loro richieste più disparate proprio quando vorremmo aria. Ognuno di noi ha le sue buone ragioni per “imporsi” sull’altro e soddisfare i propri bisogni ma, se non ci si viene incontro e non si evita di averla vinta, lo scontro diventa inevitabile. Per far funzionare le cose basterebbe ripetersi quotidianamente che «la carità tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta».
«La comunione familiare esige una pronta e generosa disponibilità di tutti e di ciascuno alla comprensione e alla tolleranza, al perdono e alla riconciliazione» scriveva Giovanni Paolo II. E questa è la strada a cui siamo chiamati.
Sono sposati dal 2008 e hanno quattro figlie
Siamo Manuel Orsetti e Giorgia Lago, sposati dal 4 ottobre 2008, genitori di Marta Maria (12 anni), Margherita (11 anni), Bianca Maria (7 anni) e Teresa (4 anni). Apparteniamo alla comunità parrocchiale di San Giovanni Battista
in Pontevigodarzere. “Scienziato motorio” Manuel, educatrice Giorgia.
Giorgia Lago e Manuel Orsetti